Thomas Fairchild il primo giardiniere sostenitore dell’importanza dei giardini nelle città
In altri post di questo blog, più volte, abbiamo parlato di giardinieri famosi e altri personaggi di scienza, che nel corso dei secoli hanno dato un contributo allo sviluppo dello studio delle piante, della progettazione e della cura dei giardini in tutto il mondo. Solo per citarne alcuni, uomini o donne, Mirei Shigemori, Cecil Pinsent, Stefano Mancuso, Martha Schwartz, Lancelot ‘Capability’ Brown, Maria Sibylla Merian.
Oggi parleremo di Thomas Fairchild, un giardiniere colpito dal germe della curiosità, grazie al quale ha dato vita a nuove varietà di piante, grazie alla tecnica dell’ibridazione e che ha cambiato il volto del vivaismo e del giardinaggio che tutti noi oggi conosciamo.
Un orticoltore che ci ha aiutati a comprendere meglio i misteri dei geni del mondo vegetale e che ha fornito le basi per lo sviluppo della teoria dell’evoluzione. Molti appassionati di giardini conoscono il lavoro fatto da Lancelot ‘Capability’ Brown, uno dei più noti paesaggisti del Regno Unito, che ha contribuito alla creazione del concetto di giardino all’inglese. Numerose sono le testimonianze che ha lasciato nel paesaggio inglese questo abile amante e professionista dei giardini e altrettante sono le innovazioni nell’arte e nelle pratiche di giardinaggio che ha introdotto per primo.
Chi è Thomas Fairchild
Thomas Fairchild non ha la stessa popolarità di Lancelot ‘Capability’ Brown ma aveva una mente brillante e curiosa supportata dalla volontà di sperimentare, di provare cose nuove. Il suo lavoro ha reso migliori le conoscenze di come è fatto il mondo vegetale, partendo dai mattoncini più piccoli, i geni. Ha aiutato a raccogliere le prove necessarie a fondare la teoria dell’evoluzione.
Lo potremmo chiamare anche il primo giardiniere che sosteneva l’importanza dei giardini in città. Immaginiamolo come un moderno giardiniere alla moda, che vive a Londra, nel quartiere di Hoxton, che disquisisce e approfondisce le sfide che si incontrano nel fare giardinaggio nei piccoli spazi urbani, in condizioni difficili. Oggi, in un periodo in cui le persone hanno, per costrizione dovute al Corona virus, più tempo da trascorrere in casa, si riscoprono anche i piccoli anfratti di città: davanzali, terrazzi, corti e cortili interne, tetti, ecc. . Ognuno di questi è un luogo da sfruttare per coltivare una pianta. Ogni pianta migliora l’ambiente intorno a lei. Questo Thomas Fairchild lo aveva capito già oltre 300 anni orsono. Il suo libro più famoso, The City Gardener, è stato pubblicato nel 1722.
Il primo giardiniere che sosteneva l’importanza dei giardini in città
All’età di 15 anni divenne apprendista presso un produttore di tessuti in città, come molti suoi coetanei dell’epoca. Nel 1690 Fairchild si stabilì a Hoxton, nel nord-est di Londra. A quel tempo Hoxton era un centro per noto l’orticoltura, con un paesaggio composto da campi agricoli e vivai. In questa cittadina Fairchild iniziò a lavorare in un vivaio e alla fine del secolo acquistò l’attività per condurla in proprio. All’inizio del 1700 la sua attività, nota come City Gardens, era famosa in tutta Londra, in modo particolare per le sue piante rare. Fairchild mise a dimora uno dei primi alberi di banane del Regno Unito e impiantò e curò un vigneto con più di 50 varietà di uva.
Nel 1721 Richard Bradley, membro della Royal Society, descrive l’insolito e curioso giardino di Thomas Fairchild a Hoxton, come il luogo dove trovare la più grande collezione di frutti di quel periodo. Con passione, pazienza e cura meticolosa Fairchild aveva creato una rete di botanici e collezionisti di piante attraverso la quale era in grado di ottenere piante da tutto il mondo.
