harold peto iford manor

Per coloro che hanno la fortuna di conoscere gli incantevoli giardini inglesi e che hanno visitato Iford Manor nel Wiltshire, il nome Harold Peto sarà familiare. Agli appassionati di giardinaggio e ai giardinieri più esperti Harold Peto evoca colonne, portici, chiostri e colonnati, tutti grandiosi e classici, avvolti dalla lussureggiante ed esotica vegetazione di cascate di ammirevoli rampicanti. Harold Peto, da giovane, ha compiuto numerosi viaggi in Italia, Spagna, Grecia, oltre che in America e Giappone.

Sebbene fosse partner in uno studio di architettura e quindi influenzato dalla forma e dalla struttura, Peto si poteva definire come un uomo dei fiori. Appassionato estimatore delle esperienze sensoriali che potevano regalare rose e glicini, con i loro intriganti colori e odori. Dai suoi viaggi ha avuto come segno distintivo originale l’uso dell’acqua. Infatti, i suoi giardini sono popolati da numerose cascate, piscine e splendenti fontane, rotonde e pergolati, canali e ponti. Ville e giardini della Riviera francese, Ilnacullin, Iford Manor, sono esempi unici della maestria di questo sapiente designer.

Visitare questi giardini o osservare le loro foto permette di provare un piacere unico dato dall’immergersi in queste vedute di ambienti sontuosi e splendidamente piantati, ognuno di essi è un progetto inconfondibile e consapevole del senso del luogo.

Questo artista è stato un elemento prezioso nella storia della progettazione di giardini e paesaggi, sebbene sia meno conosciuto di uno dei suoi studenti: Sir Edwin Lutyens.

Harold Peto: una passione per il giardino tra piante e architettura.

Harold Ainsworth Peto è vissuto tra il 1854 e il 1933. E’ considerato come uno dei principali progettisti di giardini dell’era edoardiana. La sua passione per la progettazione dei giardini nacque dopo un’esperienza talentuosa come architetto. Egli ricevette numerosi incarichi per la realizzazione di importanti giardini in Inghilterra e nel sud della Francia. Se osservata con l’occhio della storia, l’era edoardiana può essere considerata come la belle époque dei giardini, che trascorse negli anni tra la morte della regina Vittoria nel 1901 e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Tra i tratti distintivi che caratterizzano questo periodo nei giardini sono facilmente riconoscibili gli ingredienti della casa di campagna, circondata da arte topiaria con note architettoniche, terrazze e gradini.

Nei suoi giardini Peto riesce a creare una perfetta combinazione tra colore e design con costruzioni, che sono sopravvissute per oltre un secolo. Egli fu un esperto estimatore del Rinascimento italiano. La costruzione architettonica era una caratteristica distintiva dei giardini edoardiani. Le dimensioni e l’intimità dei vecchi giardini padronali inglesi riferibili al periodo Tudor, con superfici chiuse da mura nei pressi dell’abitazione, sono stati utilizzati di nuovo in epoca edoardiana.

Alcuni di questi tratti distintivi divennero molto di moda dopo il 1900, ne sono un esempio pergole, rotonde e templi. Harold Peto è stato uno dei pochi architetti del giardino che ha fatto tornare i templi greci e romani nella progettazione di giardini all’inizio del XX secolo e li ha impiegati per creare punti focali in molti delle sue creazioni.

La grande conoscenza e la forte passione di Peto per le piante si è unita alle sue capacità di architetto e al suo interesse per il Rinascimento. In un suo scritto afferma che, vecchi edifici o parti di muratura riportano il visitatore del giardino al passato in un modo che un giardino costruito interamente con piante e fiori non riesce a fare. Gertrude Jekyll ammirava molto il lavoro di Peto.

Breve storia della vita di Harold Peto

Harold Ainsworth Peto nasce nel 1854, durante il regno della regina Vittoria. Egli era il quinto di quattordici figli di Sir Samuel Morton Peto, imprenditore attivo nell’ingegneria ferroviaria. Nel 1866 l’attività del padre di Peto ebbe un tracollo finanziario ma grazie al patrimonio della madre egli potè godere di una vita agiata e di una buona istruzione.

La tenuta di suo padre Somerlayton Hall, nel Suffolk, era una grande casa all’italiana, adornata da una serra progettata da Joseph Paxton e da un lussureggiante giardino d’inverno progettato dall’architetto John Thomas. Nel giardino si potevano trovare anche un labirinto e un parterre di William Andrew Nesfield.

Durante gli studi compiuti a Harrow, Harold Peto fa amicizia con l’americano Willie James che acquistò in seguito la proprietà di West Dean.

Durante le sue prime esperienze negli studi di architettura, egli lavora in un laboratorio di falegnameria dove acquisisce una preziosa esperienza pratica, che gli sarà molto utile in futuro.

Dopo alcune collaborazioni minori, nel 1876 ​​Peto entra in società con Ernest George, un affermato architetto e artista.

