Restauro e manutenzione dei giardini storici
I concetti di “restauro” e di “giardini storici” come opera d’importanza storica e artistica da tutelare in quanto parte del patrimonio dell’umanità, sono relativamente recenti e si diffondono più che altro nel secolo precedente al nostro.
In generale nelle epoche passate i progetti originari venivano semplicemente sostituiti per rinnovamento con i layout dettati dalle mode del momento, senza badare al loro valore estetico e di testimonianza di un’epoca, come ad esempio nel XVIII secolo, quando molti giardini all’italiana furono rimpiazzati con i nuovissimi giardini all’inglese.
All’inizio del ’900 paesaggisti e giardinieri iniziarono a considerare nei loro interventi l’aspetto filologico di questi progetti, cercando di rimanere fedeli all’origine dell’opera con la sostituzione e l’utilizzo di specie vegetali riprese dai disegni originali dell’autore del giardino e comunque coerenti con l’impianto architettonico esistente. Al concetto di “restauro dei giardini storici” corrispondeva sempre di più il concetto di “ripristino e ricostruzione”
Oggi giardini e parchi storici vengono considerati alla stregua degli altri beni culturali come patrimonio rilevante da censire e preservare, anche attraverso quei vincoli e leggi che regolano le modalità di protezione, di sostituzione e di manutenzione delle specie vegetali come di architetture e manufatti esistenti.
In genere sono considerati beni storici da proteggere le aree verdi annesse alle ville storiche o alle grandi proprietà nobiliari, quelle che ospitano orti botanici e parchi urbani, o tutti quei giardini d’interesse storico che ornano cimiteri, chiostri, siti archeologici, o anche i giardini privati secolari.
È per questo importante affiancare a studiosi del restauro, storici paesaggisti ed esperti geologi e botanici maestranze e figure operative competenti come i giardinieri formatisi in corsi specialistici, o che hanno già lavorato a progetti specifici di recupero e manutenzione di parchi storici.
Federica Molinari