Dall’inizio del ventesimo secolo, i Paesi Bassi sono stati uno dei primi paesi in cui ha iniziato a prendere forma un nuovo modo di progettare gli spazi verdi, con un approccio più naturalistico alla creazione di giardini e paesaggi urbani, con l’uso di piante perenni ed erbe ornamentali. Questo movimento è noto come The Dutch Wave (e, più recentemente, come il New Perennial Movement ). Due personaggi olandesi sono stati fin dal principio al centro di questo nuovo pensiero: Mien Ruys e Piet Oudolf. Quest’ultimo, ispirandosi ai precedenti lavori di Mien, è diventato il paesaggista più significativo e acclamato dell’uso naturalistico di piante perenni.

Nel mio lavoro di giardiniere, quando parlo con qualcuno che ha la passione per il giardinaggio e va in visita in un giardino più o meno famoso, lo incoraggio a scattare molte fotografie. Per fortuna, le foto non catturano sempre l’essenza del giardino, spiegano solo in parte perché una siepe è stata potata in un modo preciso, perché un albero è stato piantato in una determinata posizione, perché la combinazione di colori usata si adatta al terreno naturale, perché il paesaggista che ha progettato il giardino ha scelto alcune piante per una bordura soleggiata e altre per parti in ombra. Ad alcune di queste domande potrebbe rispondere solo il progettista ma se questi non è presente, l’unica cosa che possiamo fare è cercare di immaginare le risposte corrette.

Per comprendere al meglio lo spirito e l’essenza del Dutch Wave, sarebbe bello che il visitatore di questi giardini prendesse una sedia e si unisse ad una cena immaginaria, in cui gli ospiti d’onore sono i giardinieri, i vivaisti e i paesaggisti che hanno progettato e realizzato questi giardini selvaggi naturalistici, che, in pochi anni, sono diventati un’attrazione per gli amanti delle piante di tutto il mondo.

Parteciperò anch’io a questa cena e permettetemi di versare del buon vino nel vostro bicchiere mentre vi presento questo movimento di pensiero e alcuni dei visionari che hanno dato vita per primi alle nuove tendenze e alla realizzazione dei loro giardini ancora oggi molto apprezzati.

Un po’ di storia del giardino naturalistico

dutch waveLe origini inglesi di questo movimento di stile naturalistico risalgono al giardiniere e giornalista appassionato vittoriano William Robinson, di origini irlandesi, nato nel 1838 e deceduto nel 1935. Pensate che uno dei suoi libri, “The Wild Garden”, che parla proprio di un giardino selvaggio, pubblicato nel 1870, è ancora oggi disponibile in commercio, a 150 anni dalla prima edizione. Una sua famosa amica, Gertrude Jekyll, fece proprie le sue teorie, aggiungendo idee in merito all’uso del colore, che aveva appreso dai pittori impressionisti di sua conoscenza. In seguito, queste idee si sono dimostrate molto influenti per una giovane olandese, Wilhelmina (Mien) Jacoba Moussault-Ruys. Suo padre, nel vivaio di Moorheim a Dedemsvaart, effettuò diversi esperimenti botanici nella riproduzione di nuove piante perenni.  Due grandi ‘giardinieri’, William Robinson e Gertrude Jekyll, iniziarono ad usare queste piante con inaspettato successo, decretandone un nuovo e crescente interesse nel grande pubblico.

L’interesse principale di Mien Ruys non riguardava la produzione di piante ma piuttosto il loro utilizzo. Dopo il suo incontro con Gertrude Jekyll in Inghilterra, ha studiato al Bauhaus, in Germania, prima di intraprendere una vita di sperimentazione con le piante perenni, unendo con sapiente maestria il naturalismo di William Robinson, alle qualità pittoriche di Gertrude Jekyll, alle linee pulite che aveva appreso dal Modernismo, per dar vita a qualcosa che non era solo originale ma che ha anche dimostrato di essere una fonte di ispirazione inesauribile per i paesaggisti attuali.

