12 idee per il riciclo creativo in giardino
Tanti sono i metodi – alcuni anche kitsch o chic- quando si parla di riciclo creativo, ma se c’è di mezzo il “verde” tutto è permesso. Sono molte le proposte, tanti i materiali utilizzati, non sempre sono pratici o “utili” ma spesso hanno una funzione più che altro provocatoria e di stimolo per le persone.
In giro si vedono principalmente bottiglie di plastica… a sottolineare un grande abuso di “imballaggi” alimentari, ma fortunatamente c’è il riciclo! Bottiglie sagomate, legate a dovere e ben disposte che, riempite di terriccio, diventano un perfetto vaso di coltivazione per far crescere insalate e piccole sarmentose, come le fragole. Un sistema di coltivazione fuori terra che, per chi non ha un giardino o un balcone poco spazioso, è sempre molto comodo.
C’è anche chi si è inventato un sistema “idroponico”. Non è però troppo corretto definirlo tale perché non c’è un riciclo in continuo di acqua che viene fatta decantare in un bacino di raccolta, ma come disposizione e forma può ricordare le colture idroponiche. Si utilizzano taniche di acqua da 5 litri, tagliate a metà e riempite di terriccio dove vengono disposte le piantine.
Oppure chi, come il Designer Angelo Grassi ha riciclato moquette da pavimenti per creare delle “tasche” in cui inserire ortaggi e fiori per farli crescere in verticale appoggiate alle pareti.
In questo caso il riciclo creativo diventa un’arte. I suoi pezzi sono design, arredamento per esterno, attento al riuso dei materiali.
Si spazia dalla seduta Margherita realizzata in acciaio e rete elastica; alla Collezione Vegetale costituita da diversi manufatti originali costruiti sul concetto di recupero.
Tra questi spicca la nuova linea in trama di ferro che vanta tavoli, sedie, panchine che consentono la crescita di piante rampicanti come edera o fragole. Questi pezzi sono stati presentati nel 2009 presso il fuori salone di Milano.
Ci sono poi pavimentazioni “Ripietra”; sembra una pietra naturale, ma è materiale riciclato al 100%, un impasto di scarti urbani in polietilene e di legno.
E l’Orto vaso? Per chi non ha molto spazio può impilare i vasi in verticale e possono essere utilizzati sia per l’esterno sia dentro casa creando delle vere e proprie pareti verticali in cui piantare piante aromatiche e fiori ricreando anche una quinta in giardino o in terrazzo!
Ritornando invece nell’amabile “arte del fai da te”, che implica spesso anche improvvisazione e ingegno casalingo vi mostriamo:
Tappi di sughero e vecchie posate, principalmente cucchiai, utilizzati come strumenti su cui scrivere il nome dei vegetali coltivati.
Vecchi pneumatici utilizzati come fioriere appese o posate a terra ricreando così dei “pouf” verdi dalle dubbie valenze estetiche, ma sicuramente stridenti e d’impatto comunicativo!
Barattoli in latta utilizzati come vasi, da appendere come fioriere o appoggiati su di un bancone da lavoro o sul davanzale della cucina!
E poi barili di ferro utilizzati come fioriere!
Grondaie e pallet vengono poi usati come supporti per creare del “verde verticale” meno costoso di quello che propone Patrick Blanc.
Insomma, che dire, a chi manca un po’ di ingegno troverà di tutto per mettersi al lavoro e costruire qualcosa di interessante prendendo spunto da idee che trova in rete o comprandole direttamente.
Di opzioni ce ne sono tante e come si dice: “La fantasia va oltre i confini” quindi chi ha altre proposte alzi la mano!
oooooooh, che meraviglia, che bellissime idee! Così l’orto è pure un piacere per gli occhi.
Questi articoli lasciano pensare quanto la l’ignoranza dilaghi infangando la cultura del riutilizzo (e non riciclo, il riciclo implica una trasformazione industriale)!
L’autore di questo articolo deve spiegarmi cosa c’entrano i progetti di Angelo Grassi con il riutilizzo!
-le sedute in tondini in ferro (o rete elettrosaldata)o la seduta margherita non hanno nulla a che vedere con il concetto di riciclo e tanto meno con quello di recupero. Vorrei sapere recupero di cosa!
Semplice pubblicità!!!
Pubblichiamo la risposta delle gentili autrici del guest-post:
“Ciao Manolo,
grazie per aver commentato e contribuito a creare un discussione produttiva sull’argomento.
Per quanto riguarda il post abbiamo riportato delle informazioni sulle idee e soluzioni di cui eravamo a conoscenza. Da parte nostra può esserci stata assolutamente una carenza sull’argomento per cui ben venga il confronto e la possibilità di avere maggiori informazioni sul tema.
Noi crediamo che il riciclo sia prima di tutto un approccio etico verso il grande consumismo che oggi affligge la nostra civiltà. Da qui è poi nata una forma d’arte e di design che ha l’obiettivo di recuperare materiali che non hanno del tutto esaurito la loro funzione o che possono rivivere una nuova vita attraverso la rielaborazione di creativi che ne vedono una nuovo utilizzo. Questi possono e talvolta devono subire trasformazioni industriali. Vero. Però è vero anche che talvolta si trovano materiali nuovi che non sono mai stati utilizzati e per i quali si trovano strade alternative!
L’esempio di Angelo Grassi è proprio questo, non è stata pubblicità, ma semplice libera promozione di esempi di cui siamo a conoscenza.
La moquette per pavimenti usata è stata recuperata per creare tasche, la sedia Margherita costruita recuperando del materiale plastico mai utilizzato ma che doveva essere usato per fare altro e che è stato affiancato ad un nuovo telaio metallico per creare una sedia…
Se si guarda il dizionario poi si può notare che il riciclo, come termine, non implica in assoluto una trasformazione industriale. In ogni caso, se abbiamo sbagliato, facciamo ammenda e per questo ti invitiamo, se ti va, a scrivere un post sul tema per fare chiarezza!”