Formazione in Giappone: The Japanese Garden Intensive Seminar Plus 2019 in Kyoto
Alla metà di ottobre di quest’anno, ho concluso una interessantissima esperienza formativa in Giappone. All’inizio del 2019 mi sono iscritto, dopo due anni di ricerche, a The Japanese Garden Intensive Seminar Plus 2019, presso the Research Certer for Japanese Garden Art &Historical Heritage a Kyoto, in Giappone. Ma andiamo per gradi.
Come avete avuto modo di vedere in diversi post pubblicati in passato nel mio blog, ho sempre avuto un interesse e un’attenzione particolare per i giardini giapponesi, per il Giappone e per alcuni architetti paesaggisti o fioristi giapponesi di fama internazionale. Per la prima volta ho visitato il Giappone nel 2008, appena all’inizio della mia nuova vita di giardiniere professionista. Ancora, non conoscevo a fondo molti aspetti del mio lavoro e del mondo del giardinaggio e del verde.
Avevo molto entusiasmo ma dovevo farmi esperienza nella realizzazione e manutenzione di giardini e terrazzi. Già allora avevo apprezzato molto la grande attenzione che i giapponesi mettono in ogni cosa che fanno e nei giardini in particolare. Il loro approccio al giardino mi sembrava così “strano”! Quando ho visitato per la prima volta alcuni giardini in Giappone, la cosa che mi ha colpito per prima è stato l’estremo ordine, quasi maniacale, nel curare ogni dettaglio, dal grande albero, alla ghiaia, al singolo elemento in pietra. Ma ancora era solo curiosità.
Con il passare del tempo, leggendo libri con argomenti inerenti il giardino, sfogliando riviste di giardinaggio, visitando siti internet sul verde, sempre più spesso, ho trovato elementi che richiamavano il Giappone e i suoi giardini. Sempre più spesso trovavo i termini: giardino giapponese, giardino zen e tutti quegli elementi che caratterizzano un giardino del genere.
Ogni tanto, la mia curiosità mi portava ad approfondire alcuni di questi argomenti. Uno dopo l’altro i piccoli tasselli si sono composti in un quadro più grande. Prima un post sull’orticoltura del non fare secondo Fukuoka, poi uno sullo Yukitsuri o Yuki zuri, i giardini Kenroku a Kanazawa, poi ancora i giardini giapponesi secondo Mirei Shigemori, Azuma Makoto e l’enciclopedia dei fiori, Akira Miyawaki, un botanico giapponese. Oltre a questi, inconsapevolmente, ho parlato anche delle numerose piante che provengono dal Giappone e che sono comunemente usate nei giardini giapponesi: l’ortensia, la camelia, la paulownia, l’acero, ecc. .
Un’esperienza tra i giardini di Kyoto
Ad un certo punto mi sono detto, perché non approfondire in modo completo ed organico l’argomento del giardino giapponese con un corso in Giappone? Ed ecco fatto! Dopo una lunga ricerca per trovarne uno per il quale valesse la pena l’impegno, ho trovato “The Japanese Garden Intensive Seminar Plus 2019”, presso The Research Center for Japanese Garden Art & Historical Heritage, all’Università di Kyoto. Ho presentato la domanda di selezione, mi hanno accettato e in un battibaleno mi sono iscritto. Da bravo studente diligente, ho prenotato i biglietti dell’aereo con alcuni mesi di anticipo. Con fremente impazienza sono giunto alla data della partenza. E in men che non si dica mi sono trovato immerso in quest’avventura.
Dopo un’esperienza di lavoro in Azerbaijan lo scorso anno, un paese insolito nel quale fare un lavoro di giardinaggio per un giardiniere italiano, andare in Giappone per studiare i giardini giapponesi è stato “quasi” semplice. Non nascondo le prime difficoltà di carattere pratico legate alla lingua ma in breve tutto ha iniziato a scorrere nel modo più naturale possibile. Dopo meno di una settimana che giravo per i giardini di Kyoto, accompagnato dai tutor giapponesi del corso, insieme agli altri studenti della classe provenienti da ogni arte del mondo, veniva naturale guardare con ironia i turisti in visita alla città, alle prese con le difficoltà della lingua o degli spostamenti.
