l’abc delle felci in giardino e appartamento

Pensare alle felci mi fa venire subito in mente l’epoca vittoriana e i romantici progetti dei giardini d’inverno di fine ‘800 – primi del ‘900, ricchi di collezioni di queste piante primordiali dal fogliame decisamente ornamentale e allora di gran moda. Da qualche parte devo aver letto che già nel medioevo erano piante apprezzate, coltivate negli orti in virtù di presunte proprietà medicinali e soprattutto apotropaiche.
Felci in giardino
Se è vero che oggi esistono nel mondo quasi 12.000 varietà di felci (divisione dellePteridophytae), che contano moltissimi generi tra cui Asplenium, Adiantum, Nephrolepis, Capelvenere e Davallia, ci sono ancora veri e propri appassionati che curano nei loro giardini ombreggiati aiuole composte unicamente di queste piante, di ogni foggia e dimensione.
Spesso però sono sottoutilizzate nella progettazione di giardini e relegate negli angoli più bui e reconditi del paesaggio, mentre la loro presenza scenica potrebbe essere valorizzata in abbinamento a fiori e arbusti che amano ugualmente l’ombra e l’umidità, per donare ai nostri spazi verdi quello stesso alone di fascino gentile e di mistero che acquistano in natura i boschi popolati di felci spontanee. Primule enarcisi nani, epidium ma anche aconiti e bambù sono esempi che ben si integrano con molte varietà di felci.
Felci in appartamento
Contrariamente alle varietà che crescono all’aperto, le felci d’appartamento sono in genere piuttosto esigenti e vanno seguite con una certa attenzione soprattutto d’inverno, per evitare che ingialliscano, perdano le foglie, smettano di crescere o si secchino.
Nelle abitazioni sono molto popolari come piante ornamentali la felce Boston (Nephrolepis exaltata), tutte le varietà di Davallia, l’Asplenium bulbiferum, l’Asplenium trichomanes (erba rugginina), i delicati capelvenere (Adiantum capillus-veneris L., 1753) e l’Asplenium nidus (lingua di cervo) dalle particolari foglie lisce, lucide e di un verde brillante.
Se all’esterno prosperano in ambienti semi-ombreggiati, in casa hanno bisogno invece di una fonte di luce soffusa e naturale e mai vanno esposte ai raggi diretti del sole. Meglio poi ruotarle di mezzo giro una volta alla settimana, per permettere alla chioma di svilupparsi in modo armonico.
Come le gelate, non tollerano le correnti e nemmeno il caldo secco dei nostri impianti di riscaldamento (la temperatura ideale dovrebbe aggirarsi attorno ai 15°-18°C) e richiedono un terriccio misto torbamoderatamente umido.
Le annaffiature con acqua non calcareadevono quindi essere regolari (d’inverno scendete a ogni 4 giorni circa), meglio se con nebulizzazioni quotidiane sulle foglie, perché crescono bene con un’umidità dell’aria superiore al 50%.
È invece sconsigliabile saturarne la terra con acqua, per evitare i marciumi alle radici. Quindi per preservare l’umidità attraverso l’evaporazione le disporrete su un sottovaso riempito di ciottoli o argilla e poca acqua, facendo bene attenzione a non tenere il fondo del vaso in immersione.
Concimate ogni mese da primavera ad autunno con fertilizzanti solubili e ben diluiti, ricchi di azoto. Non potate ma eliminate le foglie secche. Rinvasate solo se necessario.
Foto da Sanjay ach – KENPEI – Chhe – Daderot