Secondo Piet Oudolf, The Dutch Wave è iniziato con Mien Ruys , dall’influenza che ha avuto sull’utilizzo delle piante nel modo di disegnare il paesaggio contemporaneo. Piet Oudolf, ha iniziato a creare giardini negli anni ’70 e, dopo numerose delusioni dovute alla difficoltà di reperire sufficiente materiale vegetale sul mercato, per il suo lavoro, ha dato vita ad un vivaio nel quale crescere le piante di cui aveva bisogno per realizzare i propri lavori.

Insieme ad un piccolo gruppo di artisti e vivaisti che la pensavano allo stesso modo, le idee hanno iniziato a svilupparsi attorno al fascino di erbe ornamentali e piante perenni. Riuscendo ad ampliare la stagione di interesse per una bordura mista del giardino oltre il tradizionale periodo di fioritura, con uno stile in cui la forma ha la precedenza su fiori e colori. Con il risultato di ottenere uno stile con una maggiore connotazione naturalistica, che completa oggi gli spazi urbani contemporanei, i giardini di campagna e anche i giardini urbani.

Il lavoro di Piet Oudolf si è fatto strada ben oltre i suoi confini nativi olandesi. L’espressione più nota di questo artista del verde è la realizzazione della High Line a New York e del Lurie Garden a Chicago. Altro elemento che gli è stato riconosciuto è di aver iniziato un dibattito più ampio sul valore della realizzazione di uno stile di piantagione naturalistica all’interno di giardini e contesti urbani.

La popolarità di questo stile di progettare e realizzare giardini naturalistici, che fanno uso di un gran numero di piante erbacee, è anche dovuta all’eredità lasciata dai vivaisti tedeschi Karl Foerster (1874-1970) e dal suo allievo Ernst Pagels (1913-2007). Con il loro lavoro, all’inizio del XX secolo, hanno introdotto un nuovo stile di giardinaggio, basato sull’uso di ampie distese di piante perenni ed erbe ornamentali, di solito, di poca manutenzione, facili da coltivare in qualsiasi condizione e affidabili nella crescita. Un sogno per quasi tutti i giardinieri e gli appassionati di piante e giardino.

L’arte e il giardino naturalistico

Una grande influenza è stata data anche dall’arte giapponese di Ukiyo-e, e da grandi maestri come Hokusai e Hiroshige. Molto importante dal punto di vista delle arti grafiche, tra il XIX e il XX secolo, è stato anche il movimento artistico dell’Impressionismo, con artisti come Claude Monet e Vincent van Gogh. Le caratteristiche pittoriche di questo movimento comprendono tratti di pennello relativamente piccoli ma visibili, con un’attenzione particolare sull’accurata rappresentazione della luce, nelle sue mutevoli qualità.

Il design del giardino, inteso come un ulteriore modo di trasmettere un pensiero, non era immune dall’influenza delle nuove idee sull’uomo e le sue relazioni. In questo quadro, l’architetto paesaggista olandese Mien Ruys, ha sviluppato le idee della sua amica Foester, usando ampie distese di piante perenni, simili a piante autoctone in disposizioni naturali. Ruys ha anche messo grande energia nel diffondere questa nuova visione, che ha influenzato anche Wolfgang Oehme, James van Sweden e il movimento New American Garden, negli Stati Uniti.

All’inizio degli anni ’80, un nuovo stile naturalistico, in seguito conosciuto come The Dutch Wave, nasce dalla collaborazione di quattro paesaggisti: Rob Leopold, proprietario di un’azienda di semi di fiori selvatici; Ton ter Linden, pittore e progettista di giardini; Henk Gerritsen, designer, scrittore e vivaista; Piet Oudolf, paesaggista e vivaista.

