Stephania pierrei o Stephania erecta: coltivazione e manutenzione
Le piante hanno molte funzioni, tra le quali anche purificare l’aria che le circonda, ma per molti hanno anche un incomparabile valore estetico. L’uso delle piante ad uso ornamentale, soprattutto nella coltivazione di piante da appartamento, è una tendenza in continua crescita, supportato da molte discipline, tra cui la biophilia.
La loro bellezza impareggiabile conferisce ad un ambiente interno un tocco naturale che fa sentire più vicini alla natura. Come abbiamo già visto in molti post di questo blog, per decorare un’abitazione, un ufficio, uno spazio commerciale si possono utilizzare numerose specie e cultivar di piante di origine tropicale o subtropicale. Si ottengono risultati stupefacenti che hanno come unico limite la fantasia. La Stephania pierrei, commercialmente conosciuta come Stephania erecta, è una delle bellissime specie che potete provare a coltivare come pianta da interno.
Il suo nome ha origine dal termine Stephania, derivato dal greco, che significa “una corona”, il quale descrive correttamente la disposizione delle antere. Le sue antere sono disposte in modo tale da ricordare la forma di una corona.
Lo sapevate che una specie di Stephania, la Stephania tetranda, è un’erba molto importante utilizzata da secoli dalla medicina tradizionale cinese, con il nome di Hang Fang Ji?
La Stephania erecta è una pianta caudiciforme, cioè forma degli steli spessi e gonfi con radici anche fuori terra, se coltivata in vaso.
Il caudex o caudice è l’ingrossamento che producono le radici o la parte basale del fusto e che ha lo scopo di immagazzinare i nutrienti e l’acqua per i momenti di difficoltà della pianta. Il suo caudice è di colore marrone scuro, ricorda molto bene una patata.
La Stephania pierrei è una pianta tropicale che proviene della Thailandia. Il genere Stephania raccoglie in sé piante da fiore, che appartengono alla famiglia delle Menispermaceae. Queste piante erbacee perenni possono raggiungere in natura, in condizioni ottimali, altezze fino a 4 metri.
La pianta di Stephania erecta è una pianta erbacea perenne, ha steli volubili che possono raggiungere fino a otto metri di lunghezza. Il suo tubero può avere un diametro di circa 30 cm.
Di solito, il tubero emette i primi germogli in primavera, quando le temperature iniziano a salire, dando vita a foglie dalla forma rotondeggiante, con fiori di colore giallo. La pianta è decidua, quindi se coltivata in luoghi non troppo caldi, le foglie moriranno durante l’inverno per poi tornare in primavera.
Consigli e informazioni principali sulla Stephania erecta
Cerchiamo di capire meglio quali sono le caratteristiche di questa pianta e come prendersene cura al meglio per avere un esemplare sano e rigoglioso.
Se vogliamo indicare un livello di difficoltà nella cura di questa singolare pianta, la Stephania erecta è moderatamente facile da coltivare.
Il rigonfiamento alla base della pianta è indicato da molte persone come un bulbo. In realtà, il termine corretto per descriverlo è caudex. Se ne acquistate una nuova da mettere a dimora in vaso, ricordate bene che perché il caudex inizi ad emettere nuova vegetazione possono essere necessari anche mesi. Per uscire dalla dormienza al caudex occorre tempo e pazienza, di cui deve dotarsi anche il giardiniere professionista o l’appassionato di giardinaggio che voglia coltivare una pianta del genere.
Durante il periodo vegetativo la pianta richiede di essere irrigata quando il terreno del vaso è quasi completamente asciutto ma mai secco. Quando si arriva alla stagione fredda e la pianta inizia la dormienza, occorre ridurre progressivamente le bagnature, fino a sospenderle del tutto. In inverno, le sostanze nutritive e l’acqua contenuta nel caudex sono sufficienti alla sopravvivenza della pianta.
Proprio per la conformazione del caudex, la capacità della Stephania pierrei di sopportare periodi di siccità prolungati è straordinaria rispetto ad altre piante d’appartamento. Nel dubbio se annaffiare di nuovo la vostra pianta o attendere ancora, meglio aspettare qualche giorno in più prima di annaffiare di nuovo. Questa specie è molto sensibile al marciume radicale, che può causarle notevoli danni. Fate sempre attenzione alle annaffiature troppo frequenti.
La posizione ideale nella quale coltivare la Stephania erecta in interno è un luogo luminoso con poca o nessuna luce solare diretta. Se non avete a disposizione un luogo simile o volete disporla in un luogo che non ha queste caratteristiche, potete sempre ricorrere ad un’illuminazione dedicata che le fornisca le condizioni ideali di crescita.
