Concetti simbolici del giardino cinese
Quando un visitatore entra in un ambiente artefatto, dovrebbe percepire l’intenzione del progettista attraverso segnali visivi ben chiari. L’ambiente progettato e costruito ha un proprio significato che traduce in fatti parte di un sistema culturale di simboli. Questo influenza le azioni di chi entra in quello spazio. È di comune accordo che i progettisti di giardini devono comprendere quali effetti hanno le manifestazioni fisiche delle loro idee originali sulle persone. Di conseguenza, comprendere il significato dei simboli attraverso gli elementi di design impiegati diventa fondamentale per il designer.
Cinque sono gli elementi fondamentali nella progettazione classica del giardino cinese:
- acqua,
- piante,
- architettura,
- rocce,
- viste “rubate”.
I giardini cinesi sono racchiusi come fossero stanze a cielo aperto con verande, sale e muri. Gli spazi del giardino sono definiti dall’architettura. Questo ci aiuta a capire uno degli elementi distintivi tra giardini orientali e giardini occidentali. L’uso dell’architettura e non della vegetazione distingue in modo marcato i due stili.
Un ulteriore elemento sempre presente nel giardino cinese è la pietra. Una pietra può servire come elemento centrale nella costruzione di un giardino, è possibile osservarla in un cortile, in uno stagno o a formare grotte o strutture.
L’acqua, come appena visto, è un ulteriore elemento naturale nella progettazione del giardino cinese. Nei piccoli giardini residenziali, anche se non è possibile costruire un grande specchio d’acqua, è d’obbligo disegnare e creare un piccolo laghetto. I riflessi delle immagini su uno specchio d’acqua aiutano ad ingigantire la dimensione di un giardino. Per arricchire la composizione strutturale del giardino un ponte è, di solito, costruito su stretti corsi d’acqua. I percorsi pedonali vengono creati in rilievo per collegare spazi diversi più piccoli, allo scopo di aumentare la profondità e le reali dimensioni del giardino.
I giardini cinesi sono diversi tra loro per forma e dimensioni. Il grande parco è diviso in più spazi quasi in modo naturale. Ogni ambiente ha un proprio tema allo scopo di creare una particolare sensazione di appartenenza al luogo. Le diverse “stanze” del giardino sono interconnesse, per creare significati speciali. Quando si entra da una piccola porta in uno spazio del giardino, si percepisce una sensazione comune di riposo, armonia, serenità ed eleganza. Un assaggio del giardino, si sta entrando all’interno della composizione dello stesso. L’idea di creare uno spazio infinito all’interno di un’area limitata è stimolante.
Una breve introduzione dello Yuanye
Yuanye o The Craft Of Garden è un ampio trattato sul giardinaggio, scritto da Ji Cheng durante la tarda dinastia Ming, intorno al 1631. Questo libro è la prima pubblicazione al mondo dedicata esclusivamente all’architettura del paesaggio.
Il termine Yuanye è composto da due caratteri cinesi: “Yuan” e “ye”. Ognuno significa giardinaggio e coltivare o educare. Se si uniscono in un unico termine, Yuanye acquista il significato di educare le persone a progettare e costruire giardini. Non si forniscono indicazioni precise, o canoni assoluti da seguire. L’autore Ji Cheng riassume la tradizione del giardinaggio cinese. Ji Cheng era un giardiniere professionista. Visse in un’epoca in cui gli studiosi di bassa levatura sociale dovevano intrattenere la nobiltà colta per riceverne la stima e il patrocinio per vivere. Per questo motivo il libro era rivolto alla classe nobile della società cinese ed era composto con un linguaggio arcaico e riferimenti alla cultura classica.
Due sono gli elementi essenziali del giardinaggio che sono messi in rilievo dall’autore:
- l’adeguatezza,
- l’uso del paesaggio.
La capacità di progettare e creare l’effetto grandioso e sorprendente del giardino era nelle mani del paesaggista e non del proprietario. Ji Cheng, in quanto studioso cinese dell’arte del paesaggio, aveva una personalità romantica, volta alla letteratura.