“Piante da sogno per un giardino naturale”

Nel 1999 Piet Oudolf e Henk Gerritsen hanno pubblicato “Dream plants for the natural garden”, la loro prima opera scritta a quattro mani. Una sintesi delle proprie selezioni di piante, con una panoramica di oltre 1.200 piante perenni erbacee. Nel libro si sottolinea l’importanza della pianta nella costruzione architettonica. Queste sono utilizzate come elementi strutturali nel giardino, per creare interesse durante tutto l’anno. Si dà loro un ordine non utilizzando i criteri comuni di colore, altezza, stagione di fioritura ma selezionando caratteristiche insolite come: resistenza, capacità di auto seminarsi spontaneamente e la capacità di essere invasive, esigenti e capricciose.

Gli autori preferiscono seguire le regole della natura piuttosto che le pratiche tradizionali del giardinaggio. Lasciano che le piante finiscano la loro fioritura, per fornire cibo a insetti ed uccelli oltre che per compiacere l’occhio del visitatore, con gruppi di piante ben selezionate per la naturale alternanza nella fioritura e vegetazione. La maggior parte delle immagini del libro mostrano i sorprendenti scenari offerti dalle piante preferite dagli autori, in autunno e in inverno.

Un approccio non convenzionale, per la messa a dimora delle piante, non più basato su schemi di colore e altri principi tradizionali. Si combinano piante che appaiono belle insieme. Il disegno non guida più l’impianto ma al contrario, l’impianto determina il disegno. Sono le piante che creano il disegno con i loro insiemi.

Dutch New Perennials Wave

Nel 2010, il Daily Telegraph ha pubblicato un articolo sull’argomento, rendendo The Dutch Wave accessibile non solo a paesaggisti, architetti del verde e a giardinieri professionisti ma anche ai giardinieri dilettanti e ai semplici appassionati di piante.

Secondo il giornale, negli anni Novanta, dall’Olanda creativa i giardinieri hanno conosciuto un nuovo stile di fare giardinaggio fatto da piante perenni, che hanno conquistato il mondo. Un nuovo modo di mettere a dimora piante e di farle seminare da sole, in modo spontaneo. Le piante danno struttura, forma e colore al giardino in tutte le stagioni dell’anno, spazzando via le limitazioni delle fioriture stagionali. Il giardino appare simile alle praterie americane, con un paesaggio sconfinato, con variazioni continue di colori, con l’avvicendarsi delle stagioni.

Tuttavia, molte delle piante più comuni hanno nomi tedeschi complessi. Sono difficili da comprendere e pronunciare ma ricordano le origini del movimento nell’attività dei vivaisti tedeschi Karl Foerster, Ernst Pagels e George Arends.

Karl Foerster, il più noto dei tre vivaisti tedeschi, iniziò la sua carriera con un famoso architetto paesaggista e botanico, Ludwig Winter, di Potsdam.

Winter, specializzato nelle grandi tenute della Riviera italiana, ha creato giardini con un’anima ecologica che si insinuava nel paesaggio naturale.

Ernst Pagels prese il testimone e sviluppò nuove varietà di Miscanthus sinensis. La sua scuola ispirò vivai britannici, come Graham Gough. Sebbene Pagels coltivasse le piante, fu Oudolf a individuarne il potenziale e a diffonderne il loro uso nel mondo negli anni Novanta.

Le 10 migliori piante secondo il Dutch Wave

Vediamo adesso quali sono le dieci migliori piante che questi pionieri hanno utilizzato con maggiore successo.

