L’India è un paese che vive sulle memorie di un glorioso passato, immersa nelle privazioni quotidiane. Permiata di contrasti assoluti, tra bellezza mozzafiato e miseria sempre presente. Visitare la città di Chandigarh e il suo giardino, può offrire uno scorcio diverso su come interpretare e cercare un futuro ricco di speranza.

La città di Chandigarh si trova nella regione del Punjab, al limitare delle sua pianure, alle pendici dell’Himalaya. Fu progettata e costruita alla fine degli anni Quaranta, per dare alla regione una nuova capitale, dopo la perdita di Lahore, dovuta all’ottenuta indipendenza del Pakistan.

Una piccola digressione, a Lahore, in Pakistan, potrete trovare i Giardini Shalimar, uno degli esempi più rappresentativi di giardini moghul. Una delle principali attrazioni della città. La loro costruzione ebbe inizio nel 1641 e fu terminata l’anno seguente. Furono voluti dal Gran Mogol ShahJahan. Sono circondati da mura, disposti su tre livelli, con terrazze che degradano dall’alto verso il basso, con giochi d’acqua, fontane, elementi architettonici e varietà di piante.

Ma torniamo a Chandigarh, oggi definita un giardino ordinato e aperto, dove, ogni anno, si celebra un festival delle rose, con un parco sulle sponde del lago, con un singolare giardino roccioso (Rock Garden), e un gran numero di edifici progettati dal famoso architetto Le Corbousier (per l’anagrafe Charles-Edouard Jeanneret-Gris).

La città fu progettata divisa per funzioni, suddivisa in settori, ognuno adibito ad uno specifico compito. Un progetto approfondito e ispirato su una geometria a scacchi, con aree distribuite su base quadrangolare, dove gli spazi verdi sono integrati nel suo tessuto.

Storia del giardino segreto di Chandigarh, le sue caratteristiche

chandigarh-2Nel progetto originale della città, erano state individuate alcune aree da destinare alla creazione di giardini, una cintura di parchi per cingere esternamente le abitazioni. Furono sviluppati giardini tematici, ognuno con il suo carattere e le sue note essenziali.

Di seguito, i diversi giardini che si possono scoprire se si visita Chandigarh:

  • Rock Garden,
  • Cactus Garden,
  • Zakir Hussain Rose Garden,
  • Garden of Fragrance,
  • Pinjore Gardens,
  • Topiary Park,
  • Smriti Upavan,
  • Hibiscus Garden,
  • Bouganvillea Garden,
  • Terrace Garden,
  • Shanti Kunj,
  • Rajendra Park,
  • Japanese Garden.

Durante la creazione della città, negli anni Cinquanta, si trasferì qui anche un singolare personaggio, che sarebbe diventato uno dei suoi abitanti più illustri. Se da una parte, un architetto di fama mondiale lavorava per costruire una città modello, dall’altra, un umile impiegato pubblico, preposto alla pulizie delle strade, stava dando vita ad uno dei primi progetti di riqualificazione urbana, con l’impiego dei rifiuti.

Nek Chand aveva come musa ispiratrice la natura, dove tutto si crea e nulla va sprecato. Le foglie, una volta terminata la loro funzione sull’albero, cadono a terra per trasformarsi in nutrimento per la pianta alla quale fino a ieri erano appese. Così, Chand vedeva gli oggetti prodotti dall’uomo. Ad ognuno doveva essere concessa una seconda possibilità, una nuova vita. Dagli scarti e dai rifiuti raccolti, egli riusciva a creare vere opere d’arte.

Il giardino roccioso di Nek Chand, nacque, inizialmente, come una hobby privato ai limiti della legalità. Egli si appropriò senza averne titolo, di un terreno ai margini della città di Chandigarh. Dalla raccolta di rocce naturali dai multiformi aspetti e dagli scarti trovati per strada, iniziò a creare opere uniche. Il giardino si estende per una superficie di oltre diciotto ettari. Al suo interno sono disposte circa cinquemila sculture e follie architettoniche. Soltanto nel 1972, il governo della città ha scoperto questa meraviglia e nel 1976 lo ha legalizzato.

Nel corso degli anni, le opere di Nek Chand attirarono in città migliaia di visitatori. Grazie a tale successo, le autorità decisero di offrirgli uno stipendio, attrezzature, veicoli da trasporto per il materiale e decine di operai per il completamento della sua opera.

Oggi, il giardino di Chandigarh occupa una superficie di venticinque ettari. Un luogo ricco capace di far provare emozioni e sensazioni intense, dove convivono opere di architettura post moderna, resti di antichi palazzi in stile indiano, oltre a mosaici multicolori e fontane di roccia.

Il giardino è diviso in tre aree distinte. La prima è un labirinto di vasi, camere, nicchie in terracotta decorate con piastrelle, specchi, braccialetti rotti, pezzi tubolari leggeri oltre ad alcuni sanitari. Qui possiamo trovare statue di animali, uccelli e figure umane costruite con rifiuti urbani ed industriali. La seconda area contiene una grande cascata un luogo capace di ospitare molti visitatori e farli perdere al suo interno. Anfiteatri,cortili, percorsi intricati sono i suoi elementi caratteristici. Al suo interno troviamo anche un singolare  villaggio in miniatura. Il terzo settore ospita statue, a grandezza naturale, di elefanti e cammelli.

Oggi, il giardino roccioso di Chandigarh accoglie, ogni giorno una media di 5000 visitatori, incuriositi per l’aspetto quasi magico del giardino roccioso realizzato da Chan. Ma più di ogni altra cosa, colpisce la genialità con la quale è stato realizzato un giardino con materiali di recupero. Un vero precursore dell’idea di riciclaggio in Asia.

I palazzi di Le Corbousier, architetto riconosciuto, e il Rock Garden di Nek Chand, scultore autodidatta, migrante di una città non più sua, condividono il terreno comune dell’estetica. Entrambe mancano di chiari riferimenti ad una tradizione estetica classica. I percorsi creativi di entrambi si soprappongono, anche se provengono da direzioni diametralmente opposte.

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