Per la concimazione usate sempre dei prodotti di prima qualità per piante da interno o anche da piante grasse. Il fertilizzante dovrebbe essere disciolto nell’acqua delle innaffiature e somministrato non più di una volta al mese durante la stagione vegetativa.
La Stephania pierrei, come visto sopra, è una pianta decidua, il che significa che alcune o tutte le sue foglie vanno perse ad un certo punto dell’anno, quando la pianta entra in dormienza. Pertanto, una perdita di foglie, parziale o totale, durante il periodo invernale e all’inizio della primavera è naturale, determinato dal suo comportamento durante il periodo di dormienza.
Come mettere a dimora il bulbo nel terreno per la prima volta
Una delle opzioni di acquisto in commercio della Stephania erecta è quella di reperire il solo bulbo, privo della parte vegetata, come se fosse un tulipano o un Amaryllis.
In questo caso, è naturale chiedersi di quale tipo di terreno e di vaso è necessario disporre per la messa a dimora del nuovo acquisto. Inoltre, è necessario capire a quale profondità mettere il bulbo nel terreno per consentirgli il miglior sviluppo, evitandogli eventuali danni.
Come per tutti i bulbi, esiste una parte alta e una bassa. Dalla prima spunteranno le prime foglioline, dalla seconda si dirameranno le prime radichette. E’ importante non mettere sottosopra il caudex quando lo si pianta nel terreno, altrimenti non avremo nessun risultato.
Terriccio
Per avere una pianta sana e rigogliosa uno dei consigli principali è quello di fornirle il terriccio migliore in base alle sue caratteristiche. Proprio per la presenza del caudex occorre avere un terriccio che abbia una buona capacità drenante, in grado di eliminare facilmente l’acqua in eccesso, magari con una componente di sabbia, perlite e una parte di compost, così da avere un substrato anche leggero e permeabile all’aria. E’ possibile aggiungere anche alcune piccole pietre o ciottoli per aumentare ulteriormente il drenaggio.
Vaso
Il vaso migliore che si può utilizzare per mettere a dimora una Stephania erecta è un contenitore co uno spiccato carattere decorativo, con adeguati fori di drenaggio (meglio se in terracotta o in ceramica). Meglio evitare i contenitori in plastica da vivaio o contenitori economici privi di fori di drenaggio. Consiglio sempre di utilizzare la terracotta poiché assorbe l’umidità e fornisce un contrasto esteticamente più gradevole con il bulbo legnoso e il fogliame. Inoltre, è un materiale naturale che, se di buona fattura, ha una lunga durata nel tempo. Ricordate di non posizionare mai la vostra pianta in un vaso senza fori di drenaggio poiché questo la destinerà in breve al deperimento certo.
Per quanto riguarda le dimensioni del contenitore, è importante assicurarsi che ci sia uno spazio tra il bordo del vaso e la base del bulbo di qualche centimetro. Anche se è meglio mantenere le radici aderenti in uno spazio non troppo ampio, potreste non averne abbastanza per versare il terreno tra le fessure.
Suggerimenti aggiuntivi
La disposizione del bulbo rispetto al suolo è essenziale per avere un buon risultato. Vi consiglio di posizionare la metà inferiore del caudex nel terreno, con il resto che emerge sopra il terriccio. Non è consigliabile metterlo troppo in profondità, poiché il rischio di marciume aumenta notevolmente man mano che si addentra nel terreno. Anche se in natura alcuni caudex si trovano quasi interamente sotto il livello del suolo.
Guida passo dopo passo
Dopo aver descritto alcune delle caratteristiche principali per la coltivazione della Stephania erecta, vediamo cosa fare passo dopo passo con un nuovo bulbo.
- Ponete la metà inferiore del bulbo in acqua calda per 24 ore per risvegliarlo. Se non siete sicuri di quale sia il lato superiore, cercate un piccolo anello circolare situato su una delle estremità appiattite. Dopo il risveglio il bulbo inizia la sua lenta crescita, ma è sempre importante ricordare che potrebbero essere necessari alcuni mesi prima che appaiano le prime foglioline.
- Al termine delle 24 ore, è giunto il momento di mettere il bulbo nel terreno. Disponete uno strato sottile di grandi pietre o cocci rotti alla base del vaso, prima di riempire la metà inferiore con il terriccio descritto sopra.
