coltivazione olivo

Gli olivi sono alberi o grandi arbusti, sempreverdi, con foglie color argento scintillante. La posizione ideale in cui piantarli è ben esposta ai caldi raggi del sole, al riparo dai freddi venti dell’inverno. Non importa che li coltiviate in piena terra o in un grande contenitore, in ogni caso ricordano il giardino mediterraneo, di cui ne sono i protagonisti assoluti, insieme al cipresso e a pochi altri arbusti. Se coltivati in terra, in un luogo adatto, la loro ricompensa più grande sarà un’ombra discreta per le calde giornate d’estate e un abbondante raccolto di olive, in autunno, per la produzione di olio extra vergine di oliva o di olive da tavola.

Questa pianta così unica è coltivata nelle regioni del bacino del Mediterraneo almeno dal 3.000 a.C., non solo per i suoi frutti ma anche come simbolo di gioia, felicità e pace.

Tra gli alberi coltivati dall’uomo è uno dei ​​più antichi conosciuti al mondo. In molte regioni d’Italia, come in molti altri paesi del Mediterraneo, si possono trovare esemplari ancora vivi e vegeti che si ritiene abbiano un’età compresa tra 2.000 e 3.000 anni.

Questo splendido albero è facile da curare, richiede poche attenzioni ed è anche poco esigente in fatto di terreno, infatti, cresce bene anche in terreni poveri o sassosi. Il suo fogliame argentato brilla sotto il caldo sole estivo e illumina lo spoglio giardino d’inverno.

In Toscana e in molte altre regioni italiane, l’olivo (Olea europea) rappresenta un inconfondibile tratto del paesaggio rurale, che solo attraverso la cura attenta di mani esperte prende la sua caratteristica forma che varia da zona a zona.

Gli ulivi sono apprezzati non solo per i frutti saporiti e per il loro succo (olio) ma anche per le numerose valenze ornamentali. Con il loro fogliame argentato, i tronchi nodosi e i grappoli di fiori bianchi profumati in primavera, questi alberi sono splendidi punti focali del giardino in tutte le stagioni.

Potete persino pensare di coltivare un olivo in un grande vaso su un terrazzo o, in regioni a clima freddo, in interno.

Anche se l’olivo è una pianta robusta, che resiste in condizioni critiche, per avere esemplari sani e rigogliosi è opportuno prendersene cura seguendo delle regole semplici ma importanti. La gestione del suolo, con adeguate concimazioni, volte ad ottimizzare i nutrienti da fornire alla pianta, la potatura, l’irrigazione, nei casi in cui sia necessaria, e una lotta ai possibili parassiti costituiscono l’abc della coltivazione dell’olivo ornamentale o da produzione.

Una gestione ragionata delle operazioni da svolgere durante l’anno consente di ottimizzare i risultati per la gestione economica di un’oliveta, per la manutenzione di olivi ornamentali, per un uso ragionato delle risorse disponibili e, non ultimo, per il rispetto dell’ambiente circostante.

Nei paragrafi successivi cercherò di fornire delle utili informazioni per una corretta coltivazione della pianta di olivo sia in giardino che in pieno campo, seguendo il più possibile metodi naturali, in armonia con l’ambiente.

La storia dell’albero di olivo

coltivazione olivoL’olivo è simbolo di pace, saggezza, fertilità, prosperità, fortuna e vittoria. Nessun altro albero da frutto è stato così tanto dipinto, lodato e cantato quanto l’olivo. Un albero che ama il mare e il sole delle regioni del bacino del Mediterraneo, che prospera su terreni aridi e rocciosi, che non teme la siccità e i forti venti. Uno dei pochi alberi che ha lasciato un’impronta così profonda in ogni aspetto della tradizione culturale dei popoli del Mediterraneo.

L’olivo proviene originariamente dall’Asia Minore, dalla quale rapidamente trova nuove terre fertili inizialmente in Iran, in Siria e in Palestina per poi espandersi ulteriormente a molte altre regioni del mondo.

Dell’uso dell’olio di oliva si trovano tracce in molte religioni e culture. Oltre 1.400 anni fa il Profeta Maometto suggeriva ai suoi seguaci di applicare olio d’oliva sui loro corpi. Durante le epidemie veniva impiegato per le sue proprietà naturali di antibatterico, antivirale e antimicotico. Studi recenti hanno dimostrato la sua grande capacità nella cura delle infezioni e nel prevenire anche malattie infettive.

