Al termine dei lavori per la realizzazione del vostro spazio verde, questo apparirà è come il Giardino dell’Eden. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, in breve tempo, di solito dopo meno di un anno, questo subirà delle profonde trasformazioni. Nel peggiore dei casi potrebbe mutarsi in una sorta di Deserto del Gobi, dove le piante sono solo un ricordo di quello che erano e la loro salute è fortemente provata. A questo punto iniziate pure a farvi delle domande: o avete un talento raro e distruttivo per qualsiasi specie botanica vi capiti a tiro, oppure il giardiniere incaricato della realizzazione e della manutenzione di quel giardino non è quel che si definisce un giardiniere qualificato.

Posso testimoniarvi la mia esperienza. Sempre più spesso vengo chiamato a Firenze e in altre zone della Toscana per porre un rimedio a veri e propri scempie storture perpetrati da improvvisati factotum, che in tempi di crisi si riciclano,per pochi euro,come giardinieri esperti. La figura del giardiniere, dal punto di vista normativo, solo negli ultimi anni, ha ottenuto un minimo di riconoscimento formale. Il massimo che è richiesto, ad oggi, per avviare un’attività di manutentore del verde o per lavorare in un’impresa di giardinaggio è di aver frequentato con profitto un corso di formazione obbligatorio di 180 ore, di cui almeno 60 di pratica. Come ben sapranno gli appassionati di giardinaggio, le ore richieste per acquisire delle conoscenze di base sul variegato mondo del verde sono molte molte di più. Per essere un giardiniere formato è necessaria una buona esperienza, delle solide basi di manualità e, non meno importante, una formazione teorica almeno adeguata. Solo in questo modo si possono avere gli strumenti necessari per prendersi cura di un giardino, di un terrazzo o di semplici piante da appartamento in modo adeguato.

Una buona realizzazione fa risparmiare sulla manutenzione

Rivolgersi a un giardiniere professionista per realizzare un giardino a regola d’arte vuol dire ottenere uno spazio verde ben impostato, con piante, se possibile autoctone, ma in ogni caso che ben si adattano alla zona climatica, al tipo di terreno, alla disponibilità d’acqua e all’esposizione del luogo in cui il giardino si trova. Più volte ho ripetuto che per ottenere buoni risultati con le piante è necessario, per prima cosa, scegliere le piante migliori per ogni situazione, poi metterle a dimora al momento opportuno. E’ importante ricordarsi che un giardino realizzato a regola d’arte vi farà risparmiare molto tempo e denaro nella manutenzione ordinaria, oltre ad evitare costose e laboriose sostituzioni di piante morte o deperienti, che non hanno saputo o potuto adattarsi al luogo nel quale sono state piantate con ostinazione.

Sapere e saper fare

Un giardiniere professionista per svolgere con capacità e consapevolezza il proprio lavoro dovrebbe avere un’adeguata preparazione teorica, con riferimenti alle basi conoscitive per il riconoscimento delle specie botaniche, della loro equilibrata composizione, delle loro esigenze e dei parassiti che le affliggono.

Oltre a questo, non deve essere trascurata l’importanza di nozioni fondamentali di biologia, fisiologia vegetale, agronomia, idraulica, fitopatologia, arboricoltura, chimica ed entomologia. Pensare di avere una preparazione completa ed approfondita in ognuno di questi campi è molto utopistico ma almeno è opportuno possedere alcune nozioni per evitare errori macroscopici.

Anche la progettazione del giardino e la teoria dei colori hanno delle regole che non devono essere ignorate per svolgere con coscienza il lavoro del giardiniere. Inoltre, queste ultime due, consentono di affiancare con un approccio competente, quando necessario,altri professionisti del verde, come tree climber, architetti paesaggisti o agronomi.

Conoscenza e rispetto della “storia” dei giardini

Un pizzico di competenza “filologica” poi, per quel che riguarda giardini e parchi storici, non dovrebbe mai mancare: è chiaro che chi è chiamato alla manutenzione del giardino rinascimentale di una villa medicea o di un parco creato da Porcinai negli anni ’60, due veri esempi di musei a cielo aperto, deve sapere intervenire in punta di piedi, rispettandone i canoni progettuali e stando bene attento a non snaturarne la filosofia, l’impianto e la composizione botanica.

