Perché si regalano le mimose per la Festa della Donna?
Una macchia di colore acceso e vivace in tantissimi giardini che a molti fa venire subito in mente la primavera. Un fiore che dona numerose sensazioni, tra colpo d’occhio e profumi. È la mimosa, pianta ormai presente stabilmente nei nostri territori, entrata nella cultura italiana per motivi molto importanti.
Nel nostro paese la mimosa è infatti il fiore simbolo della Festa della Donna, che si celebra ogni anno l’8 marzo. Ma come mai è stata fatta questa scelta? Ci sono molti motivi legati sia alla storia di Italia che al simbolismo in generale.
Una pianta originaria del Nuovissimo Continente
Eppure la mimosa non è una pianta originaria dei nostri territori, è infatti arrivata dall’Australia (precisamente dalla Tasmania) nel XIX secolo, assieme ad altre piante, ad esempio l’Eucalyptus. Si tratta di una specie appartenente al genere Acacia e alla famiglia delle Mimosaceae. Oggi è divenuta molto diffusa nel nostro paese e nei nostri giardini, soprattutto nelle varietà Acacia dealbata, comunemente nota come “mimosa”. È caratterizzata da foglie di colore verde argenteo e soprattutto dai tipici fiori gialli profumati. Questi ultimi in realtà sono infiorescenze dalla forma sferica che spuntano all’apice dei rametti. Alcune varietà non presentano le classiche foglie, ma hanno delle foglie trasformate, che sono come dei rametti appiattiti, chiamati filladi.
Le mimose possono essere arbusti, alberi e rampicanti sempreverdi dalle dimensioni variabili, che si sviluppano meglio in zone in cui gli inverni sono miti. Sono inclini alla fioritura dalla fine di gennaio, nel momento in cui le giornate iniziano ad allungarsi e le temperature iniziano a salire, trovando il massimo splendore proprio nel mese di marzo, con lo sbocciare della primavera. Il tronco, con una corteccia di colore cinerino, presenta delle caratteristiche fessurazioni verticali di colore rossastro. E’ una pianta accrescimento molto rapido. Resiste piuttosto bene a temperature minime comprese tra i -5 e i -10 C°, se riparata da un muro o da altre piante e con la giusta esposizione, possibilmente a Sud. La mimosa rende splendidi i giardini e i terrazzi dove il clima è più mite. Nelle zone più fredde può essere coltivata, soltanto in vaso, in giardini d’inverno o in casa.
Perché si regala la mimosa l’8 marzo
La Giornata della Donna è stata istituita in tutto il mondo nel 1977, ma l’uso comune di abbinare a questa celebrazione un fiore, come la mimosa è una tradizione precedente e tutta italiana. Il tutto nasce nel 1946, quando fu proposta da due attiviste iscritte all’UDI (Unione delle Donne Italiane), Rita Montagnana e Teresa Mattei.
La scelta fu fatta per diversi motivi. Innanzitutto la mimosa è un fiore che come abbiamo visto si sboccia a marzo, ha un costo contenuto ed è di facile coltivazione.
L’etimologia dell’Acacia dealbata si presenta come un poetico ossimoro: la parola “acacia” proviene dal greco e fa riferimento a qualcosa di immacolato, senza macchia, se si aggiunge la parola dealbata, quello che ne risulta è “candore non bianco”. Identifica la figura femminile, una donna che non può essere priva di debolezze e colma di virtù assoluta ma ricca di pregi e difetti, tenace ed inarrestabile, come la pianta che è una pioniera dei terreni difficili e poveri, nei quali vive e vegeta con grande caparbietà. Inoltre il colore giallo del suo fiore trasmette gioia e allegria.
La coltivazione della mimosa
La mimosa è una pianta che, al momento della fioritura, offre un colpo d’occhio affascinante; nonostante non necessiti di una manutenzione frequente, sono necessarie alcune accortezze per avere una pianta sana e con un bella fioritura. Per una buona crescita ha bisogno di climi miti, le gelate improvvise o prolungati periodi di freddo intenso possono essere molto dannose. Per questo motivo nelle zone fredde, viene coltivata in serra o in vaso.
La pianta ha bisogno di terreni freschi e ricchi, meglio se mescolati con concime e pietra pomice, in modo da facilitare il defluire dell’acqua per evitare dannosi ristagni idrici e successivi marciumi radicali. Si sconsigliano, pertanto, suoli sassosi o sabbiosi, per il grado di acidità del terreno dipende dalle varietà messe a dimora.
La pianta è ben tollerante alla siccità e mal sopporta gli eccessi d’acqua, tuttavia sono necessarie annaffiature regolari soprattutto nei primi due anni dall’impianto. La bagnatura del terreno deve essere più assidua nel periodo che va da maggio ad ottobre e con maggiore attenzione nei periodi più caldi. Nei momenti più freddi dell’anno è consigliato diradare gli intervalli di annaffiatura, anche se è sempre fondamentale avere sotto controllo l’umidità del terreno della pianta, che non deve mai rimanere a secco per lunghi periodi. Per favorire la crescita sana ed equilibrata della pianta è consigliabile effettuare concimazioni periodiche con alternanza di sostanze nutritive.
Le mimose necessitano di una potatura dopo la fioritura, soprattutto se coltivate in vaso, per mantenere un portamento compatto e ordinato, mentre per le piante che vivono in terra, si preferisce lasciarle crescere senza tagli.
Prima del sopraggiungere dell’inverno si consiglia di effettuare una ricca pacciamatura del terreno alla base della pianta per impedire che il gelo danneggi le radici superficiali della pianta.
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