Prendo lo spunto per parlare ancora un volta di biopiscine e di fitodepurazione da un articolo che è uscito ultimamente su molte testate online, dedicato a tre recenti interessanti progetti di riqualificazione urbana avviati a Londra, Berlino e New York per la bonifica balneabile di specchi d’acqua, fiumi e canali urbani.

Nel caso di Londra , “OfSoilandWater:King’sCross Pond Club”, l’allestimento di una biopiscina, aperta a un pubblico giornaliero limitato, è solo transitorio ed è stato inserito in un progetto più ampio di riqualificazione urbana della zona centrale di King’s Cross, a ridosso della stazione ferroviaria. Si tratta della performance artistica dalla slovena Marjetica Potrč affiancata dagli architetti olandesi dello studio Ooze, che ha l’intento dichiarato di “immergere letteralmente la gente nella natura e nei suoi processi in continua evoluzione” mentre tutto attorno procedono i lavori di recupero del quartiere. A conclusione della risistemazione totale della zona, è previsto che la piscina venga riconvertita in parco urbano, il Lewis Cubitt Park.

londra-biolago

Quello della bonifica di fiumi e canali urbani inquinati per renderli balneabili è invece il fulcro dei progetti di Berlino e New York. Se c’era un tempo infatti in cui era permesso trovare refrigerio d’estate immergendosi nelle acque dei fiumi cittadini, oggi con l’inquinamento ciò è diventato impossibile: entrambe le metropoli si sono perciò attivate per la necessaria bonifica delle acque con progetti verdi sostenibili di biopiscine, a filtraggio naturale.

A Berlino gli architetti della Realities United riconvertono il centralissimo Spree canal nella “Flussbad”, la piscina più lunga del mondo (750 mt, in inverno pista da pattinaggio sul ghiaccio). Anche qui la biopiscina bonifica le acque con le piante, operando una riqualificazione naturale del luogo.

biopiscina-berlino

Ma l’ultimo nato è il “Progetto * Poll” di New York, la piscina galleggiante cruciforme, ancorata sull’East River, a firma dell’architetto Dong-Ping Wongil in team con i designer Jeffrey Franklin e Archie Coates. Anche questa biopiscina dovrebbe funzionare da filtro delle acque dello stretto, purificando quasi due milioni di litri al giorno da contaminazioni di residui tossici e colibatteri (che fuoriescono del sistema fognario cittadino quando va in tilt), e regalando agli abitanti dei quartieri limitrofi la possibilità di nuotare in acque pulite ma libere dalle sostanze chimiche irritanti come il cloro, presenti nelle tradizionali piscine.

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Le biopiscine infatti filtrano e purificano l’acqua in modo non chimico, attraverso differenti sistemi di fitodepurazione e con vari livelli di integrazione tra elementi completamente naturali (ghiaia e sabbia, piante acquatiche, microrganismi e batteri) e tecnologie idrauliche (pompe, skimmer, filtri, aspiratori, centraline elettroniche ecc).

In Italia gli esempi di biolaghi e biopiscine realizzati come in questi casi dalla pubblica amministrazione non sono tantissimi e sono presenti per la maggior parte nelle regioni del Nord e del Nord Est; l ’Associazione Italiana Acque Balneari Naturali ha mappato le piscine naturali del Bel Paese e lanciato il logo Ospitalità Naturale che contrassegna Comuni e strutture turistiche e ricettive che offrono questo tipo di soluzioni. Sul medesimo sito è possibile trovare informazioni sulle specifiche normative nazionali e sui pareri igienico sanitari delle aziende sanitarie in Italia che ne regolano la realizzazione.

photocredits: Enricoslasheric su wikipedia per l’immagine d’intestazione
immagine progetto di New York dal sito www.pluspool.org;
foto progetto di Berlino dal sito www.flussbad-berlin.de
foto progetto di Londra dal sito www.kingscross.co.uk

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