Anche nella Chiesa cristiana l’olio di oliva è più volte impiegato nei sacramenti, ad esempio nel battesimo, nell’unzione dei malati, nella messa di Natale. Nella loro opera di evangelizzazione i missionari cristiani portarono con sé l’olivo e la vite, entrambi simboli di vita e da impiegare nelle cerimonie.

Nell’antichità, l’olio d’oliva veniva impiegato per ungere i primi re Greci e del popolo Ebraico. Allo stesso modo gli antichi greci erano soliti ungere gli atleti vincitori delle competizioni. L’olio d’oliva era anche un ingrediente simbolo nelle cerimonie funerarie di molte civiltà. Una leggenda narra che alcuni ulivi presenti sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme, dove Gesù si ritirò in preghiera prima della Passione, abbiano più di 2.000 anni.

Data la sua ricca storia rurale, la pianta di olivo è stata soggetta a ripetute ibridazioni o modifiche, tanto che oggi non è chiaro quali fossero le varietà originali. Studi fatti hanno mostrato che le varietà presenti in un paese sono identiche ad altre varietà con nomi diversi in un altro.

Nella tradizione greca, quando nasce un bambino, viene piantato un albero di olivo. L’olivo e il bambino cresceranno insieme e quando il bambino compirà sei anni, l’olivo inizierà a fruttificare. Una presenza che crescerà con la famiglia, sopravviverà nei decenni successivi e sarà ancora lì per le generazioni future per ricordare la continuità e l’evoluzione della vita.

La vita media di un olivo è stimata tra i 300 e i 600 anni ma, come abbiamo visto, può andare ben oltre.

La storia dell’olivo inizia circa 6.000 anni fa nella regione del Mediterraneo orientale. Fu la Grecia, per mezzo dei mercanti fenici, a portarlo per prima in Europa, in particolare in Italia, Francia, Spagna e Portogallo per poi attraversare gli oceani verso le Americhe e l’Australia.

Le olive selvatiche venivano raccolte in Grecia già nel Neolitico. Tuttavia, la sua coltivazione ad uso agricolo iniziò molto probabilmente a Creta. Lo studio di reperti archeologici e di testimonianze storiche hanno confermato che durante il periodo minoico (dal 3.000 al 1.000 a.C. circa) la coltivazione dell’olivo e il commercio di olio d’oliva erano una pratica comune sull’isola di Creta.

I Fenici diffusero l’olivo sulle coste mediterranee dell’Africa e dell’Europa meridionale. Tracce di olive sono state trovate nelle tombe egizie risalenti già al 2.000 a.C.. La coltivazione dell’olivo fu poi portata avanti dagli antichi Romani. Quando questi ampliarono i confini del loro impero, portando con sé l’olivo.

Per i Romani l’olivo era un simbolo di pace e aveva un carattere religioso. Chiunque tagliasse una pianta di olivo, veniva condannato a morte. I messaggeri inviati come emissari di pace, portavano con sè un ramo di olivo. Per i vincitori dei Giochi Olimpici l’unico premio era una corona fatta di rami d’ulivo.

Ben presto i Romani capirono il grande valore dell’olio d’oliva contribuendo alla sua diffusione in tutti i territori dell’impero.

In epoca bizantina le olivete coltivate nei pressi dei monasteri cristiani rappresentavano la gran parte della produzione di questa preziosa risorsa. In poco tempo la richiesta di illuminazione di templi, palazzi e case, oltre agli altri usi, aumentò la sua domanda. L’Impero Bizantino era diventato il più grande esportatore di olio d’oliva al mondo.

Nei secoli successivi l’Impero Ottomano sviluppò il trasporto marittimo, facilitando le rotte dal Mar Egeo all’Europa occidentale, facilitando ancora di più questo commercio. Nel 18° secolo le esportazioni di olio rifornirono i mercati europei non solo di un prodotto alimentare ma anche della materia prima per la produzione del sapone.