Un’esperienza unica: i docenti giapponesi, alcuni tutor, per la traduzione dal giapponese all’inglese, di provenienza europea, la minuziosa organizzazione di ogni aspetto del corso, dagli spostamenti, alla definizione del programma, al superamento dei piccoli inconvenienti quotidiani, i giardini giapponesi in tutti i loro dettagli.
Nonostante la distanza, la differenza di cultura e paese, alcuni elementi in comuni li ho trovati: Kyoto, ex capitale dell’Impero del Sol Levante, ricca di innumerevoli tesori culturali ed architettonici, una città quasi a misura d’uomo, simile a Firenze, culla del Rinascimento Italiano, ricca di arte e cultura, città piccola e accogliente. Un giardino rinascimentale, un giardino formale, un giardino all’italiana, differiscono di molto dai giardini dei templi e delle ville di Kyoto.
The Japanese Garden Intensive Seminar Plus 2019
A questo punto, la domanda che interessa di più a chi sta leggendo, è come fosse il corso. Per me molto interessante ma inconsueto rispetto alla formazione universitaria e non alla quale siamo abituati in Italia. La mia esperienza scolastica è stata lunga, dopo le scuole dell’obbligo, ho frequentato il Liceo scientifico e poi mi sono laureato in Economia e Commercio a Firenze.
Ho svolto il tirocinio negli studi professionali per la professione di Dottore Commercialista e Revisore dei Conti. In tutti quegli anni trascorsi tra i banchi di scuola, ho sempre visto i docenti dietro una cattedra, che spiegavano la parte teorica dell’argomento in questione e raramente ne mostravano la trasformazione nella pratica.
Anche dopo, nei diversi corsi di specializzazione sul giardinaggio (per la realizzazione e manutenzione di parchi e giardini a Monza, sui giardini storici a Firenze, sulla biomeccanica degli alberi a Pistoia e molti altri ancora) le lezioni in campo sono sempre state limitate rispetto alla parte in aula.
A Kyoto, il corso si è svolto quasi completamente nei giardini, spesso in alcuni molto difficili da visitare come turisti, raramente siamo stati in aula ad ascoltare lezioni di teoria. Le interminabili lezioni italiane in aula non si sono viste. Ogni giorno, i docenti ed i loro assistenti, ci accompagnavano a visitare giardini, dei quali ci raccontavano la storia, ci spiegavano gli elementi essenziali e ce ne mostravano gli elementi caratteristici. Un approccio molto insolito, per uno studente italiano.
Vedere una roccia selezionata con cura, dopo mesi, se non anni, di ponderate valutazioni dal paesaggista del momento o dall’artigiano specializzato, nel luogo per il quale è stata scelta, cattura l’attenzione e ne fa cogliere molti piccoli dettagli che diversamente si sarebbero persi. Perché un albero ha un’inclinazione a destra o a sinistra sopra della ghiaia o vicino ad un laghetto si comprende molto bene se lo si osserva nel giardino, piuttosto che in un testo o su di una lavagna.
Alla fine, dopo aver digerito tutte queste nozioni, qualcosa, piano piano, prende forma, il concetto di giardino giapponese ed il perché di alcuni suoi elementi.
Una breve cronologia della storia del giardino giapponese
Nel corso dei secoli, gli elementi caratteristici del giardino si sono evoluti secondo gli usi e la cultura del tempo. Di seguito, una brevissima sintesi dei diversi periodi della storia del giardino in Giappone.
