Rachel Carson, storia di una delle più grandi naturaliste
Alla base dei problemi della contaminazione del mondo in cui viviamo con sostanze tossiche e pericolose c’è la questione della responsabilità morale: una responsabilità soprattutto per le generazioni future.
Rachel Carson è, forse, la migliore scrittrice naturalistica del ventesimo secolo. La sua memoria è legata maggiormente alla figura della donna che ha sfidato l’idea che gli uomini potessero ottenere il controllo della natura attraverso l’uso di prodotti chimici, bombe e viaggi nello spazio, piuttosto che per i suoi studi e ricerche sulla vita degli oceani. Il suo ultimo e più famoso libro, Silent Spring del 1962, mette in guardia dai pericoli per tutti i sistemi naturali che possono derivare dall’uso non corretto di pesticidi chimici, come il DDT, e solleva delle perplessità sulla bontà e sulla direzione presa dalla scienza moderna, dando inizio al movimento ambientalista che oggi noi tutti conosciamo bene.
La Carson era una conoscitrice della natura, una fervente ecologista ancora prima che il movimento ecologista vedesse la luce oltre che una scrittrice, che aveva capito che la natura le offriva gratuitamente molti argomenti su cui scrivere.
Come nasce Silent Spring di Rachel Carson
La formica di fuoco o formica guerriera, il cui nome scientifico è Solenopsis invicta, è lunga poche decine di millimetri. Ha un corpo di colore bruno-rossastro, ricoperto da piccolissimi peli. La sua dieta è costituita per la gran parte da altri insetti ma non si limita a questi e, in caso di necessità, si nutre di qualsiasi cosa le capita a portata di bocca. Una colonia di esemplari adulti può essere composta da circa 240.000 individui ed è in grado, ogni anno, di dare la vita a diverse centinaia di potenziali regine. Le nuove regine si accoppiano soltanto una volta, durante il loro volo nuziale, poi perdono le ali e vanno alla ricerca di un nuovo luogo dove daranno vita ad una nuova colonia.
Queste formiche provengono dal Sud America. Negli anni Trenta arrivarono negli Stati Uniti a bordo delle navi da carico, per la prima volta sulle coste dell’Alabama. In pochi anni, nuove colonie di formiche guerriere sono apparse in numerose regioni degli Stati Uniti. Ovunque apparivano nuove comunità di formiche di fuoco, iniziavano i problemi. Le formiche attaccavano le giovani piante, gli animali e perfino l’uomo. Sulle persone i loro morsi producevano una puntura dolorosa, che era seguita da eruzioni cutanee di colore biancastro. La loro presenza ha determinato la diminuzione dei raccolti agricoli. L’evolversi della diffusione delle formiche guerriere veniva studiata dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti.
Nel 1957, il dipartimento decise di combattere l’avanzata e la presenza di questi insetti dannosi per l’uomo e l’ambiente. Per fare questo le principali armi che furono utilizzate erano i pesticidi a base di eptacloro e dieldrin. Questi due formulati chimici si concentrano negli organismi viventi in quantità sempre maggiori mentre risalgono la catena alimentare. Nel 1958 furono cosparsi con questi prodotti oltre un 400.000 ettari di terreni coltivati. Numerosi uccelli e animali selvatici presenti in quelle zone, come quaglie, beccacce, merli, allodole, iniziarono a morire. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, alle considerazioni fatte in merito a questi eventi negativi, negava ogni collegamento con l’uso di questi prodotti e continuava ad impiegarli su larga scala.
Tra coloro che osservavano come spettatori tale tragedia naturalistica, c’era Rachel Carson. Da studi eseguiti successivamente è emerso che l’organismo federale direttamente interessato a questa azione non aveva mai studiato la tossicità dei pesticidi o, se lo aveva fatto, ne aveva totalmente ignorato i risultati. Studi scientifici hanno dimostrato che l’eptacloro provoca danni al fegato e il dieldrin è una neurotossina. L’USDA non conosceva neppure la biologia di base delle formiche, le quali, nonostante l’applicazione dei pesticidi, continuavano a diffondersi.
La lotta alle formiche guerriere era, secondo Rachel Carson, un evidente esempio di un esperimento studiato con superficialità, eseguito in modo maldestro e molto dannoso per l’ambiente nel controllo di massa degli insetti.
Questo evento è stato una delle fonti di ispirazione per la realizzazione del suo libro “Silent Spring”, che viene pubblicato per la prima volta nel 1962. E’ stato il suo ultimo lavoro letterario. E’ morta, di cancro al seno, diciotto mesi dopo la sua comparsa nelle librerie.