La coltivazione dell’ulivo

Il terreno e il clima sono due dei fattori che influenzano maggiormente la coltivazione dell’olivo. Per il clima l’uomo ancora non ha la possibilità di influenzarlo in modo significativo! Per il terreno è possibile intervenire al momento dell’impianto dei nuovi esemplari con la preparazione di un substrato ottimale e, successivamente, con la somministrazione di ammendanti, concimi e lavorazioni ad hoc. Un bravo contadino in pieno campo o un giardiniere esperto in giardino lasciano il segno sulla pianta con le loro cure attente e sapienti.

L’albero dell’olivo è molto resistente e si adatta facilmente a condizioni di clima e suolo molto diverse tra loro. Vive bene anche in terreni poveri e sassosi. Per ottenere piante sane, vigorose e in buona salute è necessario prendersi cura con attenzione delle condizioni del terreno per ottenere:

  • Che la pianta sviluppi un apparato radicale ben ramificato, generalmente vicino alla superficie.
  • Lo stimolo alle radici stesse ad effettuare un’adeguata “respirazione”, per mezzo della quale la pianta attua gli scambi gassosi, non solo con le foglie.
  • Una buona capacità del suolo di mantenere l’umidità e di far drenare l’acqua in eccesso con facilità, qualora ce ne sia bisogno, per evitare dannosi ristagni idrici.
  • Una buona quantità di sostanza organica, al fine di offrire alla pianta i nutrienti di cui ha bisogno ogni anno per crescere e fruttificare.
  • Un equilibrio costante tra i microorganismi presenti, utili alla vita della pianta, come ad esempio le micorrize.

Il terreno ideale in cui piantare un olivo dovrebbe essere ben drenato, sciolto, ricco di sostanza organica. Questo vale sia in giardino che per la realizzazione di un’oliveta da produzione. In quest’ultimo caso, per evitare un deleterio compattamento del suolo sarebbe opportuno ridurre al minimo necessario le lavorazioni meccaniche dell’oliveta.

Cura e manutenzione di un olivo

Gli ulivi sono piante molto resistenti. Se avete un giardino non troppo grande o un terrazzo in una regione con clima non proprio mediterraneo è consigliabile posizionare il vostro olivo nel luogo più soleggiato possibile e riparato. Come le altre piante tipiche del giardino mediterraneo, anche gli ulivi se piantati dove possono crogiolarsi al sole saranno molto più felici. L’olivo è una pianta a crescita relativamente lenta a seconda del luogo e del clima in cui è messo a dimora. Può essere anche una pianta ideale per la coltivazione in vaso a patto che si selezioni la varietà più indicata allo scopo e che sia dotata di un contenitore di dimensioni adeguate. Nelle regioni a clima freddo potrebbe essere facilmente coltivato in vaso in un giardino d’inverno.

Quando piantare un olivo

Gli ulivi possono essere piantati in qualsiasi periodo dell’anno purché il terreno non sia ghiacciato. Tuttavia, il periodo migliore per mettere a dimora un nuovo esemplare di olivo è la primavera, dopo che il pericolo delle gelate tardive è passato. Il terreno per il nuovo impianto dovrebbe essere preparato alcuni mesi prima. Il gelo serve a rendere più soffice il terreno della buca per le nuove radici. Evitate di piantare un nuovo esemplare durante i mesi più caldi.

Dove piantare un olivo

Il luogo migliore dove piantare un olivo è in una posizione in pieno sole, con spazio a sufficienza. Se vi trovate in un giardino, tenetevi lontani da aree pavimentate per evitare che i frutti caduti possano macchiare la pavimentazione. Cercate di non mettere a dimora, se possibile, piante di olivo in aree di terreno basse, dove sono possibili e frequenti i ristagni d’acqua. Gli ulivi prediligono terreni ben drenati. Se dovete impiantare ex novo un’oliveta preferite il versante sud di una collina, ben esposto al sole e al riparo dai venti freddi dell’inverno.

Come piantare un olivo

Le dimensioni e la profondità della buca d’impianto dipendono dalla grandezza della nuova pianta. Scavate una buca poco più grande della zolla originaria della nuova pianta, cercando di allargare leggermente le radici, se sono eccessivamente compatte. Riempite la buca d’impianto fino al margine superiore della zolla, per arrivare vicino alla base dello stelo, ricordando sempre di lasciare libero il colletto della pianta. Spesso, quando visito il giardino di un nuovo cliente dove ci sono degli olivi non proprio in salute, le piante hanno il colletto sepolto sotto decine di centimetri di terra. Compattate leggermente il terreno della buca per eliminare parte dell’aria presente.

