Alla scoperta dei giardini storici di Sana‘a
Città millenaria fortificata, Sana’a tra case-torre, caravanserragli, sacre moschee e minareti, cela anche un tesoro di 21 ettari di giardini storici. Disseminati nei quartieri della città vecchia, giardini urbani e orti comunitari sono eredità dei regni preislamici, dell’epoca della leggendaria regina di Saba.
Del resto la radice stessa di Miqshamah, appellativo yemenita per queste oasi nascoste di verde e di tranquillità, è quella dell’antico vocabolo sabeo qshmt, l’orto.
Durante le passeggiate nelle vie lastricate di pietre, tra le mura riarse dal sole, solo un forte profumo di basilico, di menta o di fiori d’arancio vi dà un segno della loro presenza; per uno sguardo a volo d’uccello bisogna invece affacciarsi alle finestre più alte delle case-torri d’argilla, quelle dalle spettacolari decorazioni simili a merletti bianchi.
Il centro storico di Sana’a, patrimonio mondiale dell’UNESCO, ospita ancora frutteti e orti-giardino per circa il 13% della sua superficie totale: sono di ogni misura e delimitati da palme e da “alberi del pepe”.
Il restauro dei giardini storici
Dei circa 46 appezzamenti censiti, quelli addossati ai luoghi di culto (waqf), appartengono alla comunità religiosa e sono inalienabili, mentre la maggioranza (bustan) resta di proprietà di singole famiglie, che se li tramandano di generazione in generazione.
Alcuni di essi versano in cattive condizioni, a causa del prosciugamento dei pozzi degli ultimi decenni. Per fortuna dal 2007 l’Associazione per la conservazione del centro storico di Sana’a assieme al Fondo Sociale per lo Sviluppo si occupano del restauro di questi giardini antichi, la cui importanza per la tradizione storica – ma ancor di più per le attività agricole come mezzo di sussistenza delle famiglie del posto – è ampiamente nota. I giardini restaurati saranno un poco più visibili dal livello stradale, grazie all’apertura di piccole finestre nelle mura di recinzione.
Piante per tutte le fasi della vita
Non solo come cibo e foraggio per animali, ma in qualità di compagne nei riti secolari di passaggio, le piante dei giardini di Sana’a accompagnano gli abitanti dalla nascita alla morte, in salute come in malattia. Così la ruta decora le scene di nascita e di matrimonio, il basilico adorna le bare dei morti, mentre piante officinali vengono offerte dai giardinieri in cambio di una benevola preghiera.
A seconda delle stagioni in orti e giardini crescono legumi in abbondanza, verdure di ogni tipo, erba medica, qat (una droga blanda diffusa tra gli uomini) piante aromatiche, in aiuole ombreggiate da agrumi, gelsi, palme, e alberi generosi di melegrane, fichi, carrube, mele cotogne.
Un sistema d’irrigazione molto originale
Caratteristico di questa regione è il riutilizzo delle acque d’abluzione delle moschee, che vengono filtrate e impiegate come l’acqua pluviale per l’irrigazione, con l’intervento di indaffarati giardinieri.
Sostenuto dallo WaDImena, l’ente d’iniziativa per la gestione dell’acqua nella regione di Mena, un progetto pilota è stato realizzato per migliorare l’efficienza e la sostenibilità di questo particolare sistema d’approvvigionamento idrico: il modello verrà replicato in tutto lo Yemen, che soffre dal 1970 di un generale deterioramento delle infrastrutture idriche sotterranee e delle canalizzazioni superficiali, unito alla progressiva diminuzione delle falde acquifere.
Lettura consigliata (lingua inglese): The Secret Gardens of Sana’a
Meraviglioso, sembra di sentirne il profumo!
Mi domando una cosa, ma i giardinieri in Italia, sanno cosa è un botanico (biologo delle piante)? E che senza i botanici i giardini non esisterebbero, nei termini di collezioni botaniche, Jardines des Plantes ne è un esempio? Non comprendo come mai in Italia meno hai studiato (simpatica la reale scuola di Monza ma prima di lei molto prima esiste l’Orto Botanico di Padova il più antico al Mondo, afferente alla facoltà di Biologia!) e più per qualche infusa ragion divina, deve essere MIGLIORE? Pover Buffon e poveri quesi botanici del calibro JEH Corner che hanno scoperto tutte le piante note, di cui molte, troviamo nei giardini…….appunto!
Lei in parte ha ragione: la media dei giardinieri in Italia non sempre è professionalmente preparata (nel nostro campo è molta l’improvvisazione) e spesso non conosce le altre professionalità e l’importanza della collaborazione con le diverse figure specializzate che operano nel mondo delle piante, dei giardini e della gestione del paesaggio (come agronomi, forestali, alboricoltori, architetti del paesaggio e appunto, botanici).