Nella storia della letteratura ben pochi libri hanno avuto effetti profondi sulla vita di ognuno, Silent Spring ha davvero cambiato il mondo. In breve tempo è divenuto uno dei libri più venduti e letti, è stato la pietra miliare del moderno movimento ambientalista. Ha dato lo spunto per l’approvazione del Clean Air Act nel 1963, del Wilderness Act nel 1964, del National Environmental Policy Act nel 1969, del Clean Water Act e dell’Endangered Species Act entrambi del 1972. Nel 1970 ha portato alla creazione dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente. Che sarebbe stata ricordata per un libro sul pericolo dell’uso dei pesticidi impiegati nei giardini, come ad esempio il DDT, avrebbe sorpreso molto Rachel Carson negli anni della sua giovinezza, durante e dopo gli studi condotti con profitto per diventare un’appassionata biologa marina.
Prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, Rachel Carson ha passato diciassette anni lavorando presso il Bureau of Fisheries degli Stati Uniti, ora Fish and Wildlife Service. Conosceva bene come funzionava la burocrazia ed era ben consapevole di quanto facilmente possano essere manipolati dati, studi, rapporti e valutazioni.
La Carson sperava che il suo libro avrebbe fatto la differenza ma allo stesso tempo era ben consapevole delle difficoltà che avrebbe incontrato e dei numerosi ostacoli. Il suo obiettivo primario era la lotta ai pesticidi ma il suo fine ultimo era combattere l’arroganza dell’uomo: l’illusione di modificare il mondo secondo la sua arbitraria volontà. Per l’U.S.D.A., uccidere animali e uccelli selvatici non era un problema. Il problema era fermare le formiche guerriere. Ancora oggi, le formiche guerriere sono presenti in oltre cento milioni di ettari di territorio e possono trovarsi fino ai più lontani stati occidentali degli Stati Uniti.
Le storie sulla natura di Rachel Carson
È difficile eccedere con i complimenti su Silent Spring ed esagerare su quali conseguenze abbia avuto questo libro sulla percezione dell’ambiente e sull’idea collettiva di difenderlo. Ha fatto nascere nell’immaginario del lettore tipo un legame forte tra la tutela dell’ambiente e la tutela dei consumatori. Il libro, pubblicato per la prima volta il 27 settembre 1962, ha fatto nascere il moderno movimento ambientalista.
Silent Spring si è rivelato così importante che la stessa Carson ne è stata un po’ messa in ombra. Quando finì di scriverlo Rachel Carson aveva cinquantacinque anni. Aveva avuto una lunga carriera come scrittrice di storie naturali, molto apprezzate e che hanno avuto numerosi premi e riconoscimenti. Rachel Carson aveva iniziato ascrivere negli anni Trenta, quando, alla morte del padre, decise di prendersi cura della madre rimasta vedova. In quel periodo dovette rinunciare ai suoi studi di zoologia, alla Johns Hopkins University, e cercare un lavoro. Riuscì ad essere assunta presso il Bureau of Fisheries degli Stati Uniti dove scriveva opuscoli per la sensibilizzazione del pubblico verso la vita marina. Nel gennaio del 1937, sua sorella maggiore, Marian, morì colpita dalla polmonite, così Rachel si trovò a dover provvedere al sostentamento della madre e dei suoi due nipoti.
Per più di dieci anni la Carson ha diviso il suo tempo tra la scrittura e il lavoro per gli enti governativi. Verso la fine degli anni Quaranta, pubblicò un libro, “Under the Sea-Wind“. In quel periodo coordinava un team composto da numerosi scrittori.
Ma la passione per la scrittura la attraeva sempre più e decise di passare alla scrittura a tempo pieno con “The Sea Around Us“, una storia sulla natura nelle profondità oceaniche. “The Sea Around Us” fu pubblicato per la prima volta, a puntate nel 1951. Vinse un National Book Award e rimase nella lista dei best-seller del New York Times per ottantasei settimane. Nel 1955 pubblicò “The Edge of the Sea“, una storia sulla natura delle spiagge e delle zone umide vicino alle coste. “The Sea Around Us” e “The Edge of the Sea” ebbero un grande successo, tanto che, nel 1958, l’editore del New Yorker chiese a Rachel Carson di affrontare il tema del D.D.T.. Nel 1962, quando l’editore lesse il libro che le aveva chiesto ne rimase sorpreso, un testo ricco di bellezza con profondi sentimenti.
Anche nelle sue altre storie sulla natura marina, quello che appare chiaro al lettore è la sua bella scrittura. Rachel Carson ha unito la capacità di osservare, tipica di uno scienziato, con la capacità di immaginare, di uno scrittore. Era capace di descrivere sapientemente sia il molto grande, che il molto piccolo; aveva trovato il modo di fare capire il dramma inerente la natura e allo stesso tempo permetteva al mondo naturale di mantenere la sua grande singolarità.