Quando Fairchild iniziò la propria attività nel campo dell’orticoltura, l’esistenza degli organi sessuali e della riproduzione nelle piante era un argomento molto controverso tra gli studiosi e solo pochi iniziavano ad approfondirlo.
Pensate che l’Università di Oxford, con il Botanic Garden fu fondata nel 1621. La sua missione primaria era quella di promuovere l’apprendimento e la divulgazione della gloria di Dio. Tuttavia, ben presto i progressi scientifici iniziarono a dare i loro frutti e a descrivere come le piante fossero in grado di riprodursi e mutare senza la mano di Dio. A questo punto, iniziarono delle vere e proprie dispute accademiche tra naturalisti e botanici per cercare di conciliare due aspetti tanto diversi della scienza naturale.
La prima pianta ibrida
In tutto questo trambusto tra accademici e studiosi, nel 1717 Thomas Fairchild creò la prima pianta ibrida della storia, incrociando con successo un garofano rosa (Dianthus caryophyllus) con un Dianthus barbatus, dando vita alla pianta risultante, descritta come Dianthus caryophyllus barbatus, nota come Fairchild’s Mule.
Attraverso il suo lavoro di ibridazione, Fairchild creò i primi ibridi di Dianthus sterili. La svolta scientifica è stata di grande valore, gettando le basi dell’era moderna dell’orticoltura e dell’agricoltura, dominata dall’ibridazione delle piante per scopi ornamentali o produttivi.
Nel 1722 Thomas Fairchild pubblicò un piccolo libro dal titolo: The City Gardener. Nel testo era descritto il metodo migliore per la coltivazione e l’ordinamento di sempreverdi, alberi da frutto, arbusti fioriti, fiori, piante esotiche, ecc. e come impiegare e far prosperare al meglio queste specie ornamentali nei giardini di Londra. The City Gardener mostra che Fairchild era ben consapevole dei vantaggi che il giardinaggio può avere in città. Il giardinaggio migliora l’aspetto della città, incoraggia la sopravvivenza della fauna selvatica e aiuta il benessere mentale delle persone che vi abitano. Ognuno di questi è un aspetto ben noto ed estremamente importante per coloro che, anche oggi, si occupano di piante e di verde urbano.
Catalogo di alberi e arbusti, piante e fiori
Nel 1725 entrò a far parte di una società appena costituitasi a Londra, composta da giardinieri, vivaisti e botanici. La società doveva servire a creare scambi e condivisione di informazioni sulle piante studiate o possedute. I membri contribuivano alla compilazione di un registro con i nomi e le descrizioni delle piante che condividevano tra loro. Da questa raccolta è stato poi pubblicato una sorta di catalogo di alberi e arbusti, piante e fiori, propagati per la vendita nei giardini.
Alla sua morte, avvenuta nel 1729, donò un lascito testamentario agli amministratori della chiesa di St. Leonard, affinchè questi celebrassero con un sermone annuale, tenuto ogni martedì di Pentecoste, con argomento principale, le meravigliose opere di Dio nella creazione e la Certezza della risurrezione dei Morti, testimoniata dai mutamenti certi delle parti animali e vegetali della Creazione . Ancora oggi i “Sermoni vegetali” sono celebrati puntualmente.
A Londra esiste lapide in pietra in memoria di Thomas Fairchild, ormai quasi illeggibile, in un triste terreno a pochi passi dal Columbia Road Flower Market, dove i venditori ambulanti vendono i colorati successori del Fairchild’s Mule.
Cosa può insegnarci oggi un giardiniere vissuto più di 300 anni fa?
Giardinaggio in città, perché i giardini urbani sono importanti?
Le sfide che affrontano oggi un giardiniere esperto o un appassionato di giardinaggio nei giardini delle città, assomigliano molto a quelle viste da Thomas Fairchild, vissuto più di tre secoli fa. Oltre l’80% della popolazione mondiale vive in agglomerati urbani e città metropolitane, in appartamenti, gli alloggi più comuni.
Quartieri con grandi condomini e un’alta densità abitativa, significano pochi spazi verdi e di piccole dimensioni, con una scarsa illuminazione naturale.
