La creazione di un orto, meglio se si tratta di un orto ornamentale, per migliorare la qualità dell’ambiente e per sensibilizzare le persone  sui temi del consumo critico e sostenibile, è tornato molto di moda in questi ultimi anni.

Il nuovo boom parte dall’America, a New York, ad esempio, si trova uno dei più grandi progetti di orti urbani attualmente in essere. Anche se può sembrare strano, oggi milioni di persone praticano regolarmente l’Urban farming, la coltivazione di un orto in ambiente urbano.

Questa pratica è stata impiegata ampiamente fin dagli anni ’90 a Cuba, per far fronte alla crisi alimentare pressante. Sull’isola di Fidel, grazie alla diffusione degli orti sociali, si è riusciti a superare la crisi umanitaria dovuta all’improvvisa carenza di forniture di petrolio, causate dal crollo dell’Unione Sovietica.

Quella dell’orto-giardino (potager per i francesi,vegetable o kitchen garden per gli inglesi), è una formula che ha radici molto lontane nella storia e che oggi ha sempre maggiore popolarità sia per motivi pratici che estetici. Già nella città di Babilonia e nella Roma antica avevano grande importanza la coltivazione dell’orto, visto e vissuto come come un luogo utile ma anche di relax.

Un pò di storia dell’orto ornamentale

La storia dell’orto ornamentale nasce da lontano. Nel De Rustica, fondamentale trattato di botanica e agricoltura scritto in latino da Columella nel I secolo dopo Cristo, si affrontano per la prima volta in modo sistematico gli argomenti relativi all’orto e al giardino. Nei secoli successivi, nel mistico orto-frutteto, presente in molti chiostri monastici medievali (hortus conclusus), i monaci dei monasteri coltivano le erbe necessarie alla sopravvivenza della comunità e alla produzione di medicamenti a base di piante.

Nell coevo giardino islamico, l’orto è protetto da filari di cipressi e pioppi, è circondato da canali d’acqua, utili e decorativi, disposti a croce.

Per giungere più vicini a noi, alla fine dell’Ottocento i giardinieri inglesi decoravano i più ampi parchi nobiliari con modesti, per dimensioni, cottage garden.

Solo pochi anni fa l’attuale Sovrano del Regno Unito, Carlo III, sosteneva l’importanza della difesa dell’ambiente e della biodiversità nella gestione del giardino e dell’orto.

Questi sono solo alcuni degli esempi in cui l’accostamento concettuale tra orto e giardino, tra utile e bello, si è sviluppato ed evoluto a seconda dei luoghi e delle epoche.

Elementi decorativi dell’orto/giardino rinascimentale

Nel XVI secolo l’orto/giardino rinascimentale era ancora appannaggio delle classi abbienti, vissuto come luogo per sedurre e meravigliare gli ospiti. Gli elementi essenziali di queste “scenografie verdi” erano:

Il Potager du Roi della reggia di Versailles

Il Potager du Roi è un grande orto realizzato nei pressi della reggia di Versailles, noto anche con il nome inglese di King’s Kitchen Garden.  Aveva come scopo principale quello di rifornire le cucine e le tavole della corte di Luigi XIV con verdure e frutta fresca. Fu progettato e tradotto in realtà negli anni compresi tra il 1678 e il 1683 dalla collaborazione tra l’architetto Jules Hardouin-Mansart e Jean-Baptiste de La Quintinie, avvocato, giardiniere e agronomo francese, in quel tempo direttore degli orti reali. L’orto del re è un esempio unico di orto francese in età barocca.

Una curiosità: Jean-Baptiste de la Quintinie, esercitava la professione di avvocato quando, dopo un soggiorno in Italia, si convertì all’orticoltura, alle pratiche agronomiche e alla realizzazione dei giardini.

Si tratta di un giardino in continuo cambiamento, quasi animato di vita propria, dalle numerose sfaccettature. Il suo scopo principale era quella di: produrre, sperimentare e trasmettere conoscenze. Il Potager ha un’estensione di oltre 22 ettari ed è composto da 28 piccoli giardini ai lati e da un Grand Carré, a sua volta suddiviso in 16 orti, di forma quadrata, i quali circondano una fontana centrale, adibita a riserva d’acqua.

Una sorta di balconata si trova sopra il giardino. Da questa i cortigiani e gli ospiti del re potevanoo passeggiare e ammirare il giardino, oltre ad osservare il sapiente e paziente lavoro dei giardinieri, senza disturbare.

La posizione dell’orto è stata decisa direttamente dal Re Sole. Disposto a meridione del palazzo, inserito tra le scuderie, dove i cavalli producevano il concime necessario alle coltivazioni, e le cucine, dove i frutti e le verdure fresche venivano preparati o cucinati per le reali tavole.