Nella progettazione del giardino tradizionale cinese, l’elemento di partenza che influenza l’opera nel suo complesso è l’ubicazione dell’edificio principale. Inoltre, per aumentare l’effetto scenico occorre valorizzare nel miglior modo possibile il dislivello verso l’alto: le alture devono essere accentuate e gli avvallamenti devono essere scavati ancor di più.
La costruzione di una torre segue questa logica e deve essere fatta con una tecnica che ne accentua l’altezza e l’importanza nel paesaggio. La torre viene costruita sopra un rilievo artificiale, in modo da ingannare l’occhio del visitatore. A seconda della sua posizione, alla sua vista la torre potrebbe avere un piano, due piani o essere soprelevata rispetto al giardino circostante, con una vista a volo d’uccello dei dintorni.
Con grande stupore dei giardinieri e paesaggisti moderni, nel libro non sono menzionate, se non raramente, le piante con il loro nome scientifico e le loro qualità. Gran parte dell’attenzione dell’autore è rivolta all’architettura del giardino, che nella cultura cinese di fare giardini è un elemento imprescindibile. A conferma di questo, nel corso della trattazione si trovano le descrizioni di numerosi elementi non strutturali ma funzionali al giardino, come finestre, persiane, balaustre, ecc. .
Ji Cheng era un calligrafo, un paesaggista e un designer di giardini. Nel suo Yuanye descrive molte idee per realizzare giardini che si erano sviluppate in Cina fino al momento della pubblicazione. Secondo il manuale ci sono quattro categorie di scenari che devono essere presenti nel progetto:
- Elementi lontani, come montagne e laghi,
- Elementi vicini, come edifici e oggetti di prossimità,
- Elementi verso l’alto, le nuvole e le stelle,
- Elementi verso il basso, le rocce, gli stagni, ecc..
Secondo Cheng: “Se si può trarre vantaggio dal punto di vista di un vicino, non si dovrebbe interrompere la prospettiva, poiché una tale” vista presa in prestito “è molto accettabile”.
Molte delle idee della cultura occidentale sulla progettazione del giardino, tra cui il nascondere e lo svelare con sorpresa, provengono dai cinesi. Questi credevano che nascondere i punti focali del giardino in modo da intravederli qua e là, servisse ad aggiungere mistero al progetto. Il progettista cinese di giardini preferisce posizionare l’elemento principale del nuovo piano, che di solito è uno specchio d’acqua, al centro del giardino. I punti panoramici possono essere visti dall’interno della casa, o dall’esterno mentre si attraversa un ponte, in un padiglione, sotto un vialetto coperto o passeggiando nel giardino. Molte di queste idee sono state “esportate” per la prima volta in Giappone, per poi viaggiare verso occidente così da influenzare numerose altre culture.
Un giardino costruito su di una collina in prossimità dell’abitazione ha viste che cambiano in continuazione mentre il visitatore lo attraversa, scendendo verso il basso o salendo verso l’alto. L’intero giardino appare come una cascata di foglie e fiori ben costruiti che scendono dolcemente lungo il pendio. Le viste delle montagne lontane si possono incorniciare con alberi ad alto fusto collocati sullo sfondo di una bordura di arbusti.
Un piccolo ponte su un ruscello contornato da cespugli, una collina e un sentiero oltre il ponte si aprono su una vista emozionante. Il sole al tramonto illumina l’area e riporta l’intera scena nella composizione del giardino.
Per oltre 3.000 anni i cinesi hanno costruito giardini, sviluppando molti stili. Si parte dai grandi giardini degli imperatori cinesi e dei membri della famiglia imperiale, fino ai giardini più intimi dei componenti della corte. I primi giardini si trovavano fuori da una porta scorrevole che si apriva su una parte di essi, composta da un giardino chiuso, visto come un dipinto. Le rocce raggruppate ad arte simboleggiavano l’eterno e descrivevano l’illusione delle montagne. L’acqua simboleggiava il cambiamento, evocava l’idea di un grande lago. Le rocce e l’acqua creavano armonia nel giardino, bilanciando lo yin e lo yang della natura.
Queste prime raffigurazioni del giardino sono i prototipi dei giardini che si sono evoluti nel corso dei secoli nell’arte del giardino della dinastia Ming. I cinesi attribuivano grande importanza all’idea di luogo: uno spazio con elementi unici che rendono un paesaggio diverso dall’altro.