  1. Miscanthus sinensis ‘Ferner Osten’ – Questi sono i colori che brillano dalla fine dell’estate fino all’autunno, alla luce del sole. Mentre le giornate si accorciano, le teste violacee del Miscanthus ‘Ferner Osten’ (e di altri miscanthus colorati), diventano marrone scuro e poi sfumano all’argento. Formano dei tratti, finemente allineati, che si muovono e oscillano alla tenue luce invernale. Il Miscanthus sinensis ‘Silberfeder’ fiorisce entro la fine di agosto ma dipende dalla regione in cui lo piantate. Il Miscanthus sinensis ‘Kleine Fontäne’ ha infiorescenze rosa, finemente strutturate. A fine inverno è opportuno tagliarli tutti al livello del suolo per ottenere una nuova vegetazione uniforme in primavera.
  2. Eupatorium maculatum ‘Riesenschirm’, ha steli rigidi e scuri, con foglie a spirale, sormontati da soffici infiorescenze viola. Librando nel vento, attirano le farfalle con i loro colori dai toni del rosa o del viola. Con caratteristiche simili a questi troviamo anche il Miscanthus sinensis ‘Ferner Osten’, il Pennisetum alopecuroides ‘Hameln’ e il Panicum virgatum ‘Shenandoah’ o ancora il Sedum ‘Matrona’ con toni del grigio metallizzato e rosa. Il più scuro e più compatto. Anche la Salvia nemorosa ‘Pusztaflamme’, quasi perpetua, con fiore doppio, dura per mesi in giardino, con i suoi fiori blu.
  3. Echinacea purpurea, fornisce un elemento fortemente decorativo per il giardino da luglio fino all’autunno, prima di formare un capolino di semi, rigido dal colore nero. Echinacea purpurea ‘Fatal attraction’, una varietà selezionata con fiori rosa brillante, di ampie dimensioni, sorretti da steli spessi e scuri. Una varietà più alta, come l’Echinacea purpurea ‘Rubinstern’, ha petali leggermente pendenti. Le echinacee sono amate da farfalle, api e insetti utili. Crescono sane e rigogliose in luoghi con inverni freddi. Per essere coltivate con successo, è necessario disporre di un terreno con una buona struttura e ricco di sostanza organica. Una volta che le piante si sono affrancate, tollerano anche estati più secche. Possono essere facilmente riprodotte da seme.
  4. Stachys officinalis ‘Hummelo’. Una pianta officinale dalla fioritura estiva, con fiori rosa, che ricorda a prima vista delle orchidee selvatiche. I fiori dai colori accesi compaiono all’inizio dell’estate e aiutano a prolungare la vita colorata delle bordure fiorite. Oltre a questa varietà esistono altre valide alternative. La Salvia nemorosa ‘Caradonna’, con fiori dalla forma a cono, di colore viola. Interessante anche la Salvia nemorosa ‘Amethyst’, molto resistente e vigorosa.
  5. Aconitum carmichaelii ‘Arendsii’, ha foglie coriacee di colore verde scuro. Il suo nome è un tributo all’orticoltore tedesco George Adalbert Arends, conosciuto per il suo lavoro con e piante erbacee. I fiori di colore blu-azzurro, compaiono all’inizio di ottobre, incorniciati dal fogliame lucido. I boccioli argentati e lanuginosi, sorretti da forti steli, allietano lo sguardo del visitatore del giardino molto prima dei fiori.
  6. Veronicastrum virginicum ‘Lavendelturm’ – I veronicastrum sono piante poco valorizzate e sconosciute. Tutte hanno un fogliame sormontato da fiori verticali. Il Veronicastrum virginicum ‘Lavendelturm’ (impiegato anche da Tom Stuart Smith, architetto paesaggista e scrittore inglese, nella realizzazione delle bordure attorno alla nuova serra della Royal Horticultural Society a  Wisley) fornisce capolini ben ramificati, sorretti da steli rigidi, di color blu lavanda, che forniscono importanti accenti verticali per bilanciare le erbe più vaporose. Una volta che i fiori appassiscono, permane sulla pianta il sottile capolino con i semi. Se cercate una pianta che le assomiglia, potete optare per la Verbena hastata rosa, dalle dimensioni più contenute, oppure potreste scegliere la scintillante Verbena rigida, con fiori viola.
  7. Rudbeckia fulgida var. sullivantii ‘Goldsturm’ – I suoi fiori gialli, simili a fili d’oro, incorniciano in modo eccellente l’arazzo di viola e rosa creato con le piante sopra descritte. La Rudbeckia fulgida var. sullivantii ‘Goldsturm’ (introdotta per la prima volta da Pagels nel 1937) con il marrone scuro al centro dei suoi fiori, composti da un anello di petali gialli e frizzanti e da un ciuffo di foglie verdi, è un elemento primario in queste composizioni artistiche. La Rudbeckia triloba è altrettanto interessante anche se con una fioritura più breve.
  8. Calamagrostis brachytricha – Le graminacee sono un elemento indispensabile nell’architettura di queste opere d’arte e ancora di più lo sono quelle che si flettono al suolo perché donano grazia e morbidezza nella realizzazione di bordure dall’aspetto naturale. La Calamagrostis brachytricha si piega dolcemente e ondeggia al vento, donando una morbida presenza per la fine dell’estate. Un effetto simile lo si ottiene impiegando i Pennisetum, che però richiedono temperature più alte per dare il meglio di sé. Un’altra valida alternativa potrebbe essere il Carex testacea.
  9. Sanguisorba officinalis ‘Red Thunder’ – E’ una delle preferite di Piet Oudolph. In primavera, il fogliame deciduo, piumato, di colore verde spunta delicato e forma un attraente rivestimento del terreno. Ma è in estate che dà il meglio di sé, quando gli insoliti fiori rossi superano gli steli sottili e verticali. La Sanguisorba ‘Korean snow’ ha i fiori bianchi. La Sanguisorba ‘Cangshan Cranberry’ è stata scoperta nel 1996 da Dan Hinckley, orticoltore e vivaista americano,  nella regione dello Yunnan, in Cina. Ha un fogliame molto grande, di colore verde lucido, con steli eretti e fiori di colore rosso opaco.
  10. Monarda ‘Mohawk’ e Monarda ‘Scorpion’ – Prediligono un terreno umido, sono piante dal gambo rigido, con fiori di una tonalità rosa/rosso vino. Queste Monarda fioriscono dall’inizio dell’estate fino a ottobre. Il fogliame è profumato. Sono eccellenti piante perenni, con una squisita fioritura, ideali per terreni ordinari ma con una buona fertilità. La Monarda ‘Scorpion’, con i fiori viola, fiorisce più tardi per un periodo più lungo. La Monarda ‘Mohawk’ ha fiori color malva.