L’orto/giardino è stato realizzato secondo uno schema a scacchiera, che offre un ottimo riferimento per le forme urbane dell’epoca. L’Orto, nel corso dei secoli, dal momento della sua realizzazione è stato oggetto di successive modifiche, che però non gli hanno fatto perdere la sua struttura originaria.

Dal 1995, il giardino accoglie nei suoi locali ed è condotto dall’École Nationale Supérieure de Paysage, ovvero la Scuola nazionale francese di architettura del paesaggio.

Al suo interno sono coltivate oltre 450 varietà di alberi da frutto e, in base agli anni possono esservi coltivate tra le 300 e le 450 specie o cultivar di ortaggi. La sua produzione annua media di ortaggi, frutta e verdura è di circa 40 tonnellate, ottenuta attraverso un accurato e paziente processo di semina, potatura e raccolta, svolto da un piccolo gruppo di persone.

La sempre più crescente necessità di gestire l’orto/giardino secondo un’ottica sostenibile per l’ambiente, richiede di selezionare e coltivare specie di alberi e piante che possano crescere con ridotti o nulli impieghi di pesticidi e che si addattino prontamente ai cambiamenti climatici. Questo significa che nei prossimi anni dovrebbero essere sostituiti oltre il 35% degli alberi da frutto già presenti, che, in gran parte, al momento si trovano in condizioni colturali e fisiologiche non proprio ottimali.

Le molteplici funzioni del Potager du Roi

La funzione primaria dell’orto del re era quella di rifornire le tavole del sovrano e della corte con frutti e verdure di stagione e di primizie. Tuttavia, allo stesso tempo, svolgeva anche altri compiti altrettanto importanti, di cui ne vediamo solo alcune di seguito.

Un orto produttivo

Il Potager du Roi è stato fin dalla sua creazione un orto con una produzione intensiva. Qui non si praticava la rotazione delle colture per consentire al terreno di rigenerarsi naturalmente. L’impoverimento del suolo veniva compensato da importanti e continui apporti di nuovo terreno di coltura e ammendanti dall’esterno, tra cui il letame delle scuderie, il compost e nuova terra vegetale.

La sua funzione produttiva è continuata nel corso dei decenni e dei secoli.

Un orto didattico

Dal momento della sua creazione, l’orto del re doveva stupire i visitatori e gli ospiti di Luigi XIV per la sua bellezza o per il sapore o la forma insolita dei suoi frutti. Il sovrano con questa sua creazione voleva istruire e far conoscerei metodi adottati per la coltivazione e la cura delle piante, oltre a far ammirare e apprezzare i risultati di tanto impegno.

Un giardino di sperimentazione

La documentazione storica su de La Quintinie riporta numerose testimonianze di illustrazioni della funzione svolta dall’orto del re come luogo di sperimentazione. La margottatura e lo sviluppo delle primizie, gli esperimenti di potatura dei frutti, le piantagioni a radice nuda, l’acclimatazione di nuove specie, sono solo alcuni degli esempi delle attività di ricerca e sviluppo intrapresi in questo orto/giardino dal momento della sua creazione.

Le Potager de Villandry

L’orto/giardino del Castello di Villandry è il punto focale dei giardini. E’ stato creato secondo il classico stile rinascimentale. Sulla sua pianta si identificano chiaramente nove quadrati di dimensioni uguali tra loro. Al loro interno il disegno geometrico che unisce sapientemente verdure dell’orto e fiori del giardino si differenzia l’uno dall’altro.
All’interno dei singoli quadrati sono messe a dimora verdure i cui colori si alternano tra loro: il verde-blu dei porri, il rosso-viola dei cavoli e delle barbabietole, il verde chiaro acceso delle cime delle carote, ecc. Tutto è composto con arte e sapienza per offrire a chi osserva un quadro simile a quello di una scacchiera dai mille colori.
Le superfici coltivate ad orto/giardino a Villandry si possono osservare dal primo piano del castello. L’orto/giardino di Villandry è composto in 9 quadrati, ognuno decorato da motivi geometrici.
Con il succedersi delle stagioni, variano i colori dell’orto. Settembre offre lo spettacolo più entusiasmante al visitatore.

Storia de le Potager de Villandry

Il Castello di Villandry e i suoi giardini sono stati restaurati nel 1906 da Joachim Carvallo e da sua moglie Ann Coleman. Carvallo mise particolare riguardo nella progettazione dell’orto, utilizzando un approccio scientifico capace di restituire al castello da poco restaurato un giardino che ne fosse all’altezza.

Dal confronto e dalle ricerche incrociate dei risultati degli scavi archeologici, dei documenti originali e delle fonti letterarie che si sono succedute negli anni, egli aveva ricostruito i disegni di come potevano essere i giardini nel XVI secolo al momento della loro creazione.