Per non parlare della qualità dell’aria, spesso davvero ai limiti della respirabilità. Nel XVI/XVII secolo, durante la vita di Fairchild, Londra era soffocata dai miasmi dovuti dalla combustione del carbone. Al carbone, oggi, si sono sostituiti le emissioni degli stabilimenti produttivi e della combustione dei veicoli a motore.
Come è possibile migliorare la qualità della vita di chi vive in città con i giardini? Fairchild, forse uno dei primi giardinieri urbani, aveva alcuni suggerimenti da offrirci.
Anche in un ambiente poco ospitale e promettente per la natura, dei giardinieri ostinati possono riuscire a creare giardini o balconi sorprendenti. Pareti verdi, vasi e fioriere per terrazzi e balconi, oltre a ogni altro piccolo spazio disponibile in interno o in esterno possono essere utilizzati per piantare alberi, erbe annuali, fiori esotici. Fairchild spronava i suoi ‘proseliti amanti del verde’ a sfruttare ogni centimetro quadrato di potenziale spazio per coltivare ortaggi, fiori, arbusti e persino alberi.
Oggi possiamo immaginare grandi metropoli come Londra, New York, Tokyo o Pechino come ambienti per costruire una città relativamente verde, con giardini privati , tetti e pareti verdi, terrazzi lussureggianti, balconi fioriti. Purtroppo, questo potenziale spazio verde, ogni anno, viene minacciato. Le nuove abitazioni sono generalmente più piccole, con spazi verdi sempre più ridotti. I giardini posti sul fronte delle abitazioni sono spesso pavimentati, per ridurne la manutenzione al minimo o per creare il parcheggio delle auto.
Come possono i giardini migliorare la qualità dell’aria e salvaguardare la fauna selvatica?
Thomas Fairchild era determinato a capire quali piante sopravvivevano e in che modo, in presenza di condizioni con qualità dell’aria pessime, come nella nebbia di carbone di Londra.
Allora come oggi, è inutile e dispendioso piantare delle piante da ombra al sole, delle piante alpine in riva al mare o scegliere piante da mettere a dimora in città ma che non siano capaci di sopravvivere in condizioni di forte inquinamento.
In The city Gardener, Thomas Fairchild descrive oltre cinquanta piante diverse che potevano sopravvivere alle condizioni di inquinamento presenti allora. Tra queste, l’Angelica, secondo lui era in grado di sopravvivere anche con forti concentrazioni di fumo nell’aria. E’ utile notare che le piante che crescono in città, richiedono cure adeguate e diverse da quelle coltivate altrove per sopravvivere in questo ambiente poco ospitale, ad esempio, le potature dovrebbero essere ridotte al minimo e solo funzionali alla pianta.
Le piante possono migliorare la qualità dell’aria delle città
Dopo quasi trecento anni, abbiamo capito che le piante possono migliorare la qualità dell’aria delle città. Botanici, architetti del paesaggio, giardinieri e vivaisti sono alla continua ricerca di piante capaci di sopravvivere all’inquinamento ma anche in grado di ridurne gli effetti. Le piante possono catturare e trattenere temporaneamente le particelle inquinanti sulle foglie, oltre che assorbire gli inquinanti gassosi.
Tutto questo facilita molto il miglioramento della qualità dell’aria. Ma molte specie vegetali emettono anche sostanze chimiche, chiamate composti organici volatili biogenici (BVOC), che possono interagire con altre sostanze presenti nell’aria, generando effetti dannosi sulla salute dell’uomo. E’ fondamentale scegliere le piante migliori per vivere in un ambiente fortemente antropizzato, che abbiano una ridotta emissione di BVOC e con la forma delle foglie più adatta ad assorbire gli inquinanti.
La salvaguardia dell’ambiente
Anche se ai tempi di Fairchild la questione della salvaguardia dell’ambiente e della sostenibilità non fossero proprio di moda, egli aveva compreso che era meglio avere parchi e giardini di città più simile ad un giardino di campagna o ad un bosco, piuttosto che ad un giardino formale. Piccoli animali ed uccelli possono vivere facilmente anche in presenza dell’uomo se viene loro offerto un luogo ospitale. Il giardino di città dovrebbe essere formale, con la presenza di camminamenti ed aiuole ma al tempo stesso selvaggio, con un’alta densità di piantumazione di alberi ed arbusti. Fornire arbusti, alberi e piante da fiore aiuta gli uccelli oltre che gli insetti impollinatori.