Il mondo del giardinaggio è estremamente ampio e variegato, ad ognuno la propria scelta sulla strada che intende percorrere ed approfondire. Un esempio ne è la manutenzione ed il ripristino di parchi e giardini storici. Per svolgere correttamente questa attività è necessario avere un pizzico di competenza “filologica”, sulle origini e l’evoluzione del giardino nel corso degli anni o, se siete fortunati, dei secoli.

E’ impensabile apprestarsi a lavorare in un parco o giardino storico senza sapere cosa si deve fare e come farlo correttamente. E’ chiaro che chi è chiamato alla manutenzione del giardino rinascimentale di una villa medicea o di un parco disegnato da famosi paesaggisti, dovrebbe farsi un po’ di cultura in merito per poter operare al meglio.

Competenze tra pratica e teoria

Il giardiniere qualificato,se riceve un progetto da un paesaggista, deve sapersi occupare dellapreparazione del terreno, della semina del tappeto erboso, della messa a dimora di alberature, arbusti, piante rampicanti e piante da fiore. In seguito, saranno richieste ulteriori conoscenze per la eventuale riproduzione e moltiplicazione delle piante, la cura delle malattie e l’eliminazione dei parassiti. Non meno importanti sono il diserbo, se possibile con sostanze naturali come l’acido acetico o l’acido pelargonico,laconcimazione o fertilizzazione e, in special modo, la potatura delle principali specie ornamentali, con il corretto uso di attrezzature e macchinari specifici.

E’ molto importante che chi lavora in giardino abbia ricevuto un’adeguata formazione sulle norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro, sul corretto utilizzo di dispositivi di protezione individuali, sulle norme di primo soccorso. Tutto questo deve essere corredato da una buona dose di buon senso, pazienza e prudenza. La natura ha i propri modi e tempi ed il giardiniere deve adeguarsi a questi e non viceversa. Solo in pochi casi, la capacità di un bravo giardiniere riesce ad educare la natura ad assumere delle forme non sempre naturali, come nelle forme di arte topiaria o nella coltivazione a spalliera di frutti e agrumi.

Il giardiniere professionista deve anche saperefiltrare, attraverso la sua competenza, idesideri e le necessità del committente.Dovrebbe avere la capacità di rifiutare alcune scelte poco opportune che alcuni clienti vorrebbero imporre ad ogni costo. Facciamo un esempio, in una regione con poche piogge e poca disponibilità di acqua, il committente si ostina a volere un prato all’inglese. Il bravo e paziente giardiniere dovrebbe fargli capire che procedere in quella direzione sarebbe un errore e anche molto costoso. Dovrebbe riuscire a convincerlo che una soluzione migliore potrebbe essere quella di utilizzare specie o varietà di graminacee più resistenti alle alte temperature e con minori esigenze di acqua. Un altro esempio di errore, voler mettere a dimora in un giardino in riva al mare delle piante che non tollerano il salmastro.

Gli anni di lavoro “sul campo”, a mio parere, dovrebbero esseresempre integrati e aggiornati con corsi di formazione di qualità fatti da esperti del settore e dallo scambio di esperienze con colleghi del settore o con vivaisti capaci e preparati. Alcuni fortunati affinano il mestiere affiancando giardinieri esperti e molto competenti, ma, soprattutto, disposti a condividere il proprio sapere.

Il Long Life Learning richiede molto impegno ma offre anche grandi soddisfazioni personali e l’occasione di incontrare tanti colleghi ed esperti del verde.

Almeno per i primi tempi, per le scelte più “coraggiose” se non vi sentite troppo sicuri, cercate l’aiuto di un giardiniere professionista che conosca bene le piante e il giardino. Potreste imparare i principi base per la cura naturale delle piante e su come praticare giardinaggio sostenibile.

A questo punto, non vi resta che iniziare a gestire il vostro parco, terrazzo o giardino con competenza e condividere con noi le vostre esperienze verdi, lasciando una nota sul mio sito!

2 pensieri su “Giardiniere qualificato o fai-da-te?

  1. Raffaella dice:

    Buonasera,
    Vorrei chiederle se può avere un senso coltivare piante di agrumi in terrazzo in vasi rettangolari profondi ma con una base di 25-30 cm di larghezza
    Grazie
    Raffaella

    • Codiferro dice:

      La coltivazione degli agrumi avviene nelle maggior parte dei casi in contenitori. Non è importante la forma che questo ha ma è fondamentale che la pianta abbia a disposizione spazio sufficiente per sviluppare un apparato radicale proporzionato allo sviluppo della sua chioma. Buon Giardinaggio!

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