Da lì a pochi anni esplode l’età d’oro dell’era edoardiana e lo studio Peto-George acquisisce popolarità nell’alta società di Londra.

Tra i collaboratori dello studio di Peto troviamo Robert Weir Scultz, Herbert Baker e Guy Dawber. Ernest George era l’architetto principale e Peto (che allora aveva poco più di venticinque anni) si occupava della gestione e della decorazione degli interni.

In questo periodo cresce fortemente l’interesse per i giardini rinascimentali italiani. Per mezzo della rivista di settore “Gartenkunst Italianischen Rennaisance-Zeit” di Tuckermann, Peto studia con entusiasmo e si appassiona ai giardini all’italiana, grazie anche ai suoi numerosi viaggi in Italia. Da qui prende corpo, la sua predilezione per gli abbellimenti architettonici, tra cui:

  • inserire torrette olandesi, fiamminghe e francesi,
  • creare manufatti con mattoni decorativi rossi,
  • impiegare ornamenti in terracotta.

Nel 1886 si unisce alla squadra dello studio di Peto un giovane tirocinante appena diciottenne, Edwin Lutyens. Peto ormai affermato e molto competente diviene ben presto molto importante nella formazione professionale del giovane Lutyens.

Nel 1887 Peto compie un viaggio in America incuriosito dal lavoro di Charles Platt. Platt, di poco più anziano di Peto era un paesaggista/architetto, famoso in America come il pioniere dello stile all’italiana.

In questi anni l’aristocrazia in Europa e in America accumula rapidamente ricchezza, acquisendo la disponibilità di ostentarla nella costruzione di case e giardini. In questo periodo ricco di opportunità Peto fa crescere la propria attività e fama.

Nel 1892 Peto conclude la sua collaborazione con Ernest George e a causa di una malattia lascia l’Inghilterra per un luogo con un clima migliore, stabilendosi nel sud della Francia, affacciato sul Mediterraneo. Allo stesso tempo sviluppa un tratto distintivo nella progettazione dei giardini: strutture architettoniche tipiche di una casa di campagna realizzata con materiali locali, completata da fiori selvatici, in una composizione tipica dello stile italiano. Questo nuovo stile è promosso all’estero e Peto conosce nuovi successi.

Nel 1899 Peto, quasi cinquantenne, acquista Iford Manor nel Wiltshire, in Inghilterra. Qui inizia i suoi lavori e li continua fino alla sua morte.

Al termine della Grande Guerra, nel 1918 Peto con i suoi lavori lascia un segno ben riconoscibile nella formazione di Edwin Lutyens e Gertrude Jekyll. Nel 1922 Peto riceve apprezzamenti per i suoi lavori, per l’innovazione apportata, nella stimata rivista inglese Country Life, molto influente in quel periodo

Peto muore a Iford Manor, all’età di 79, nel 1933, dopo una carriera professionale di oltre 26 nel design dei giardini.

Harold Peto: lo stile, la filosofia e l’influenza nel design.

Uno degli elementi distintivi dell’approccio al design del giardino di Peto era basato sul contrasto. Per prima cosa egli costruiva un paesaggio rigido e formale, che imponeva la sua nota sul paesaggio morbido e informale ad esso subordinato. In secondo luogo, aggiungeva note contrastanti tra forma, consistenza e colore. Il suo decorare i giardini con antichi manufatti aveva lo scopo di collegare passato e presente in una unione concreta.

L’approccio di mantenere un continuum è un tema molto importante. Harold Peto ha sempre sostenuto l’importanza della costruzione muraria e dei dettagli del paesaggio nella progettazione dei giardini per collegare il passato, portando le menti indietro nel tempo.

Lo stile paesaggistico di Peto si rifà al Rinascimento italiano. A Iford Manor, la sua composizione sulla terrazza centrale, trae liberamente ispirazione da quella restaurata sopra la Villa di Adriano a Tivoli. Egli impiega le pareti per mostrare parti di scultura, con riferimento all’opera del cardinale Borgese nella sua villa romana nel 1620, uno stile poi fatto proprio anche da Lutyens. A Iford Manor Peto fa uso della falsa prospettiva, un principio architettonico di origine rinascimentale.

Peto conosceva bene gli elementi classici ed era un maestro nel loro uso. Tra gli elementi che impiegava di frequente nei suoi lavori e che lo distinguevano c’erano:

  • Logge,
  • Templi,
  • Colonnati,
  • Canali,
  • Teste di pozzo,
  • Treillage,
  • Balaustre,
  • Pergole,
  • Sarcofagi,
  • Urne,
  • Vasi.

Molti degli ingredienti distintivi della progettazione dei giardini di Lutyens possono avere come referente alcune opere precedenti, presenti nei giardini di Harold Peto. La differenza principale è che nei giardini di Peto il tratto distintivo è ricondotto ai classici dettagli paesaggistici del giardino all’italiana, mentre nei giardini di Lutyens questi elementi hanno un romanticismo dai tratti tipicamente inglesi.