Al centro dei suoi scritti sull’oceano si trova l’idea che il mare contenga una forma di vita nascosta, incomprensibile alla sensibilità umana. Come Melville e Conrad, due degli scrittori che più ammirava, la Carson vede l’oceano come misterioso e capace di sfuggire alla percezione dell’uomo. Cerca di far capire al lettore la vita nascosta dell’oceano. Ma, anche dopo aver capito come tutto si incastra alla perfezione in un disegno superiore, è ancora colpita da come la vita dell’oceano non faccia concessioni a ciò che gli esseri umani trovano sensato.
Possiamo imparare sempre di più sull’oceano, afferma la Carson, e questa è una buona cosa, ma l’oceano rimarrà sempre spettacolare e inspiegabile. “The Sea Around Us” e “The Edge of the Sea” non hanno certo la forza polemica di “Silent Spring”. Condividono con esso, tuttavia, la sensazione che la vita sulla terra sia troppo complicata e troppo strana per essere compresa e prevedibile. Ci sono sempre connessioni nascoste; ci sono sempre riserve di vita trascurate, che, per quanto irrilevanti per noi oggi, potrebbero rivelarsi importanti domani.
Un ricordo di Rachel Carson
“La spiaggia è un mondo antico”, scrisse Rachel Carson. Era una scrittrice famosa, una scienziata/poeta del mare. “Undersea”, è il suo saggio pubblicato su The Atlantic nel 1937. “Chi ha conosciuto l’oceano?” chiese. “Né tu né io……”. Aveva la capacità di lasciare i suoi lettori in balia della marea delle onde del suo narrare.
Nel suo primo libro, “Under the Sea-Wind” del 1941, la Carson scrisse: “Stare in riva al mare, sentire il flusso e il riflusso delle maree, sentire il respiro di una nebbia che si muove……, osservare il volo degli uccelli costieri che per migliaia di anni hanno solcato le onde dei continenti, ………., è conoscere cose che sono quasi eterne come può esserlo qualsiasi vita terrena”. Non avrebbe potuto scrivere “Silent Spring” se per anni non avesse scalato rocce, non si fosse seduta a pensare a come una cosa può cambiarne un’altra, e come, nel corso del tempo il mare sia diventato sempre più amaro. Amava uscire di notte, con una torcia elettrica, penetrando il buio della notte.
Tutte le creature sono fatte di mare, come ricordava spesso la Carson. Il mare: la grande madre della vita. Anche i mammiferi terrestri, con i loro scheletri e il loro sangue, iniziano come feti che nuotano nell’oceano di un grembo materno. Lei stessa non sapeva nuotare. Non le piacevano le barche. In tutta la sua infanzia, non aveva mai visto l’oceano.
Rachel Carson è nata nel 1907 in Pennsylvania, in un luogo non molto diverso da quello che descrive nelle prime righe di Silent Spring.
Era la più giovane di tre figli, passava la sua infanzia esplorando campi e colline. Sua madre le aveva insegnato i nomi delle piante e i richiami degli animali.
In apertura di Silent Spring, descrive il triste destino di una immaginaria città americana sulla quale era stato irrorato il DDT:
“Poi una strana macchia si è insinuata nell’area e tutto ha cominciato a cambiare. Qualche malefico incantesimo si era posato sulla comunità: misteriose malattie travolgevano i greggi di galline; il bestiame si ammalò e morì. Ovunque c’era un’ombra di morte. I contadini parlavano di molte malattie tra le loro famiglie. In città i medici erano sempre più perplessi di fronte a nuovi tipi di malattie che apparivano tra i loro pazienti. C’erano state diverse morti improvvise e inspiegabili, non solo tra gli adulti ma anche tra i bambini, che sarebbero stati colpiti improvvisamente mentre giocavano e morivano nel giro di poche ore.”
La Carson partì dalla Pennsylvania per frequentare il College for Women. Ammirava molto la sua professoressa di biologia, Mary Scott Skinker. Da qui la sua decisione di cambiare la sua specializzazione e di seguire la sua insegnante preferita a Woods Hole per un progetto di ricerca estivo. In questa occasione arrivò, finalmente, a vedere l’oceano.
La Carson iniziò gli studi universitari in zoologia alla Johns Hopkins, arrivando a conseguire un master, fino ad ottenere un dottorato di ricerca nel 1932. Lavorava come assistente di laboratorio e insegnava biologia e zoologia alla Johns Hopkins e all’Università del Maryland. Con l’aggravarsi della depressione economica, alla fine, dovette lasciare la scuola di specializzazione per accettare un lavoro meglio retribuito, nel dipartimento dell’istruzione pubblica del Bureau of Fisheries.
