Lancelot Brown, biografia e opere famose
Spazi aperti, alberi di colori diversi per offrire tante scenografie quante le ore della giornata, prati ondulati a creare chiaro-scuri e prospettive da far invidia ai più abili pittori che la storia dell’arte ricordi. Sono gli ingredienti base del parco semplice e naturale secondo Lancelot Brown, ribattezzato come il “William Shakespeare del giardino”. Il mondo lo ricorda per essere stato il “primo grande paesaggista della storia”.
Visse nel Settecento in quella stessa Inghilterra che brindava con entusiasmo al neonato “ha-ha”, ossia un “fossato”, una siepe o un recinto comunque invisibile, fatto per dividere la zona del parco dalla proprietà del nobile destinata al pascolo (sotto la foto come esempio).
Il paesaggio inteso come possibilità
Brown fu capace di distinguersi dagli altri “colleghi” per la tenacia nello stravolgere le tenute. I suoi clienti lo sapevano e lo sceglievano proprio per questo motivo. C’è da dire che per loro non era Lancelot ma lo avevano soprannominato Capability, in onore della testardaggine e l’abilità che lo contraddistinguevano, ma soprattutto perché per Brown ogni luogo possedeva delle capabilities (possibilità). Geniale: gli bastava dare un’occhiata alle tenute per rivoluzionarle e vederne le potenzialità. Non è un caso se furono ben 260 i siti che personalizzò.
Residenze meravigliose
Alle righe dello stile francese, nel XVIII secolo lui rispose a suon di residenze di nobili incastonate (come gioielli) da scenografie fatte di laghetti e praterie, fiumi e colline ottenute grazie a sbancamenti di terra. Chi volesse dare la caccia ai suoi tesori avrebbe 260 diverse possibili mete da visitare. Peccato che solo 150 di questi sono attualmente ammirabili. Ma sono tutte strutture del calibro di Chatsworth, Warwick Castle e Harewood House.
Un uomo semplice
Chi era Lancelot Brown? Prima di diventare Master Gardner di re Giorgio III, ne vide d’acqua passare sotto i ponti. Rimasto orfano quando aveva solo 4 anni, fu “adottato” da Sir William Loraine dove già lavorava il padre.
Con lui rimase a lungo e imparò “sul campo”. A 23 anni si stabilì a Stowe da Lord Cobham; Stowe (una sua veduta del 1750, nella foto qui sotto) a quei tempi era il più celebre giardino d’Inghilterra. E lì Lancelot vide i giardini creati da John Vanbrugh e William Kent. Proprio l’architetto Kent era stato “contaminato” dalle Ville palladiane in Italia, che cominciarono a rivivere nei giardini di cui curò l’architettura, con stagni artificiali e templi.
Genio dal pollice verde
Senza avere una laurea in botanica, né in architettura o idraulica e ingegneria, Brown si dedicò con ardore alla progettazione e costruzione di siti. Nella residenza di Lord Clive of India a Claremont, il creativo Capability pensò perfino agli spazi di servizio sotterranei per la servitù.
Che dire invece della tenuta a Croome? Fu talmente straordinario il risultato ottenuto nella villa in stile palladiano della tenuta di Lord Coventry a Croome, che il committente dedicò a Lancelot (in vita) un monumento in sua memoria, per aver trasformato una palude in un meraviglioso parco. E straordinari luoghi da visitare furono anche Kirlington, Burghley (veduta di Burghley House di seguito), Blenheim (dove visse Wiston Churchill) e Petworth, considerato come il “più puro tra tutti i parchi di Brown”.
Lord capability. Brown un genio assoluto e poco compreso
Grazie per il suo apprezzamento.
Buon giardinaggio,
Tiziano Codiferro