Appartenente alla famiglia delle Cupressacee, il Cipresso Nero, o Cupressus sempervirens ‘Pyramidalis’, è originario della regione del Mediterraneo.
In Toscana, sulle colline tra Firenze e Siena, o in Umbria viene usato nei giardini o lungo i viali di accesso alle case di campagna per accentuarne le dimensioni e l’importanza.
L’origine del Cipresso è molto antica e ne esistono molti esemplari monumentali dalle dimensioni importanti. In Romagna, nel convento francescano “Santa Croce”, esiste un cipresso, che secondo la leggenda, fu piantato da San Francesco in persona nel 1213.
Gli antichi Etruschi avevano scoperto che il cipresso ha una radice a fittone, che si allunga verso il basso e con poche diramazioni laterali. Per questo lo impiegavano nei pressi delle necropoli, al posto di altri alberi. Il cipresso non danneggiava le tombe e le sepolture funerarie. Probabilmente, i primi che lo hanno introdotto in Italia sono stati i Fenici.
Il Cupressus sempervirens è un albero vigoroso, sempreverdi, dalla tipica corteccia squamosa. Ha un portamento colonnare, con la chioma dalla forma ovoidale. Le sue foglie sono piccole, simili a squame e a piccoli coni sferici. Sprigionano un intenso aroma inconfondibile se sfregate leggermente.
A seconda della zona in cui è messo a dimora, raggiunge dimensioni variabili, talvolta anche maestose, in ogni caso con portamento stretto e colonnare.
Le foglie verde scuro, simili a scaglie, sono in media lunghe 2-5 mm, appaiono con germogli arrotondati, sui rami ascendenti.
Il Cipresso Toscano predilige zone dal clima mite, dove gli inverni non sono troppo lunghi e con freddi intensi. La sua posizione preferita è ben esposta ai raggi del sole. Predilige terreni sciolti e ben drenati. Non tollera i terreni con eccessi di acqua. E’ una pianta rustica che ha la capacità di adattarsi bene anche ai terreni più poveri.
Se desiderate mettere a dimora un Cipresso nel vostro giardino, vi consiglio di acquistarne un dalle dimensioni contenute per più motivi: il prezzo pagato sarà contenuto, la nuova pianta si adatterà velocemente alla nuova dimora, non avrete problemi di trasporto per le dimensioni e di messa a dimora, l’attecchimento sarà garantito.
Se volete risparmiare qualcosa al momento dell’acquisto, potrete acquistarli nei mesi di marzo e aprile, in zolla. Se volete una maggiore garanzia di attecchimento, preferite la pianta in vaso.
Nel caso abbiate scelto una pianta di dimensioni maggiori, questa necessità di un tutore per evitare che si fletta con il vento, prima che le radici facciano presa nel terreno.
Il Cipresso sopporta molto bene periodi prolungati di scarsità di acqua ma solo una volta adulto.
I suoi frutti sono rotondi, chiamati “galbuli” o “coccole “, sono di colore verde lucente, quando sono acerbi, per poi diventare, una volta maturi, di colore marrone – grigio. La sua fioritura si ha tra marzo e giugno, a seconda delle zone.
Il Cupressus sempervirens necessità di concimazioni per svilupparsi al meglio. Meglio somministrare concimi organici durante l’inverno, anche per migliorare la struttura del terreno circostante.
Una volta messo a dimora, un giovane esemplare di cipresso necessita di innaffiature regolari. Solo una volta divenuto adulto, sarà in grado di fare a meno dell’irrigazione.
I ristagni d’acqua possono portare a marciumi radicali e compromettere la salute e la stabilità della pianta.
Il Cipresso richiede una bassa o nulla manutenzione per crescere sano e rigoglioso. Può essere affetto da afidi.
I Cipressi Neri o Toscani sono utilizzati nella realizzazione di giardini come punti focali, per evidenziarne o nasconderne un elemento. Se volete un giardino mediterraneo, il cipresso non può mancare. Un vantaggio di questo albero è che ha un ingombro ridotto e proietta poca ombra nelle sue vicinanze, quindi può essere utilizzato anche in spazio relativamente piccoli.
Una leggenda greca racconta l’origine mitologica del Cipresso. Apollo, il dio del sole, si era invaghito della bellezza del giovane Ciparisso, che aveva per compagno un cervo addomesticato, dalle corna d’oro. Mentre si esercitava con l’arco, un giorno, Ciparisso colpì mortalmente il cervo. Tanta era la sua disperazione da implorare la morte. Apollo, commosso dal dolore, lo trasformò in un albero al quale dette il nome di “Cipresso”. Da allora divenne il simbolo del lutto e dell’accesso all’eternità.