- Continuate a riempire del terriccio fino a raggiungere i due terzi dell’altezza del vaso. A questo punto posizionate il bulbo al centro. Non spingere il bulbo nel terreno ma semplicemente appoggiatelo sopra. Spingerlo troppo a fondo, compattando il terreno, potrebbe farlo marcire se in presenza di troppa acqua.
- Aggiungete un sottile strato di compost tra il vaso e il bulbo e innaffiate leggermente il terreno fino a quando delle piccole goccioline di acqua fuoriescono dai fori di drenaggio. Versiamo l’acqua direttamente sul bulbo per lavare via il terriccio che potrebbe essere rimasto attaccato ad esso. Aggiungete del terriccio se necessario al vaso dopo l’innaffiatura.
- Il nuovo terriccio rimarrà umido per lungo tempo. Innaffiate nuovamente il terreno tra una decina di giorni per reidratare il caudex. Ricordate sempre che l’eccessiva irrigazione è molto facile da ottenere in questa fase, quindi assicuratevi di fare attenzione per aiutare le radici a prosperare.
- Le radici della Stephania erecta possono svilupparsi prima del fogliame. Per capire quando è giunto il momento per il caudex di produrre la prima fogliolina, osservate con attenzione intorno al nodo del bulbo per eventuali segni di piccole protuberanze verdi. Questo è il nodo principale della pianta, per cui il nuovo fogliame si svilupperà al momento opportuno. In alcuni casi, ciò potrebbe richiedere solo un mese, mentre in altri si verificano attese di oltre quattro mesi.
Quali sono le condizioni ideali per coltivare la Stephania erecta
Posizione e luce
Il luogo ideale dove disporre una Stephania erecta in appartamento richiede un tocco di sole al mattino, oltre ad una buona dose di luce per tutto il resto del giorno. Troppa ombra o luce insufficiente aumentano la possibilità di indebolire la pianta e di avere umidità eccessiva. Sebbene la luce solare diretta sia utile per una Stephania, evitate gli eccessi che possono causare bruciature sulle foglie con raggi troppo intensi, soprattutto in estate.
La temperatura desiderata dalla pianta deve essere necessariamente superiore ai 15°C.
Acqua
Prima di bagnare di nuovo il terriccio del vaso occorre aspettare che sia quasi completamente asciutto ma non completamente secco. Questo è utile per evitare il formarsi di ristagni idrici che potrebbero danneggiare seriamente la pianta.
In inverno suggerisco di sospendere quasi completamente le bagnature, la pianta riesce a far fronte alle esigenze idriche grazie a quanto contenuto nel caudex.
Quando, sollevando il vaso, lo si sente leggero, rispetto a quando lo avete annaffiato l’ultima volta, questo è il momento migliore per bagnare di nuovo. Se le foglie iniziano ad ingiallire o a cadere in successione, riducete ulteriormente la frequenza delle irrigazioni per indurre la dormienza invernale.
È sempre meglio annaffiare con moderazione una Stephania erecta piuttosto che esagerare, poiché queste piante crescono naturalmente in condizioni semi-secche nei loro paesi di origine: Cambogia, Laos e Thailandia.
Nel caso la pianta non riceva sufficiente acqua mostra chiari sintomi di foglie arricciate o secche, appassite, ingiallite e una crescita stentata in generale.
Al contrario, i sintomi di eccessive irrigazioni mostrano foglie ingiallite o dorate, una crescita stentata con foglie avvizzite e la base del bulbo molliccia se non marcia.
Se avete esagerato con le innaffiature e ve ne siete accorti in tempo, aumentate leggermente l’intensità della luce sospendendo le bagnature. L’irrigazione eccessiva può essere aggravata o favorita da poca luce, da basse temperature o da una eccessiva frequenza delle bagnature anche se di modesta entità. Nel dubbio meglio controllare l’integrità dell’apparato radicale.
Umidità
Per avere sempre un’umidità costante intorno alla pianta è consigliabile avere un sottovaso con dell’acqua separata dal vaso della pianta. Se l’umidità circostante è troppo bassa o il calore troppo alto, le punte delle foglie della Stephania erecta possono iniziare a imbrunirsi e ad arricciarsi, specialmente alla luce diretta del sole. Nebulizzate delicatamente le foglie una volta alla settimana per idratarle e mantenerle pulite dalla polvere. Un livello di umidità del 60% o superiore è un buon livello per Stephania pierrei.
