Aiutato da José Tabacow, fedele collaboratore per circa vent’anni, e autore di oltre 2000 progetti in Brasile e nel mondo, Burne Marx mette in atto, con singolare capacità espressiva, la sua moderna estetica del paesaggio. Il suo pensiero è influenzato dalle avanguardie artistiche del tempo, dall’arte astratta e dal costruttivismo, come riflesso di uno dei molteplici interessi del progettista-artista.

L’eredità di Roberto Burle Marx

L’eredità di Burle Marx risiede nella sua rete di parchi urbani. Questi ridisegnano l’identità di città come Brasilia (dove progetta e realizza opere assieme all’architetto Oscar Niemeyer e all’urbanista Lucio Costa). Egli rimane coerente con l’idea della gestione del territorio nel rispetto dell’ambiente. La sua arte risiede negli innovativi toits-jardin, come pure nelle sperimentazioni dei giardini del Palácio Capanema (MES) di Rio, considerati come un omaggio e, allo stesso tempo, una critica al razionalismo di Le Corbusier.

Ma la sua opera più conosciuta rimane il waterfront, sull’Avenida Atlantica di Rio de Janeiro. Qui, come con un leggero passo di danza, volute bianche e nere, aiuole verdi, maioliche e mosaici policromi, sembrano seguire l’ondeggiare dei corpi impegnati in una samba carioca. Popolano e danno identità in movimento al vuoto urbano del caos cittadino. Il watrfront si affaccia sull’oceano e sulla linea della spiaggia.

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Il lungomare di Burle Marx è un tappeto che incornicia fisicamente la distanza filosofica fra il tempo incolore del lavoro e del traffico e il tempo vivace, gioioso e disponibile della spiaggia.

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A pochi chilometri da Rio de Janeiro, in Guaratiba, sorge il sitio, la tenuta di campagna di Roberto Burle Marx, con i suoi 35 ettari di parco e le migliaia di piante indigene e importate. Il “materiale da costruzione verde” è impiegato per comporre scenografie di diverse altezze, nei toni più differenti del verde. Un’arte astratta che vive pulsante, che circonda la sua casa, ricca d’opere d’arte.

Nella sua vita Roberto Burle Marx ebbe la possibilità di partecipare più volte a spedizioni esplorative nelle foreste tropicali. Durante alcune di esse scoprì nuove specie botaniche, come l’Heliconia aemygdiana. A molte di queste nuove specie o cultivar, scoperte durante le spedizioni scientifiche, è stato attribuito il suo nome per onorare la grandezza delle suo opere e del suo pensiero.

A chi volesse saperne di più segnalo il bel catalogo pubblicato dalla Cité de l’Architecture & du Patrimoine di Parigi, in occasione della mostra dedicata al grande paesaggista e protagonista della cultura brasiliana del ’900.

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