- I giardini prima del periodo Nara, fino al 708 A.D.,
- I giardini del periodo Nara, dal 708 al 794 A.D.,
- I giardini del periodo Heian, dal 794 al 1184 A.D.,
- I giardini del periodo Kamakura, dal 1185 al 1389 A.D.,
- I giardini del periodo Muromachi, dal 1390 al 1554 A.D.,
- I giardini del periodo AzuchiMomoyama dal 1555 al 1600 A.D.,
- I giardini del periodo Edo dal 1600 al 1867 A.D.,
- I giardini del periodo Meiji, Taishô and earlyShôwa, dal 1867 al 1940 A.D.,
- Il Giardino Giapponese contemporaneo.
Ho fatto un semplice elenco cronologico della tradizione del giardino giapponese dal periodo antico fino ad oggi. Il giardino giapponese, nel corso della sua storia,è stato molto influenzato dalle culture di Cina ed Europa, e con il passare dei secoli anche lo stile del giardinaggio è cambiato. Nonostante ciò, i tratti essenziali della tradizione che si è evoluta nel corso del tempo, hanno permeato gli elementi del giardino come un’eredità indelebile. Molti giapponesi e turisti stranieri visitano ogni anno famosi giardini storici. Spesso da queste esperienze di viaggio, portano a casa la voglia dello stile giapponese in giardino. Questo si verifica ancora di più per i turisti provenienti dai paesi lontani. Ma perché accade ciò?
Forse perché il giardino giapponese in genere è espressione di valori che trascendono l’aspetto esteriore della composizione di piante, acqua e rocce. Il giardino è un’isola (“shima“) costruita all’interno di uno stagno di acqua o di pietre, dove lo stagno è il simbolo del mare e l’isola è simbolo dell’uomo. Dal loro incontro nasce il giardino (“niha“). Non un’isola mistica, abitata da esseri sovrannaturali ma dove, ogni giorno, vivono persone normali nel loro quotidiano. Questo è il punto di partenza per comprendere il paesaggio naturale, in tutte le sue forme. Il giardino si anima, così, di arte espressa nel verde e nella natura.
I giapponesi di oggi cercano in ogni modo di far convivere e unire strettamente questi elementi della tradizione del giardino nell’ambiente naturale.
In linea di massima, oggi esistono due alternative dove creare giardini giapponesi. Uno è il tentativo di replicare la tradizione nel giardino privato, cercando di conciliare questi aspetti con il sempre minore spazio a disposizione. Ma nel giardino giapponese, le dimensioni non sono poi così importanti, poiché è sempre possibile ricreare la grandezza di uno scenario naturale con elementi simbolici. Un esempio di questo è dato dalla coltivazione dei bonsai. In una piccola pianta è replicata con grande abilità la maestosità di un albero secolare. Dati i risultati, la sfida vale la pena di essere accettata.
Una seconda possibilità per realizzare nuovi giardini giapponesi è quella di creare parchi cittadini o residenziali. Le dimensioni e le condizioni in cui lavorare possono variare di molto per ampiezza e caratteristiche del luogo. Un esempio rappresentativo di giardini giapponesi in un parco cittadino è sicuramente l’Expo Memorial Park di Osaka. Un modello ben riuscito che potrebbe essere preso come spunto per altre future realizzazioni.
In entrambe i casi, la successiva manutenzione del giardino dovrebbe essere di alto livello e non affidata a giardinieri impreparati o improvvisati.Per la manutenzione del giardino giapponese, dall’inglese, garden fostering, un approccio molto personalizzato rivolto alla cura del giardino, che va oltre il mantenimento dello stato attuale del giardino. Si valorizzano le caratteristiche che più ci piacciono del giardino, si mettono in evidenza le caratteristiche delle singole piante e si sviluppano gli aspetti secondari dell’avere un giardino, nutrendo i visitatori ed evocando l’essenza della natura.
Nei prossimi giorni seguiranno altri post nei quali racconterò altri aspetti di questa fantastica avventura in Giappone.
Un nuovo spunto per il vostro giardino. Non vi resta che provare. Buon giardinaggio.