Diversamente da quanto accadeva per i suoi colleghi architetti in quell’epoca, Peto era anche un sapiente conoscitore di piante. Il suo stile di disegnare giardini con paesaggi morbidi evocava un’atmosfera mediterranea. Sapeva impiegare molto bene nei giardini il Cupressus sempervirens, come accento audace e verticale, la Vitis coignetiae e la Wisteria in varietà per farle arrampicare sui muri e sugli alberi. Il Buxus potato secondo i canoni dell’arte topiaria rimandava alle note tipiche dei giardini all’italiana.

La qualità dei suoi giardini (così come quelli di Lutyens) si percepisce dall’attenzione nei dettagli. Edwin Lutyens avrebbe trascorso anni per disegnare le maniglie delle porte per una delle sue case! Nei giardini di Lutyens e Peto, questa attenzione maniacale per i dettagli fa sì che le loro creazioni sopravvivano al trascorrere degli anni.

Harold Peto e la storia del Garden Design

Secondo note del tempo Harold Peto non era molto apprezzato come architetto o almeno non tanto quanto per i suoi giardini. Tuttavia, la sua fama è stata offuscata da quella dei più noti Edwin Lutyens o di Gertrude Jekyll. Se però si fanno delle ricerche più approfondite si capisce che Harold Peto è stato uno dei protagonisti nell’evoluzione del design del giardino.

Harold Peto ha riportato equilibrio, armonia e ordine nel disegnare paesaggi e giardini rispetto al caos della moda del giardino Vittoriano. I principi alla base della progettazione dei suoi giardini possono così definirsi:

  • Creare una composizione omogenea di elementi formali e informali,
  • Utilizzare e unire in armonia elementi di progettazione del paesaggio morbidi e spigolosi,
  • Impiegare in modo informale i manufatti e le sculture,
  • Innovare e rendere attuale lo stile del giardino all’italiana.

Tutto ciò si apprezza nelle sue creazioni dei giardini di Iford Manor e Buscot Park, quest’ultimo considerato da alcuni il suo capolavoro.

Peto può essere considerato un architetto precursore del cambiamento, una reazione ai giardini vittoriani che lo hanno preceduto. L’influenza “alto vittoriana” era presente nel giardino di suo padre a Somerlayton Hall. Ha tracciato una nuova direzione, consolidando l’unione tra la disciplina artistica dell’architettura e la scienza dell’orticoltura, i due mattoni fondamentali su cui si fonda oggi il design del giardino. Attraverso questo, Peto stabilì una nuova soglia sulla quale si poteva progredire.

Iford Manor Gardens

Come descritto nel film The Secret Garden, questo è un giardino romantico, un esempio di design del giardino, con la sua architettura, l’uso dello spazio e il senso del luogo. Tutto ciò è servito da modello per molti suoi successori.

La storia originale del giardino di Iford Manor risale al medioevo. Il giardino attuale, che copre una superficie di oltre un ettaro è stato in gran parte creato da Harold Peto, il quale visse a Iford dal 1899 al 1933. Prendendo ispirazione dai suoi numerosi viaggi in Italia, in Giappone, in America e oltre, Peto ha realizzato un giardino romantico sulle antiche terrazze di una ripida collina. Lo ha abbellito con numerose statue classiche e frammenti architettonici. Ripide scalinate collegano le terrazze con le loro piscine, fontane, logge, colonnati, urne e figure, tutte con magnifiche viste sulla campagna circostante.

Come abbiamo già detto, Peto si è formato come architetto, lavorando in collaborazione con Sir Ernest George. Successivamente, ha scoperto una vera passione per le piante quando ha iniziato a lavorare a Gravetye Manor, allora casa del padre del giardinaggio William Robinson.

Imparando molto sul giardinaggio direttamente da Robinson, Peto ha poi iniziato a viaggiare per il mondo, tra Giappone, Canada, America, Egitto e in tutta Europa, imparando a progettare giardini e riportando piante da tutto il mondo. La sua abilità nella progettazione di giardini, piantagioni e architettura lo rendeva molto richiesto, specialmente a Cap Ferrat in Francia, tanto che Cap Ferrat fu soprannominato “Peto Point” in epoca edoardiana. Lavorava molto per i reali, l’aristocrazia e ricchi mercanti.

Influenzato principalmente dal suo amore per i tratti del design romano, italiano e giapponese, è stato un abile conoscitore e utilizzatore dei principi del periodo rinascimentale oltre ad avere una forte influenza sulle arti e sui mestieri del suo periodo.

Gli elementi caratteristici del giardino di Ifor Manor sono:

  • Esemplari singoli di alberi,
  • Le bordure erbacee,
  • Gli elementi del giardino giapponese,
  • Gli elementi del giardino mediterraneo e del giardino italiano,
  • Stagni, laghi, specchi d’acqua,
  • L’uso di giardini rocciosi,
  • La presenza di sculture e manufatti architettonici,

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