Concimazione
Effettuare una concimazione regolare non è sempre necessario per questa specie, poiché un terreno eccessivamente fertile può causare l’accumulo di sali nel tempo nel terreno. Consiglio di concimare la vostra Stephania erecta non più di una volta ogni due settimane nel periodo primavera, estate, riducendo progressivamente in autunno fino all’inizio dell’inverno. Si consiglia di utilizzare un fertilizzante solubile in acqua con bassi titoli di azoto, fosforo e potassio.
Se tutte le foglie ingialliscono e cadono durante l’inverno, non preoccupatevi. Riducete drasticamente le irrigazioni e la fertilizzazione per indurre la pianta alla dormienza.
Cura della pianta durante la dormienza
Se la pianta rispetta un buon periodo di dormienza al termine del suo periodo di crescita, consente al bulbo di recuperare vigore per la stagione successiva. Non è necessario tagliare le foglie, consiglio di lasciare la pianta così com’è, lasciando che le foglie cadano naturalmente.
In alcuni casi la pianta non perde le foglie e continua ad apparire come se stia continuando a crescere.
Cosa succede se perde tutte le foglie?
Come abbiamo detto sopra, la Stephania erecta è una pianta decidua, il che significa che ad un certo punto dell’anno lascia cadere alcune (o tutte) le sue foglie. È più probabile che ciò accada in inverno e in estate.
Si tratta di un processo naturale della sua vita, che la aiuta a fiorire nella stagione successiva, dalla tarda primavera in poi. Se le foglie iniziano a ingiallire e diventano secche, questo può indicare un cambiamento nel suo aspetto. Una volta che tutte le foglie sono cadute, mantenete la pianta in un luogo caldo e asciutto con poca o nessuna irrigazione durante questo periodo. Potete scegliere di conservare la pianta in un’area buia fino a quando non mostra nuovi segni di vita oppure mantenerla nella sua posizione originale.
Al termine della primavera, aumentate la temperatura dell’ambiente per stimolare una nuova crescita nelle radici e nel nodo, dove lo stelo ricrescerà, nella parte superiore del bulbo.
A questo punto occorre annaffiare di nuovo la pianta, meglio se con del fertilizzante liquido, aspettando che emetta la nuova vegetazione. Questo potrebbe richiedere settimane o addirittura mesi. Date tempo alla pianta e mantenete sempre il terreno asciutto fino allo spuntare dei nuovi germogli.
Occorre rinvasare la pianta?
È meglio lasciare riposare la pianta durante il periodo di dormienza, poiché recare disturbo alle radici potrebbe causare una crescita stentata in futuro, con una salute precaria.
La crescita della lunghezza delle sue ramificazioni è regolata dalle dimensioni del bulbo e dai livelli di luce ricevuti quando la pianta esce dalla dormienza.
I problemi più comuni della Stephania erecta
- Se presenta fogliame ingiallito, accompagnato da un’improvvisa perdita delle foglie, è molto probabile che sia dovuto all’entrata della pianta nel suo periodo di dormienza. Non dovete preoccuparvi.
- Alcune aree fogliari si presentano ingiallite, con aloni bruniti: possono essere causate da una serie di fattori che si presentano nello stesso momento. In primo luogo, il luogo in cui avete messo la pianta potrebbe essere troppo poco illuminato, unito al fatto che il terreno del vaso è rimasto troppo saturo di acqua. Se sul terreno spunta della muffa, meglio cercare di capire perché.
- L’esposizione parziale al calore della luce solare stimola una crescita più sana, meglio evitare le zone d’ombra.
- Potreste causare dei danni alla pianta usando acqua troppo fredda o acqua del rubinetto per l’irrigazione. Far riposare l’acqua del rubinetto per almeno un giorno prima di usarla per irrigare la pianta, permette di aumentarne la temperatura, oltre a facilitare il depositarsi di sostanze chimiche quali il fluoro o il cloro, utilizzate per preservare l’igiene dell’acqua
- Anche la mancanza di sostanze nutritive può causare il lento ma costante deterioramento della pianta. Se la pianta non è stata fertilizzata per più di due mesi, inizia a mostrare i segni di carenze nutrizionali.
Per ovviare questi problemi cercate di irrigare regolarmente con acqua tiepida e assicurarsi di lasciare asciugare il terreno tra le bagnature del vaso. La nuova vegetazione non dovrebbe avere problemi.
Troppa poca luce potrebbe causare una crescita stentata della pianta. Se avete paura che il luogo che avete scelto per la vostra Stephania erecta sia troppo buio, vi consiglio di aumentare leggermente la luce. La Stephania erecta si comporta meglio in luoghi luminosi che offrono un periodo di luce solare mattutina o serale, specialmente in pieno inverno. Al contrario, troppa luce solare porta a bruciature sulle foglie.
