ortensia o hydrangea: un classico nel giardino della nonna [part.1]
Molti di voi conservano tra i ricordi d’estate l’immagine di un’ortensia fiorita, con le sue infiorescenze imponenti e tondeggianti, color del bianco, lilla ma soprattutto rosa o azzurre: una pianta da terra e da vaso accudita amorevolmente dalle nonne e diffusissima nei giardini e nei cortili cittadini, alla chiusura delle scuole teatro principale dei giochi d’infanzia.
Il genere Hydrangea comprende una settantina di specie di piante da fiore, legnose e arbustive, originarie del Sud del mondo e dell’Estremo Oriente Asiatico (Cina, Himalaya, Giappone, Corea, e Indonesia).
Dopo essere stato introdotta nelle Azzorre e divenuta talmente comune da procurare l’appellativo di “isola blu” all’isola di Faial, in virtù delle estese fioriture, la specie Hydrangea macrophilla è a oggi la più coltivata nel mondo, con oltre 600 cultivar selezionate per i globosi fiori sterili.
I fiori di ortensia crescono dalla primavera all’autunno, all’estremo dei gambi, riuniti in corimbi o pannocchie, di forma sferica o a ombrello. In molte specie i corimbi contengono due tipi di infiorescenze: piccoli fiori fertili al centro del capolino, circondati da grandi sepali sterili, fiori brattea petaliformi. Altre specie presentano invece tutti i fiori sterili e della stessa dimensione.
Sono piante generalmente rustiche che tollerano il freddo; le foglie nei climi temperati sono in genere decidue, ma ne esistono di sempreverdi.
Piantare le ortensie nella giusta posizione può fare la differenza tra una crescita rigogliosa, abbondantemente fiorita, od ottenere un arbusto che lotta per la sopravvivenza e che produce stentate fioriture. Gli arbusti di ortensia raggiungono dagli 1 ai 4 metri di altezza; alcune specie sono alberelli, altre sono rampicanti, oppure liane, e quando si abbarbicano agli alberi arrivano fino ai 30 m di altezza.
Della cura e della manutenzione del genere Hydrangea parleremo nel prossimo post.