 

A causa della dinamicità della natura, il disegno di semina che metterete in atto oggi, domani presenterà sicuramente un risultato diverso. Inoltre, gli schemi di impianto dovranno essere accuratamente adattati alle esigenze di ogni specifico ambiente. Questo approccio alla progettazione e alla realizzazione del giardino, basato su precisi disegni di impianto, ha dimostrato nel tempo di richiedere un numero sempre crescente di piante e di essere un cliente esigente, poiché gli schemi di impianto si evolvono naturalmente. Uno stile sempre alla ricerca di nuove frontiere, realizzate con piante affidabili.

3 pensieri su “Le tendenze del design naturalistico del giardino, the Dutch Wave, ora noto anche come New Perennial Movement

  1. simone dice:

    Grazie per il bel articolo,sono un giardiniere alle prime armi, sto approfondendo solo ora questa corrente e sono avido di informazioni,ottimo materiale introduttivo

  2. Enrica Testi dice:

    grazie di questa panoramica così precisa.
    Ho scoperto le graminacee ornamentali da due anni e me ne sto circondando.

    • Codiferro dice:

      La ringrazio di aver apprezzato il lavoro fatto con questo post. Le graminacee sono un mondo affascinante composto da numerosissime specie e cultivar di piante. Sono capaci di soddisfare ogni esigenza, ne possiamo trovare una per ogni circostanza e per ogni ambiente. Esisto graminacee piccole piccole e graminacee grandi grandi, con foglie molto colorate e con pennacchi leggeri dai mille riflessi.
      Secondo la mia modesta opinione sono ancora troppo poco valorizzate, potrebbero risolvere molto bene i numerosi problemi della creazione di aree verdi pubbliche e private a bassa manutenzione, con costi di gestione davvero esigui a patto che se ne prendano cura mani esperte e non giardinieri improvvisati.
      Le graminacee sono un ottimo elemento per creare un giardino a patto che le si conoscano almeno un pò.
      Spero continui a seguire i miei lavori in ret.
      Buon giardinaggio

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