Il linguaggio del corpo degli alberi secondo Claus Mattheck
Il platanus inclinato sulla pensilina del bus o un acer pseudoplatanus che manifesta tutti i segni di un tumore batterico. Così come il celtis australis con una voragine interna che addirittura ospita piante arboree spontanee, sono solo alcuni esempi di alberi che non godono di ottima salute. Ma capitozzarli o addirittura tagliarli di netto per prevenirne eventuali cadute sull’asfalto o sul terreno coltivato è impensabile: è come togliere dalla circolazione tutte le automobili per non correre il rischio di essere investiti.
Meglio, invece, fare un “quadro clinico” di un pino o di un olivo anche tenendolo costantemente sotto controllo. Per individuare in tempo carenze, problemi di stabilità e patologie. D’altronde, proprio come accade per l’essere umano, anche per gli alberi prevenire è meglio che curare.
La salute degli alberi secondo Claus Mattheck
Una giusta manutenzione degli alberi aiuta a ridurre il rischio di danni futuri. Per questo la loro salute è importante. Ma ancora più importante è la loro stabilità secondo Claus Mattheck del Centro di Ricerca su Tecnologia ed Ambiente di Karlsruhe (Germania): tra i maggiori esperti di alboricoltura del mondo, Mattheck è anche l’ideatore del metodo Visual Tree Assessment (VTA) che serve a valutare la struttura degli alberi. Tante sono state le sue intuizioni che gli hanno fatto ottenere ben 13 brevetti.
Ormai sembra intuitivo affermare che “un albero è una struttura meccanica che si auto-ottimizza”, ma è stato lui a scoprire la regola per cui gli alberi fanno un uso rigoroso ed economico del loro materiale: questo concetto conduce all’auto-ottimizzazione e alla mancanza di sprechi di materiale nella crescita adattiva. Detto così è impossibile esaurire l’argomento, molto vasto e dovizioso. Infatti, torneremo a distillare in altri post gli elementi che devono essere considerati per monitorare la salute degli alberi.
Scoprire i punti deboli per rafforzare gli alberi
Quando un albero è ottimizzato significa che non ha aree a rischio rottura, ad esempio. Ma nello stesso tempo significa che manca anche uno stress concentrato in una zona. Piuttosto può invece lamentare uno stress distribuito in modo uniforme su tutta la sua superficie. Se però qualcosa, nella struttura, ha alterato l’equilibrio instaurato occorre ridimensionare il difetto. L’esame avviene attraverso una analisi mediante un apparecchio (il resistograph) che sembra un martello tradizionale ma registra il punto debole dell’albero.
Per procedere nella “cura” o nella “diagnosi” di un eventuale “malessere” dell’albero occorre una indagine da svolgere attraverso questa metodologia nota come VTA (Visual Tree Assessment) dove una prima osservazione ad “occhio” dell’esperto, “fotografa” già i punti critici. Come dice Claus Mattheck, “nel linguaggio degli alberi non esiste la bugia. Anche per questo vale la pena di impararlo”. In pratica il metodo trova la sua applicazione come sistema di diagnosi sullo stato di salute dell’albero e agisce anche sul pericolo di potenziale cedimento.