Non tutte le piante si comportano allo stesso modo in un giardino, in un parco o in interno. Alcune specie sono più resistenti, altre più delicate. Almeno per i primi tempi, se non vi sentite troppo sicuri nella cura della vostra Stephania erecta, cercate l’aiuto di un giardiniere professionista esperto per prendersi cura delle vostre piante.
Se state cercando una Stephania, anche insolita, per dare colore, forma e struttura ai vostri ambienti, contattatemi. Insieme potremo capire i vostri desideri. Vedremo se il vostro spazio interno sia il posto migliore per coltivare con successo una Stephania e quali saranno le condizioni per una crescita ottimale. Posso aiutarvi ad acquistarne una, a crescerla e a prendervene cura, in modo che prosperi e contribuisca a creare un ambiente sano e piacevole.
A questo punto, non vi resta che selezionare con cura quella che preferite, comprarla, piantarla e condividere con noi le vostre esperienze verdi, lasciando un commento sul mio sito!
grazie
Grazie a lei per aver letto il post sulla Stephania pierrei e per averne apprezzato il contenuto.
Buon giardinaggio
Grazie.
E la potatura? Se taglio lo stelo lungo lungo poi parte da sotto un nuovo stelo o non va fatto?
La Stephania pierrei è una pianta piuttosto sensibile se coltivata in interno, quindi suggerirei di evitare le potature come per un più comune Pothos o divisioni come per una Felce. Le suggerisco di assecondare la crescita della pianta. Solo negli anni successivi, dopo aver visto come si comporta in ambiente interno, effettuare eventuali interventi di rimodellamento dei rami o della chioma che nel frattempo si è formata.
Buon giardinaggio
Grazie!
Ma bisogna mettere una “struttura” su cui si possa arrampicare o la si può far crescere liberamente? Ho uno stelo lunghissimo e uno più corto che però sta crecendo
La Stephania pierrei si sviluppa formando dei lunghi rami. Per la coltivazione in interno, suggerisco di fornire alla pianta un supporto sul quale aiutarla a muoversi con andamento naturale, evitando antiestetiche e poco funzionali forzature.
Come per le altre piante da interno, occorre fare attenzione nel maneggiare i nuovi getti per evitare di romperli o danneggiarli.
Buon giardinaggio
Ho un bulbo di questa pianta rimasto in un sacchetto al buio. Adesso è molto rinsecchito, come capire se si può risvegliare o è definitivamente perso? grazie
La Stephania pierrei o Stephania erecta è una pianta semplice ma che richiede alcune attenzioni particolari. Come per tutti i tipi di bulbi, prima di metteri a dimora nel terreno occorre verificare che questo sia in buono stato di conservazione. Come descritto nel post dedicato ai bulbi, questi per essere piantati e ottenere piante sane, con fiori colorati, devono essere conservati correttamente, in un contenitore aperto, in un luogo buoio, con poca umidità.
Una volta che si è ripreso il bulbo dal suo contenitore per il suo periodo di riposo occorre controllare che non abbia funghi o muffe sulla superficie, che la consistenza sia turgida e non rinsecchita o molliccia. Solo da un bulbo ben conservato si ottengono buoni risultati.
Buon giardinaggio
Grazie! Si può mettere a dimora adesso? Oppure è meglio aspettare la primavera?
La Stephania erecta o Stephania pierrei è una pianta molto rara da trovare. Quando viene coltivata come pianta da interno può risultare anche difficile da mantenere se non si comprendono appieno le sue esigenze.
Ha un caudex molto sviluppato, che funge da riserva per i nutrienti che occorrono alla pianta per crescere, dal quale può attingere anche “acqua” nei momenti di necessità.
Come moltissime piante da interno, in inverno, anche se coltivate in luoghi protetti, con il calo delle temperature e la riduzione delle ore di luce, la pianta tende naturalmente a rallentare la propria attività, fino ad andare in dormienza.
Solo quando le condizioni ambientali si modificano la Stephania pierrei si “risveglia” e torna a crescere.
Per la messa a dimora di un nuovo bulbo le consiglio di aspettare ancora un pò così da vedere crescere più rapidamente la nuova vegetazione.
Come per molte altre piante, quando si inizia la coltivazione di una nuova specie da seme/bulbo occorre dotarsi di pazienza e di spirito di osservazione.
Mi tenga aggiornato sugli sviluppi della sua amica verde.
Buon giardinaggio