Al momento del nuovo impianto, è opportuno anche eseguire una concimazione di fondo per migliorare la qualità del terreno per la nuova pianta e per fornirle i primi nutrienti. Evitate con cura di esagerare! Come per tutte le altre piante del giardino, selezionare la varietà migliore per il vostro spazio vi aiuterà nella gestione della pianta in futuro, ad aumentare la resistenza alle avversità naturali e a migliorarne l’eventuale produzione di olive.

Se avete spazio a sufficienza per ospitare nel vostro giardino o terreno più piante di ulivo, il sesto di impianto ideale sarebbe di mettere a dimora una nuova pianta ad una distanza di almeno cinque metri l’una dall’altra in ogni direzione. Dare alla pianta luce e spazio sufficienti per una corretta crescita, ne facilita la manutenzione e ne migliora la qualità della vita, oltre alla lotta alle avversità e ai patogeni.

Se non avete esigenze particolari, per un nuovo impianto preferite piante giovani. Hanno maggiore facilità di adattamento alla nuova posizione e al nuovo terreno.

Se avete una pianta di olivo in vaso, dopo due o tre anni dalla prima messa a dimora dovreste procedere con il rinvaso in un contenitore di dimensioni leggermente più grandi. Il vaso dovrebbe avere i fori per il drenaggio dell’acqua in eccesso. Se possibile scegliete vasi in terracotta, come quelli tipici toscani. La terracotta favorisce la protezione delle radici da caldo e freddo e la traspirazione dell’umidità del terriccio all’interno.

Impollinazione dell’olivo

La maggior parte degli ulivi sono autofertili, ovvero producono fiori maschili e femminili sullo stesso albero. Tuttavia, spesso è consigliabile piantare un albero di un’altra varietà nelle vicinanze e permettere loro di impollinarsi in modo incrociato, così da aumentare la produzione di olive.

Irrigazione dell’olivo

Gli ulivi in genere, tranne alcune varietà, sono piante resistenti alla siccità, una volta che si sono stabiliti. Tuttavia, per ottenere una buona fioritura, un progressivo sviluppo dei frutti e un’adeguata produzione di olio, durante i mesi più caldi sarebbe opportuno annaffiare le piante regolarmente, soprattutto se vi trovate in una regione con ​​un clima caldo e secco e avete le piante in un giardino. Se coltivate le vostre piante di olivo in vaso su un terrazzo, non potete non innaffiare regolarmente le piante nei contenitori. In un’oliveta l’irrigazione dovrebbe servire solo per i periodi di maggiore siccità e per le nuove piante, dopo la messa a dimora. In ogni caso, preferite sistemi di aspersione dell’acqua a goccia, per localizzare meglio le innaffiature, evitando con cura di bagnare la chioma delle piante

Durante la primavera e l’estate, innaffiate in profondità gli alberi appena piantati, con una frequenza più o meno maggiore a seconda della qualità del terreno. Gli alberi adulti possono essere annaffiati molto meno.

In autunno, riducete le bagnature fino alla raccolta, se necessario, per sospenderle in inverno. E’ sempre buona regola valutare caso per caso, in base alle condizioni del terreno e al clima della regione in cui vi trovate.

Concimazione dell’olivo

Gli alberi coltivati ​​in terreni poveri e carenti di minerali traggono vantaggio da una concimazione regolare, eseguita per mezzo della somministrazione di fertilizzanti bilanciati, ricchi di microelementi. L’olivo, come tutte le altre piante ornamentali e da frutto, trae beneficio dalla somministrazione di ammendanti naturali, come compost o letame, distribuiti sul terreno una volta all’anno. Allo scopo di preservare l’umidità del suolo e inibire la crescita delle erbe infestanti, se avete un’oliveta, applicate uno strato di pacciamatura organica attorno all’albero.

Per evitare o contenere il compattamento del suolo, con un conseguente impoverimento dei microrganismi presenti nel terreno, in genere, si fa ricorso all’inerbimento controllato. Uno degli aspetti positivi di questa tecnica risiede nel fatto che riduce i danni provocati dalle eccessive lavorazioni meccaniche. Un tappeto erboso in buona salute migliora la struttura del terreno, aggiunge costantemente nuova sostanza organica, migliora la granulometria del suolo, permettendo alle particelle di aria e acqua di penetrare nel terreno grazie all’azione meccanica delle radici delle diverse piante. Infine, l’inerbimento, riduce l’erosione del suolo dovuta alle precipitazioni atmosferiche e migliora il livello di umidità presente in esso.