Come visto sopra, uno degli obiettivi del progettista di giardini cinesi era quello di migliorare le caratteristiche naturali presenti. Accentuare la connessione tra casa e giardino praticata dai cinesi, ha preceduto uno dei concetti base di Arts and Crafts inglese di 600 anni. I cinesi, a differenza degli europei, evitano le linee rette, i bordi squadrati di aiuole di fiori e i colori vivaci nel giardino, preferendo le linee curve naturali e il fogliame di diverse tonalità di verde. L’elemento essenziale di ispirazione è la natura selvaggia.
Ad ogni pianta viene attribuito uno specifico significato. I pini rappresentano longevità, fermezza, autodisciplina, resistenza e lunga vita. Il fiore di susino descrive una forte personalità, mancanza di paura delle difficoltà. Il confucianesimo, il buddismo, il taoismo hanno come scopo comune quello di offrire alle persone pace e armonia interiore. Come naturale conseguenza, i poeti e gli studiosi hanno scelto di rappresentare alcuni dettagli architettonici del giardino e le piante per il loro significato simbolico. Per ritrovare la pace lontano dalla frenesia del mondo, hanno cercato di applicare questi principi trascendenti ai giardini.
Un altro elemento strutturale utilizzato nei giardini cinesi è il cerchio che simboleggia l’unione. Lo si trova rappresentato nei cancelli della luna e nei tavoli rotondi posti all’interno di sfondi quadrati. Il cancello della luna permette allo spettatore di fermarsi un attimo prima di entrare in un nuovo spazio. I percorsi nei giardini cinesi sono spesso non lineari, a rappresentare le asperità e i momenti che si attraversano nel corso della vita dell’uomo.
Il giardino cinese
Nel corso della storia, una tradizione di progettazione di giardini così lunga e continua come quella cinese non è stata uguagliata da nessun’altra cultura al mondo. Le prime comunità rurali cinesi rendevano omaggio alla terra con una religione che idealizzava la fertilità del suolo.
La dea madre era la terra, Shung Ti. Era la divinità della vegetazione e dell’umanità. La cooperazione in armonia tra uomo e natura era volta a rappresentare l’uomo come colui che poteva esaltare il grande potenziale della natura.
Nella storia della cultura cinese, il primo riferimento a un giardino lo descrive come composto esclusivamente di alberi utili, messi a dimora attorno ad una fattoria. Un primo giardino, con al suo interno salici, alberature con legni consistenti e gelsi è descritto nello Shih Ching, un libro di canti risalente circa al 400 a.C. . Qui i poeti descrivevano graziosi padiglioni, tortuosi corsi d’acqua e meravigliosi panorami di montagne.
Nel giardino cinese è imprescindibile il concetto del senso di unità con la natura come fonte di stupore, magia e sostentamento. Quello che troviamo nel giardino e in tutti gli elementi che lo compongono è stato progettato per rappresentare lo scorrere del ritmo della natura. L’integrazione è alla base di tutto.
Nel giardino cinese le arti si uniscono. Il visitatore che lo osserva e lo attraversa deve essere educato a fare questo, con l’occhio e con la mente. Un giardino cinese è una piccola rappresentazione completa della vastità della natura. Al visitatore straniero che visita un giardino tradizionale cinese o giapponese, tale complessità spesso sfugge, poiché gli elementi essenziali che li compongono non si inquadrano in un’analisi formale.
Come in Grecia i miti servivano a rappresentare fenomeni naturali e la manifestazione dell’essenza dell’uomo, in Cina numerosi miti descrivono, secondo la leggenda, i primi cinque imperatori della Cina dai quali il popolo impara a conoscere il fuoco, l’allevamento, le tecniche agricole, l’irrigazione e il controllo delle inondazioni. Una tale conoscenza dà all’uomo gli strumenti per creare un paesaggio naturale, maestoso, riflesso dell’universo.
