Nel mondo non tutti utilizzano gli abeti (Picea abies Picea excelsa e Abies alba) per l’albero di Natale, o l’elleboro e la stella di Natale (Poinsettia – Euphorbia pulcherrima) per dare un tocco di vivace colore alla casa delle Feste: del resto le varietà di piante decorative per l’inverno e il periodo natalizio sono molte e, mentre alcune portano l’eredità e la memoria di antichi riti pagani e religiosi, altre semplicemente sono nuove proposte, frutto dell’importazione di specie esotiche o delle mode lanciate da moderni vivaisti.

 

Eccovi allora 5 suggerimenti per scegliere piante un po’ diverse, andare oltre la tradizione con un tocco di originalità – e comunque – di natalizio colore rosso:

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  1. Ardisia Crenata: è una pianta molto decorativa di origine orientale, sempreverde, di dimensioni contenute e di poche pretese, con foglie lucide di un bel verde scuro e bacche rosse che durano per mesi, spuntando da estive fioriture bianche dall’aspetto di stelline. Vive bene in appartamento ma anche in giardino al riparo nei climi più temperati.
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  2. Solanum da bacca: Solanum Capsicastrum “Variegatum”, è un piccolo arbusto ornamentale dal fogliame verde intenso variegato bianco crema; anch’esso produce fiori bianchi a forma di stella durante l’estate, seguiti da bacche invernali arancio e rosse che assomigliano a piccoli pomodorini ma sono tossiche.
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    photo: Wikipedia
  3. Cactus di Natale: Schlumbergera bridgesii o Zygocactus e Schlumbergera kautskyi, noto anche come orchidea cactus, è una pianta grassa originaria del Brasile i cui fiori, nelle diverse nuance del rosa del rosso e del viola, fioriscono tra metà novembre e gennaio, quindi giusto in tempo per rallegrare le nostre case in occasione delle feste.
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  4. Limone rosso: pianta scenografica che però soffre l’eccessivo riscaldamento delle abitazioni, i cui frutti di un arancio carico o rosso sono commestibili e poco aciduli.
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  5. Hippeastrum ”Merry Christmas”: è simile all’Amarillys, con il suo immenso fiore rosso sgargiante che solo a vederlo fa allegria.

Se dopo le piante da vaso diamo uno sguardo veloce alla tradizione della decorazione natalizia, troviamo ai primi posti i tralci di edera (Hedera helix), simbolo di resurrezione, che vengono usati un po’ ovunque per la composizione di ghirlande.

Ugualmente nei paesi europei i rametti di vischio (Viscum album) vengono appesi con funzione benaugurale sopra le porte fin dai tempi dei Celti, mentre l’agrifoglio (Ilex aquifolium) e il pungitopo (Ruscus aculeatus) sono altri addobbi molto tradizionali, arrivati fino a noi dalla tradizione pagana.

In Scandinavia un tempo c’era la tradizione di addobbare le case con rami di ginepro (Juniperus communis), mentre da noi venivano bruciati per buon augurio o appesi sulla porta delle stalle nelle sere di Natale, S. Silvestro ed Epifania.

In USA poi sono apprezzate decorazioni i rami flessibili dell’albero della neve (Chionanthus virginicus) che in tempo di fioritura vengono ricoperti di migliaia di piccoli ciuffi di fiori lunghi di un bianco cangiante.

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In altri paesi e continenti lontani ci sono ancora usanze che ai nostri occhi possono apparire bizzarre: per la Noche de Rabanos del 23 dicembre, a Oaxaca, Messico, ad esempio vengono scolpiti degli incredibili presepi di ravanelli; a Taiwan a Natale usano decorazioni fatte in tifa o giunco della prosperità, mentre hanno lo stesso significato propiziatorio i covoni di grano in Bulgaria, i baccelli secchi di papavero da oppio nell’Europa dell’Est e da noi – come in tutta l’Europa Meridionale – i melograni.

Natale-presepe-di-ravanelli-Messico

In Georgia c’è il Chichilaki, un particolare tipo di albero di Natale fatto di trucioli ricavati sfogliando rami di noce o nocciolo, mentre in Nuova Zelanda troviamo lo scenografico albero Pohutukawa (Metrosideros excelsa) con la sua splendide infiorescenze rosso fuoco.

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Credits: Wikimedia-Mikheil

Nell’elenco classico delle piante decorative di Natale infine, merita un posto di tutto rispetto anche l’umile muschio, elemento immancabile dei nostri Presepi e di molti centrotavola naturali.

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