Potatura dell’olivo

In un post dedicato di questo blog abbiamo visto come procedere alla potatura dell’olivo. Gli ulivi, a differenza di altre piante ornamentali e da frutto, rispondono bene alla potatura. L’entità della potatura e i metodi da utilizzare dipendono dagli obiettivi che si vogliono perseguire: in un giardino viene curato maggiormente l’aspetto estetico, in un’uliveta lo scopo principale è quello di massimizzare la produzione di olive. In ogni caso, per mantenere un olivo sano e di bell’aspetto è opportuno sempre rimuovere le parti secche, danneggiate o malate ed eliminare i polloni che si sviluppano alla base dell’albero.

L’olivo produce frutti sui rami dell’anno precedente. Quindi, se si desidera una maggiore quantità di frutti è necessario limitare la potatura alla pulizia e al riordino della pianta, per aprire la chioma e aumentare la penetrazione della luce.

La raccolta delle olive

coltivazione olivoLa raccolta delle olive avviene, di solito, tra i mesi di ottobre e dicembre a seconda della regione in cui si trovano le piante. A seconda del loro utilizzo finale, le olive posso essere raccolte ancora verdi o completamente mature. La maggior parte delle olive appena raccolte sono molto amare e dovranno essere lavorate, con salamoia o essiccazione, prima di essere mangiate. Le olive impiegate per la produzione di olio vengono conferite in frantoio, dove si procede alla spremitura.

Come gli altri alberi da frutto, gli ulivi hanno un andamento alternato della fruttificazione. Non sorprendetevi se i vostri olivi producono un raccolto eccezionale di olive un anno e un raccolto scarso quello successivo. I giovani ulivi potrebbero non produrre frutti per i primi anni dall’impianto.

La raccolta può essere effettuata manualmente o mediante macchinari appositi, tutto dipende dal numero di piante da lavorare e dall’impiego finale dei frutti.

Malattie e parassiti dell’olivo

Le malattie alle quali è soggetto l’olivo sono numerose. Coltivare un olivo in un ambiente ricco di biodiversità e con le corrette tecniche colturali aiuta a contrastare un gran numero di malattie dell’olivo in maniera naturale e di prevenirle, senza l’impiego di prodotti chimici.

Il principale prodotto impiegato per contrastare le malattie fungine, come l’occhio di pavone o la fumaggine, è il rame, talvolta miscelato con propoli per migliorarne l’efficacia. Tra le patologie che più comunemente colpiscono le piante di olivo ricordiamo anche la rogna dell’olivo, la Xylella fastidiosa, il cicloconio e l’antracnosi.

Come più volte abbiamo ricordato per molte altre volte, la cura più efficace e di minor impatto ambientale è sempre la prevenzione, che si attua in buona parte con l’adozione delle corrette tecniche colturali.

Sono numerosi anche gli insetti che hanno eletto l’olivo come pianta preferita. Tra questi, per la fortuna di coltivatori e giardinieri, solo pochi possono arrecare seri danni alle coltivazioni o alla produzione di olive. Tra questi ricordiamo la mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), la tignola dell’ulivo (Prays oleae) e la cocciniglia nera (Saissettia oleae). Ricordiamo che per molti insetti dannosi esistono degli antagonisti naturali che possono essere impiegati con successo per contrastarne la diffusione nel rispetto dell’ambiente.

Quale varietà di olivo scegliere

Come abbiamo già visto sopra, l’olivo è tra le specie da frutto coltivata da più tempo nel bacino del Mediterraneo, oltre ad essere tra le prime ad essere stata modificata per la creazione di nuove cultivar. La specie è in genere allogama, con un elevato livello di etero-impollinazione. Per la fecondazione dei fiori, che avviene esclusivamente per mezzo del vento (fecondazione anemofila), una pianta richiede la vicinanza di altri esemplari.

