Come già accennato nel precedente post sul tappeto erboso, clima – utilizzo – esposizione sono i tre fattori che – preparato il terreno – determineranno la scelta della nostra miscela per il prato, tra specie macroterme e microterme.

Come scegliere il tipo di prato

I miscugli per tappeti erbosi comprendono in genere 3 o 4 specie vegetali atte a garantire un risultato visivo uniforme e omogeneo dell’erba, senza che si noti una prevalenza di una specie sull’altra. Per un migliore risultato è sempre meglio partire dallo scegliere specie native della nostra zona: detto ciò, useremo miscele di macroterme per i climi più caldi, nelle zone vicino ai litorali o esposte a periodi siccitosi e in previsione di utilizzi intensivi che richiedono resistenza al calpestio e poca irrigazione e manutenzione, mentre semineremo microterme in presenza di climi più rigidi, umidità o abbondanza d’acqua, maggiore disponibilità alla manutenzione ed esigenze di tipo più estetico/ornamentale. I mix di macroterme sono di facile manutenzione e presentano un aspetto meno pregiato di quello del prato all’inglese, essendo composti prevalentemente da gramigna, ossia da cultivar di Cynodon dactylon, Zoysia japonica, Paspalum vaginatum. Tutte piante che sopportano discretamente il caldo (tra i 25°C e i 35°C) e il calpestio, mentre già a 10° C iniziano a ingiallire per il freddo, per poi riprendersi nella bella stagione. I miscugli da prato di microterme comprendono invece varietà che crescono bene fra i 15°C e i 25°C e necessitano di molta acqua, come il delicato Lolium perenne del prato all’inglese, di un verde molto decorativo, resistente alle basse temperature, l’Agrostis stolonifera (utilizzata per il green), la Poa pratensis (piuttosto resistente al calpestio) e le Festuca rubra e arundinacea che sono le più utilizzate in assoluto, robuste e verdi tutto l’anno. Sopra i 30°C estivi le microterme andranno incontro a ingiallimento, e solo in autunno inoltrato potranno tornare verdi dopo un trattamento con concime azotato. Per finire, in particolari situazioni di ombra vengono generalmente utilizzate piante tappezzanti come la Dichondra, il Trifoglio e il Timo ma a fini strettamente riempitivo-ornamentali e con poca resistenza al calpestio, mentre esistono nuovi mix molto adatti allo scopo di cui vi parlerò in un nuovo post che sto preparando.

Semina o prato pronto?

L’alternativa alla naturale semina è la posa in opera sul terreno preparato del tappeto erboso in zolle a rotoli, ottimo ad esempio in caso di forti pendenze e comodo perché calpestabile e pronto all’uso a pochi giorni dall’acquisto. Il consiglio è quello di metterlo a dimora nel giorno stesso di consegna per limitare lo stress delle radici già provate, partendo dal lato maggiore del prato e avendo cura di disporne le zolle in modo sfalsato tra loro, come si fa con le file di mattoni, in modo trasversale rispetto ai pendii, senza lasciare spazi evidenti tra le congiunzioni e infine non troppo a ridosso della base degli alberi.

Quando seminare

La semina del prato andrebbe fatta per favorire germinazione e radicalizzazione in condizioni intermedie di umidità e temperatura, quindi nella stagione autunnale o primaverile, e l’autunno è in assoluto il momento migliore per evitare ai germogli appena nati il problema della competizione con le erbe infestanti estive. Per questo motivo se volete invece seminare in primavera, è importante che trattiate con diserbante e abbiate cura di tenere costantemente pulito dalle erbacce.

Tappeto erboso: irrigazione e manutenzione

Diciamo subito che soprattutto in presenza di microterme un buon impianto d’irrigazione messo a punto da professionisti per un corretto e regolare apporto idrico al manto erboso è cosa indispensabile; per il resto, dovrete prendervi cura del vostro prato con cadenza regolare eliminando le infestanti a foglia larga, tagliando l’erba e concimando per non lasciare spazi liberi e zone nude. Il prato va tosato poco e spesso, d’estate almeno una volta alla settimana, ad una altezza variabile sotto i 4 cm per le macroterme e sopra, a lambire i 7 cm, per microterme, piante a riposo invernale e piante in ombra. Il tappeto erboso va anche concimato o fertilizzato in base alla sua tipologia, in genere 3/4 volte nel corso dell’anno: con l’arrivo della primavera per stimolarne la crescita, mentre con l’inizio dell’estate e dell’inverno come trattamento contro gli stress termici. Arieggiatura (per rimuovere il “feltro” dal colletto delle piante), ma anche carotatura e sabbiatura, sono invece interventi che si eseguono solo in caso di rigenerazione e di ripristino del prato quando è troppo rovinato.

Per consulenze professionali o per un intervento da specialista contattatemi direttamente.

2 pensieri su “I segreti del tappeto erboso fai da te – part 2

  1. Paolo Bacci dice:

    Per quanto riguarda l’arieggiatura del prato, c’è chi consiglia di farla tutti gli anni due volte, in primavera ed in autunno, per migliorare lo scambio gassoso del suolo e la penetrazione dei nutrienti.
    E’ una pratica corretta ?

    • Tiziano Codiferro dice:

      Per avere un tappeto erboso in buone condizioni e di bell’aspetto, dobbiamo curarlo con regolarità e attenzione. L’arieggiatura è una delle operazioni da effettuare. Consente di rimuovere il feltro che si è depositato al suolo e che potrebbe provocare dei danni alle radici riducendo lo scambio gassoso. Arieggiare il prato due volte l’anno, favorisce il mantenimento in buone condizioni delle piantine di erba. Tutto dipende dalla disponibilità di tempo che si ha e dalle aspettative che abbiamo per il nostro giardino. Anche effettuare più concimazioni nel corso dell’anno, aiuta molto il tappeto erboso, a patto che si impieghino prodotti che apportano i giusti nutrienti a seconda delle esigenze del prato nel susseguirsi delle stagioni.

      Buon giardinaggio,
      Tiziano Codiferro

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