Suo padre morì nel 1935, e due anni più tardi fece lo stesso la sorella maggiore, lasciando Rachel a prendersi cura di sua madre e delle sue nipoti, di undici e dodici anni. In seguito, adottò suo nipote, quando rimase orfano all’età di quattro anni.
Prendersi cura dei membri della propria famiglia portò Rachel a vedere il mondo come bello, selvaggio e vulnerabile, dove ogni parte è interconnessa con le altre, non solo attraverso una accurata ricerca scientifica ma anche attraverso una vita passata a prendersi cura di anziani e di giovanissimi.
Nei primi tempi del suo lavoro al Bureau of Fisheries, la Carson scrisse un saggio di undici pagine sulla vita marina chiamato “The World of Waters“, che successivamente viene pubblicato con il titolo di “Undersea“.
“Under the Sea-Wind” venne stampato solo poche settimane prima che i giapponesi bombardassero Pearl Harbor e, nonostante le sue qualità, non conobbe mai la meritata gloria.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, le aziende chimiche americane avevano venduto il temuto DDT all’esercito per fermare la diffusione del tifo, che era trasmesso dai pidocchi. Le stesse aziende, dopo la guerra, iniziarono a commercializzare il DDT e altri pesticidi sul mercato, per trattare le colture delle fattorie e piante e fiori dei giardini. Dallo studio dei rapporti del governo su pesci e fauna selvatica, la Carson iniziò a capire che il DDT non era stato testato per un uso civile e molte creature diverse dagli insetti sembravano morire.
Nel 1946, le era stata rimossa una ciste al seno sinistro. Nel 1950, il suo medico trovò un’altra ciste.
“The Sea Around Us” vinse il National Book Award ed rimase nella lista dei best-seller del New York Times per ottantasei settimane, un record.
“Non riesco a pensare a un posto più eccitante in cui stare che nel mondo della bassa marea, quando la bassa marea cade molto presto al mattino, e il mondo è pieno di odore di sale, e il suono dell’acqua e la morbidezza della nebbia”.
Il libro della Carson sulla spiaggia era diverso da altre pubblicazioni simili, forniva una descrizione della spiaggia intesa come un sistema unico, un ecosistema, una parola che la maggior parte dei lettori non aveva mai sentito prima, e che la stessa Carson usava raramente.
Scrivendo in riva al mare, Rachel Carson si innamorò. Incontrò Dorothy Freeman nel 1953 sull’isola del Maine dove aveva costruito la sua casa.
Nel 1955 venne pubblicata la sua nuova opera, “The Edge of the Sea“, un nuovo libro da record. Quando sua nipote Marjorie morì di polmonite, la Carson ne adottò il figlio di quattro anni, Roger.
Nel 1958, una casalinga del Massachusetts, attenta osservatrice di uccelli, Olga Owens Huckins, scrisse una lettera alla Carson sull’uso dei pesticidi e sulle loro conseguenze sull’ambiente. Pochi mesi dopo la madre di Rachel morì
La primavera del 1959 fu la prima primavera della Carson senza sua madre. Scrisse che su superfici sempre maggiori degli Stati Uniti, la primavera ora arrivava non annunciata dal ritorno degli uccelli, e le prime ore del mattino erano stranamente silenziose, mentre una volta erano piene della bellezza del canto degli uccelli.
Di lì a poco si ammalò di un tumore. La Carson tenne segreto il suo cancro perché era una persona riservata, ma anche perché non voleva dare alle aziende chimiche la possibilità di licenziare il suo lavoro perché motivato dalla sua malattia. Questo richiedeva un formidabile stoicismo. All’inizio del 1961, era, a fasi alterne, su una sedia a rotelle. Una malattia seguì l’altra: l’influenza, le infezioni da stafilococco, l’artrite reumatoide, le infezioni agli occhi.
All’inizio, alla Carson era stato detto che non sarebbe sopravvissuta che pochi mesi. Aveva paura di morire ma aveva paura di morire prima di poter finire il libro. Nel gennaio del 1962 presentò al New Yorker una bozza quasi completa del libro.
“Silent Spring” apparve sul The New Yorker, in tre parti, nel giugno 1962, e come libro, pubblicato da Houghton Mifflin, a settembre.
La potenza dei suoi scritti venne percepita subito dai lettori. “Posso entrare nei negozi di mangimi qui e comprare, senza dare alcuna ragione, abbastanza veleno da eliminare tutte le persone in Oregon”, ha scrisse un giardiniere in una lettera a commento del libro.
Rachel Carson non vide più l’oceano. Né sarebbe stata ricordata per ciò che scrisse sul mare.
Il 14 aprile del 1964 Rachel Carson morì.