In Italia il patrimonio genetico di queste incredibili piante è molto vario e ben assortito. Talvolta si ritrovano cultivar diffuse solo in territori limitati geograficamente a pochi chilometri quadrati. Per fare un esempio, in Italia 25 varietà coprono solo il 58% delle piante presenti, mentre in altri paesi la percentuale sale fino ad oltre il 90%.

Come scegliere la migliore varietà per il vostro giardino o per la vostra oliveta dipende da:

  • Quali risultati desiderate ottenere dalla pianta, se desiderate una produzione abbondante o una pianta dal grande valore ornamentale.
  • Quali sono le condizioni del suolo che avete nel vostro giardino, parco o terreno agricolo.

Se ne avete la possibilità, optate per varietà autoctone, originarie della zona in cui vi trovate, avranno un naturale adattamento da secoli di permanenza in loco.

Di seguito si descrivono brevemente le più importanti varietà di olivo coltivate in Italia.

    • Bianchera, la pianta è vigorosa, con un portamento eretto e una chioma piuttosto densa. I fiori sono autosterili, il frutto di dimensioni medie. In generale, la sua maturazione avviene in ritardo rispetto ad altre varietà. Resiste bene al freddo.
    • Casaliva, è una pianta con una buona vigoria, che raggiunge facilmente, se non contenuta, altezze di oltre 12 metri. Ha una chioma dalla forma espansa, con fiori autofertili e dimensioni del frutto nella media, dalla maturazione precoce. Non sopporta troppo bene basse temperature e assenza di acqua.
    • Razzola, le piante raggiungono dimensioni notevoli, con rami che pendono verso il basso a formare una folta chioma. Non resiste bene al freddo e alla rogna.
    • Taggiasca, ha un’ampia diffusione in Liguria. Il nome Taggiasca deriva dal nome della località di Taggia, in provincia di Imperia, dove sorgeva l’abbazia benedettina di Santa Maria del Canneto. La pianta è vigorosa, con fiori autofertili, con maturazione dei frutti a scalare. Resiste poco a carenze idriche e alle basse temperature.
    • Ascolana dura, la pianta ha una vigoria media, dalla chioma densa e dal portamento eretto. I fiori sono autosterili, con una maturazione dei frutti tardiva. E’ sensibile al freddo.
    • Ascolana tenera, è una pianta molto vigorosa con una chioma simile alla precedente. I frutti sono di grandi dimensioni, prodotti da fiori autosterili. E’ una cultivar poco sensibile al freddo.
    • Canino, la pianta ha una buona vigoria, con una bella chioma ampia, con i rami principali che tendono verso l’alto. I fiori sono autosterili, con frutti di piccole dimensioni. Resiste bene al freddo e allo stress idrico.
    • Carboncella, la pianta non è molto vigorosa ma con chioma compatta. La cultivar è autosterile. Resiste bene allo stress idrico ma non al freddo.
    • Dolce Agogia, fruttifica in ritardo, con una chioma espansa ma non troppo folta. I fiori sono autosterili, con frutti che maturano precocemente. Resiste bene al freddo.
    • Dritta, si sviluppa con una media chioma, dal portamento vigoroso. E’ una cultivar è autosterile. Il freddo la infastidisce ma non troppo, la mancanza d’acqua la mette in crisi.
  • Frantoio, molto diffusa in tutta la Toscana, ha una chioma densa, eretta e rigogliosa, con numerosi rami su cui fruttifica lunghi e pendenti. I fiori sono autofertili. Ha una buona capacità di adattamento alle diverse condizioni ambientali. Ha una resistenza medio/bassa al freddo e alla mancanza d’acqua.
  • Itrana, è una pianta rustica con un bel portamento eretto e una chioma folta. Resiste bene al freddo e allo stress idrico.
  • Leccino, anche questa molto diffusa in Toscana. Il suo portamento è espanso e dalla chioma densa. I fiori sono autosterili. Resiste bene al freddo e non troppo alla mancanza di acqua.
  • Maurino, tipica delle colline della Lucchesia. E una pianta non molto vigorosa, dal portamento pendulo e dalla chioma densa.
  • Moraiolo, molto diffusa nelle colline intorno a Firenze, Arezzo, Grosseto e Siena. E’ un albero non troppo vigoroso, con chioma di media densità. Ha un frutto di piccole dimensioni, che matura tardi. Non sopporta il freddo ma tollera lo stress idrico.
  • Bella di Cerignola, albero poco vigoroso, con portamento espanso e chioma densa. E’ una cultivar autosterile, con frutti di grandi dimensioni.
  • Caiazzana, albero vigoroso, con portamento assurgente e chioma raccolta e folta. La cultivar è autosterile.
  • Carolea, ha una media vigoria, presenta un portamento assurgente. I fiori sono autosterili. La pianta sopporta sia il freddo che la siccità
  • Carpellese, è una pianta vigorosa, con portamento pendulo, dalla chioma densa ma raccolta. I fiori sono autosterili. La maturazione dei frutti è tardiva.
  • Dolce di Rossano, è molto vigorosa, con portamento assurgente. Ha una bassa adattabilità. I fiori sono autosterili.