Le prime tracce di questo orto si fanno risalire al Medioevo. I monaci erano soliti coltivare le verdure secondo forme geometriche. Le numerose croci che si trovano nell’orto del castello di Villandry rievocano prontamente l’origine monastica del luogo.

Nel corso dei decenni i monaci avevano aggiunto delle rose per offrire forme, colori e profumi in onore della Beata Vergine Maria. I rosai, messi a dimora secondo uno schema simmetrico, rappresentano secondo  la tradizione, il monaco al lavoro nell’orto.

I giardinieri francesi del XVI secolo mettono insieme la tradizione monastica francese proveniente dal Medioevo e la più recente idea rinascimentale del giardino proveniente dall’talia, per creare un giardino diverso, capace di accogliere le rose e allo stesso tempo le nuove verdure provenienti dall’America. Il nome di questa nuava idea e “orto decorativo” o orto-giardino.

Curiosità sull’orto di Villandry

Alcune curiosità sull’orto di Villandry:

  • Ogni anno si mettono a dimora nuove piante ben due volte, una in primavera, che rimangono in essere da marzo a giugno, l’altra in estate, da giugno a novembre;
  • Ogni anno si selezionano quaranta specie di ortaggi, appartenenti a otto famiglie botaniche;
  • Lo schema secondo cui si piantano fiori e verdure muta ogni volta. I vincoli che devono essere rispettati sono: l’armonia di forme e colori e i vincoli orticoli, che impongono una rotazione colturale ogni tre anni degli ortaggi, per mantenere vivo e attivo il terreno;
  • L’irrigazione delle aiuole si effettua con un sistema automatico di irrigazione interrata.

Orto ornamentale: l’unione di estetica e pratica

In un orto giardino si mettono a dimora verdure, insieme a fiori, erbe aromatiche e arbusti, il tutto circondato da piante sempreverdi sul confine a delimitare lo spazio, oltre ad alberi da frutto. Il tutto deve essere sempre studiato bene prima sulla carta, frutto di un’approfondita conoscenza delle singole specie e cultivar.

Per evitare che il terreno si impoverisca è necessario adottare la rotazione delle colture. La volta successiva che si effettua una piantagione nella stessa parte di terreno si metteranno a dimora nuove verdure o piante ornamentali, capaci di apportare al suolo nutrienti e che non abbiano le stesse esigenze della coltura precedente. Deve essere restituita al terreno nuova energia utile alle piante.

Per la primavera si scelgono di solito lattuga, fragole, lenticchie, carciofi, abbinati alle fioriture di viole del pensiero, iris, margherite, rose, celosie e non ti scordar di me. In estate l’abbinamento è con pomodori, melanzane, peperoncini, sedani, zucchini, e assieme alle rose fanno da comprimari peonie, dalie, nasturzi, papaveri. Ai fiori da recidere, si possono associare fiori utili per cucina e medicina, come l’iperico, il tarassaco, il luppolo, il girasole la calendula, l’angelica, la lavanda. Preferite se possibile per il vostro orto ornamentale ortaggi particolarmente decorativi come i cavoli e le lattughe rosse, le verze viola, le melanzane bianche…

Anche erbe aromatiche come l’artemisia (che allontana certi parassiti) l’origano, la santolina, la maggiorana,  il timo, la salvia, l’erba cipollina (che tiene a bada le erbe infestanti) e la menta contribuiscono all’abbellimento degli orti ornamentali, disseminandoli di foglie decorative, piccoli bottoni fioriti e profumi delicati.

La consociazione di piante nell’orto ornamentale

Con un tocco di fantasia e la giusta conoscenza delle consociazioni di piante nelle colture miste è possibile far crescere al meglio nella stessa area gli ortaggi e delle splendide fioriture. Lo scopo di questi abbinamenti, prima che estetico su volumi e contrasti di colore, è quello di utilizzare diversi tipi di colture, le cui caratteristiche agronomiche e di crescita possano favorire lo sviluppo rigoglioso delle piante vicine senza che vadano in competizione tra loro.

Ad esempio, il fiore d’escolzia che ha radici profonde come le carote, va abbinato a colture con un apparato più superficiale come quello delle cipolle.

 

Non tutte le piante si comportano allo stesso modo. Alcune specie sono più resistenti, altre più delicate. Almeno per i primi tempi, se avete bisogno di un aiuto per realizzare un orto ornamentale nel vostro giardino o per avere un aiuto per la cura delle vostre verdure, contattatemi. L’aiuto di un giardiniere professionista può esservi molto utile.

Vedremo insieme se il vostro spazio verde sia il posto migliore per coltivare con successo delle piante da orto e quali saranno le condizioni per una loro crescita ottimale. Posso aiutarvi a curarle, a crescerle e a prendervene cura, in modo che prosperino e contribuiscano a creare un ambiente sano e piacevole.

A questo punto, non vi resta che condividere con noi le vostre esperienze verdi, lasciando un commento sul mio sito!

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