Non dobbiamo pensare alla città solo come a folte schiere di palazzi e aride strade ma anche come ad isole formate da parchi, giardini ed orti urbani. Questi ultimi li possiamo vedere come paradisi per gli insetti utili, come coccinelle, api e bombi, oltre che per altri animali selvatici. Provate a costruire in giardino o in terrazzo un hotel per insetti o bug’s hotel o una bat box per pipistrelli.
Gli impollinatori si posano più volentieri sulle piante autoctone, durante la loro stagione di fioritura. Mentre le piante non autoctone possono essere molto utili poiché prolungano le fioriture disponibili nel corso dell’anno, fornendo un’ulteriore fonte di cibo. Gli orti urbani, se gestiti in modo sostenibile, senza l’impiego di pesticidi e diserbanti, possono fornire cibo e riparo a numerosi animali selvatici.
Come possono i giardini urbani migliorare la salute mentale?
Chi ama e vive un giardino capisce facilmente quali possono essere i suoi benefici sulla salute. Più volte abbiamo parlato degli effetti benefici delle piante sulla salute: dall’uso di oli, estratti, fiori, foglie, al miglioramento della qualità dell’aria, alla creazione di ambienti più rilassanti.
Thomas Fairchild aveva capito molti anni fa quali potessero essere i benefici dell’accesso a degli spazi verdi e al contatto con la natura per dei cittadini stressati e malaticci. Per gli abitanti delle città visitare un parco o un giardino nelle pause dal lavoro o nel tempo libero, fare attività fisica all’aria aperta può aiutare a ridurre fortemente i livelli di stress.
Numerosi studi scientifici hanno approfondito il fatto che l’esposizione ad ambienti naturali stimoli lo svolgimento di funzioni cerebrali elementari, rendendo più facile per il cervello ricostituire la sua capacità di concentrazione.
Questi studi hanno dimostrato che praticare il giardinaggio con regolarità può migliorare la salute fisica e mentale, come più volte detto. Il giardinaggio riduce il rischio di malattie cardiache, cancro e obesità e migliora l’equilibrio, aiutando a prevenire le cadute in età avanzata.
Quali piante mettere a dimora in un cortile o su un balcone di città, secondo Thomas Fairchild
In The City Gardener Fairchild suggerisce quali sempreverdi, arbusti e fiori possono essere piantati con successo per essere coltivati su balconi e in fioriere in città. Tra questi sono descritti l’alloro, l’edera, il caprifoglio, ecc.. Per gli amanti del giardino mediterraneo, con spazi con condizioni ideali, la lista comprende anche mirti, agrumi, campanule e piante di aloe.
Chi ha la ‘sfortuna’ di avere cortili in ombra o solo spazi ristretti, dovrebbe mostrare quali sono davvero le sue capacità di giardiniere esperto. In queste condizioni, il City gardening diventa una vera e propria sfida. Occorre utilizzare solo piante selezionate con cura, come gelsi, lillà, fichi e, come rampicanti, Partenocissus quinquefolia.
Se state cercando degli alberi, arbusti, piante fiorite o rampicanti per il vostro parco, giardino, cortile, terrazzo o balcone di città, per dare colore, forma e struttura ai vostri spazi verdi, contattatemi. Insieme potremo capire i vostri desideri. Vedremo se il vostro spazio verde è il posto migliore per coltivare con successo piante per giardini insoliti e quali specie e varietà cresceranno meglio. Posso aiutarvi a crescerle e a prendervene cura, in modo che prosperino e contribuiscano a creare un ambiente sano e piacevole.
A questo punto, non vi resta che selezionare con cura quello che preferite per il vostro parco o giardino, comprarlo, piantarlo e condividere con noi le vostre esperienze verdi, lasciando un commento sul mio sito!