Ne esisterebbero molte altre ma questo è un elenco esemplificativo che cita solo alcune delle cultivar più comuni in Italia.

Un aiuto alla coltivazione dell’olivo

Non tutte le piante si comportano allo stesso modo in un giardino, in un parco o in pieno campo. Alcune specie sono più resistenti, altre più delicate. Almeno per i primi tempi, se non vi sentite troppo sicuri nella cura dei vostri olivi, cercate l’aiuto di un giardiniere professionista esperto per prendersi cura del vostro giardino o delle vostre piante di olivo.

Se state cercando degli olivi ornamentali o da produzione, anche insolite, per il vostro parco, giardino o terrazzo, per dare colore, forma e struttura ai vostri ambienti, contattatemi. Insieme potremo capire i vostri desideri. Vedremo se il vostro spazio verde sia il posto migliore per coltivare con successo degli olivi e quali saranno le condizioni per una crescita ottimale. Posso aiutarvi ad acquistarne uno, a crescerlo e a prendervene cura, in modo che prosperi e contribuisca a creare un ambiente sano e piacevole.

A questo punto, non vi resta che selezionare con cura quello che preferite, comprarlo, piantarlo e condividere con noi le vostre esperienze verdi, lasciando un commento sul mio sito!

4 pensieri su “Guida alla coltivazione dell’ulivo

    • Codiferro dice:

      Come detto nella nota alla sua domanda precedente, le consiglio vivamente di studiare a fondo le condizioni di terreno, clima, altitudine, disponibilità di acqua presenti nel luogo in cui vorrebbe mettere a dimora l’olivo. Fatto questo potrebbe approfondire la conoscenza delle specie di olivo presenti in zone limitrofe, cercando di capire se esistono delle cultivar che sono state selezionate nel tempo per quello scopo specifico.
      E’ un processo un pò laborioso che richiede tempo e pazienza, come per la coltivazione di moltissime piante e per praticare agricoltura o giardinaggio. Tuttavia, sarebbe semplicistico effettuare la scelta di una pianta ad una semplice domanda a dmanda secca.
      Mi tenga aggiornato sui risultati delle sue ricerche.
      Buon giardinaggio

  1. Ottavio Felice Morea dice:

    Mi piacerebbe sapere se è possibile coltivare alcune cultivar di ulivo in Africa nella fascia subsahariana

    • Codiferro dice:

      L’olivo è una pianta tipica delle regioni che si affacciano sul bacino del Mediteraneo. Negli ultimi decenni, questo albero da frutto è stato messo a dimora nei luoghi più disparati, dalle zone di mare, alle colline, alle zone montane, ecc. in diverse parti del mondo, dalla california, all’australia, al Sud Africa.
      I risultati sono stati i più vari a seconda del clima e delle condizioni del terreno presenti.
      E’ vero che l’olivo si adatta molto bene a condizioni eterogenee e che è una pianta molto rustica. Tuttavia, anche la coltivazione di questo albero/arbusto ha dei limiti.
      La disponibilità di acqua, le temperature del luogo in cui si vorrebbe coltivare un olivo, oltre all’altitudine, sono tre elementi da considerare sempre nella valutazione della possibilità o meno di avere successo con questa pianta.
      Le suggerisco di approfondire la conoscenza delle condizioni che troverebbe l’olivo dove lei vorrebbe metterlo a dimora e di confrontare questi dati con le caratteristiche specifiche della specie e cultivar che desidererebbe selezionare. Mi tenga aggiornato sui risultati.
      Buon giardinaggio

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