Nel giardino cinese le pareti che lo delimitano sono studiate per permettere all’uomo di ricreare un ambiente intimo che gli permetta di riavvicinarsi alla natura. Come detto sopra, la porta circolare per entrare nel giardino, è un simbolo dell’universo. Vi si arriva percorrendo un sentiero che porta il visitatore a varcare una delle porte del paradiso.
Il viaggiatore e commerciante veneziano Marco Polo, in uno dei suoi racconti, descrive una favolosa ‘piscina d’acqua celeste’, fatta costruire da Kublai Khan, fondatore della dinastia Yuan, nel 1260. Il giardino cinese non nasce con lo scopo di descrivere la natura ma di rappresentarne un’immagine per fornire una quinta naturale in cui si svolge la vita del suo proprietario.
Le piante non sono un elemento essenziale per realizzare un giardino cinese classico. Se dovessimo dare un ordine agli elementi essenziali del giardino cinese troveremmo per prime le rocce e l’acqua, seguite dall’architettura e dalle piante.
Per i cinesi le associazioni simboliche e rituali sono molto importanti. Il loto rappresenta una trasformazione: emerge dal fondo torbido dello stagno, penetra la superficie dell’acqua, rivela gradualmente il suo splendore al sole dal quale trae forza e bellezza. Un riferimento questo alle raffigurazioni simboliche di molte religioni, tra le quali quella cristiana, dove l’uomo attraversa l’oscurità del peccato per giungere alla luce glorifica della salvazione. “Uno è più vicino al cuore di Dio in un giardino che in qualsiasi altra parte della terra”.
Anche il bambù assume simbologie analoghe. Si piega al vento ma non si rompe, a rappresentare un uomo d’onore. L’orchidea è un simbolo nobile, il suo profumo è così sottile e discreto, invade i sensi e se ne percepisce l’intensità solo quando ci si allontana da lei. Il pesco con i suoi frutti promette fecondità e immortalità. La peonia, fiore simbolo del giardino, simboleggia grande ricchezza ed eleganza.
Il crisantemo, fiore nazionale giapponese, è identificato come il fiore coltivato in Cina da più secoli e simboleggia l’autunno.
Nel giardino cinese le piante hanno un valore e una simbologia religiosa e spirituale. Nelle porcellane cinesi sono, spesso, rappresentate tre piante ‘amiche’ dell’inverno, il pino, il bambù e il susino. Una trilogia dal grande simbolismo. Il pino è simbolo di longevità, il susino di ricchezza e prosperità, il bambù di integrità e perseveranza.
Come farebbe un esperto giardiniere oggi, così come ci hanno insegnato gli antichi giardinieri cinesi: per inserire delle piante in un giardino se ne devono conoscere le caratteristiche e le loro abitudini. Ad esempio, i susini sono apprezzati e coltivati per le loro fioriture. Il pittore e il giardiniere ammirano nel fiore del susino sensazioni e simbolismi diversi ma simili: il piacere del pittore per la vita, l’ammirare del giardiniere i ritmi della crescita e della morte. Il giardino cinese deve coinvolgere la mente, esprimere una visione profonda e seria del mondo e del ruolo dell’uomo al suo interno.
Come abbiamo già visto in altre occasioni, i missionari gesuiti cattolici che vissero e operarono in Cina dal 1.500 al 1.600 portarono per la prima volta in occidente molte piante di grande valore culturale. Il termine Chinensis, che spesso si trova nei nomi latini delle piante, significa che queste provengono dalle regioni della Cina.
Il giardino cinese classico richiede un pittore per progettarlo e apprezzarlo, un poeta per immortalarlo e un calligrafo per registrarne le qualità più affascinanti.
Come le altre forme d’arte della cultura cinese, anche il giardinaggio ha subito le influenze delle due discipline religiose presenti per secoli in Cina, il confucianesimo e il taoismo. Da qui l’importanza attribuita all’ubicazione del giardino, che veniva determinata dall’antica arte del Feng Shui.
Secondo questa disciplina, in base alla topografia del suolo, un flusso di correnti scorre attraverso la terra. Sono spiriti vitali, ovvero un’energia eterea che influenza con forza la vita degli individui e dei loro discendenti. Il fluire di questa energia dipende dalla posizione di case, giardini e tombe e dal loro rapporto con il paesaggio in cui si trovano.
Già oltre cinquecento anni prima della nascita di Cristo, queste filosofie convivevano e si completavano reciprocamente. Il confucianesimo era incentrato sulla comprensione delle relazioni tra gli uomini, mentre il taoismo cercava di dare un significato a come l’uomo potesse integrarsi al meglio all’interno dell’universo in cui viveva.
Il significato principale di Dao è suggerito come la “totalità di tutte le cose”, passato e futuro, ciò che è in uno stato di trasformazione costante e dinamico.
Nel giardino cinese si cerca di rappresentare un’espressione esteriore della forza interiore di un uomo. Per essere un’unità con il flusso e riflusso dell’ordine naturale delle cose, tutto è in costante cambiamento.
In un manoscritto dell’XI secolo, scritto da Kuo Hsi, l’autore descrive degli insegnamenti taoisti legati al giardino. «Troppa enfasi su pendii e sponde rende il lavoro grezzo; troppa enfasi sulla calma e la tranquillità è banale ‘troppa enfasi sull’umanità rende il lavoro un luogo comune; troppa enfasi su case e pergolati lo rende confuso; troppa enfasi sulle pietre lo rende ossuto; mentre troppa enfasi sul suolo lo rende carnoso”. Questa è un’espressione tipica di Ying e Yang, le due forze opposte al centro della filosofia cinese.
I fiumi sono elementi vitali nei giardini cinesi, espressione della vita universale. Sono una forza potente in grado di erodere e modellare il paesaggio naturale nel tempo e un sottile promemoria della straordinaria forza della natura di plasmare anche i materiali più resistenti e duri. Per natura l’acqua è irrequieta o calma, un elemento vivo e imprevedibile.
Il progettista del giardino cinese preferisce nascondere la fine di fiumi e ruscelli così da rappresentarli senza fine. Questa idea è stata poi ripresa e reinterpretata dal paesaggista inglese del diciottesimo secolo Capability Brown.
I giardini dell’imperatore sono citati e descritti nelle poesie cinesi dell’XI secolo: “ogni imperatore e sovrano deve, al ritorno dai suoi doveri ufficiali e dall’udienza, avere un giardino in cui passeggiare, guardarsi intorno e trovare riposo nel suo cuore”.
Il giardino cinese, talvolta, si sviluppa anche lungo sentieri tortuosi, inseriti in un disegno completo, nel quale appaiono al visitatore scene isolate, composte da elementi che rappresentano montagne e laghi volti a sorprenderlo. Spesso vengono posate in giardino pietre per rappresentare letti di fiumi asciutti. Anche per i Cinesi, così come avveniva nell’antica Grecia, studiare e conoscere il ‘genius loci’ è essenziale per progettare un giardino. Viene incaricato un esperto per analizzare il possibile sito per la creazione del giardino prima che il progetto prenda forma.
Gli alberi nel paesaggio naturale della Cina sono ammirati per la loro forma e colore. Per l’esperto giardiniere cinese un pino maturo, con il tronco pieno di nodi è uno degli elementi più preziosi. Il giardino deve essere a una certa distanza dalla casa e circondato da un muro curvo o essere aperto a simboleggiare una grande nuvola.
Se il giardino si trova su di un’altura, allora deve aprirsi su una prospettiva del paesaggio circostante, così da permettere al visitatore di osservare i cambiamenti della natura nel corso delle stagioni.
Mentre gli imperatori ricreavano montagne e isole in miniatura, anche nell’infinitamente piccolo delle composizioni del Penjing, l’artista ricreava un giardino intimo, con rose e crisantemi. La moderazione veniva sottolineata da una pazienza senza limiti che a stento oggi possiamo comprendere.
Come nei giardini occidentali, l’acqua, come abbiamo già visto, è l’elemento essenziale nella creazione di un giardino. Spesso è immobile per consentire di riflettere l’architettura, le rocce, gli alberi e gli altri elementi che la circondano, altre volte l’acqua scorre libera, senza fine. Le rocce sono ammirate e apprezzate per la loro forma bizzarra o fantastica.
Alberi e arbusti sono spesso solo sempreverdi ma volutamente modellati in forme insolite, per creare effetto scenico e stupore.